Ravenna, L'attività di "Per una solidarietà fattiva", genitori uniti dal '97 per aiutare i figli

Ravenna | 09 Marzo 2018 Cronaca
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«Se sei un gabbiano e vivi in mezzo ai gabbiani sei normale. Se sei un gabbiano e vivi in mezzo ai cavalli, non sei normale. La normalità non dipende da te, ma dalle persone che ti circondano». E’ racchiusa in questa frase la filosofia dell’associazione «Per una solidarietà fattiva», nata nel 1997 dalla volontà di un gruppo di genitori di ragazzi con disabilità di vario tipo, associatisi per contribuire a migliorare la risposta alle numerose e speciali necessità dei loro figli ed aiutarli ad ottenere una migliore qualità di vita. La presidente, Alba Fabbri, racconta che il gruppo è cresciuto negli anni fino a contare, oggi, 33 soci, a cui si aggiungono diverse famiglie che ricorrono all’associazione per far partecipare i propri figli ad attività di psicomotricità e idrochinesiterapia. «Ci siamo attivati per sensibilizzare la comunità civile sulle problematiche della disabilità, intellettiva e intellettivo-motoria, - spiega la presidente Alba Fabbri - per promuovere iniziative e organizzare attività abilitative che integrino, almeno in parte, i servizi che non vengono forniti. La psicomotricità, in particolare, è un’attività che non viene svolta dal servizio pubblico, ed è per questo che l’associazione se ne occupa da 15 anni anche grazie alla concessione, da parte dell’Ausl, degli spazi della palestra di riabilitazione infantile. «Questa è la pratica su cui abbiamo riscontrato maggiore soddisfazione da parte delle famiglie. Non essendo prevista dai Lea, i livelli essenziali di assistenza, il servizio pubblico non è tenuto a fornirla, ma è l’attività che ha portato i risultati più soddisfacenti. E’ il servizio più attivo e richiesto e, mediamente, vengono seguiti dai 20 ai 30 bambini di età compresa tra i 2 e i 12 anni. Per ognuno di loro si crea un percorso integrato con operatori scolastici e sanitari». Una volta la settimana, inoltre, viene svolta terapia in acqua di cui usufruiscono circa sei bambini. «Si tratta di un’attività di idrochinesiterapia vera e propria, con rapporto uno a uno, il che comporta una limitazione del numero di persone che possiamo accogliere, non più di due o tre ragazzi per volta». A queste si sommano iniziative quali laboratori di teatro con burattini, letture animate e creative e cene per bimbi senza la presenza dei genitori. «A seconda delle disponibilità di volontari adeguatamente formati - prosegue Fabbri - organizziamo anche attività ludiche. D’estate, ad esempio, organizziamo una pratica psicomotoria intensiva, all’aperto, integrata con giochi, attività di espressione corporea ed artistica, nonché laboratori educativi individualizzati, che negli ultimi 4 anni sono stati condotti al circolo dei canottieri della Standiana. A questo si aggiunge il supporto economico alle famiglie per la copertura delle attività svolte, che arriva fino al 50% del costo delle attività stesse». L’associazione può inoltre contare su un contributo annuale della Fondazione Cassa di Risparmio e su un finanziamento da bando comunale, per specifici progetti, che viene integrato con iniziative di auto finanziamento quali pranzi di solidarietà, tornei di burraco e racchettoni. «Un’altra fonte preziosa per il nostro sostentamento sono il 5 per mille ed erogazioni liberali da parte di singoli: senza questi finanziamenti non ci potremmo permettere di aiutare le famiglie. La nostra attività prevede inoltre la collaborazione con altre associazioni, ad esempio su progetti di attività educative assistite con animali; da alcuni anni, infine, supportiamo anche trattamenti psico-educativi basati su principi Aba. In pratica, sosteniamo le attività che reputiamo efficaci rivolgendoci ad operatori o ad altre associazioni con specifiche competenze. Accanto a tutto questo - conclude la presidente - partecipiamo attivamente ai tavoli con le istituzioni per cercare di sollecitare e contribuire alla progettazione di servizi che diano risposte il più possibile adeguate alle esigenze di ragazzi disabili e delle loro famiglie».(Federica Ferruzzi)
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