Processo Cagnoni, il sostituto commissario Bandini ricostruisce la dinamica del delitto

Ravenna | 10 Novembre 2017 Cronaca nera
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Marianna Carnoli - Nel tardo pomeriggio del 10 novembre, il processo che vede imputato il dermatologo 53enne Matteo Cagnoni per l'omicidio della moglie 39enne Giulia Ballestri, ha visto sedersi al banco dei testimoni il sostituto commissario della Squadra Mobile di Ravenna, Stefano Bandini che ha coordinato le indagini. Bandini ha ricostruito, rispondendo alle domande del pm Cristina d'Aniello, la dinamica dell'efferato delitto, sulla base degli elementi raccolti dalla Scientifica. Dopo aver cercato Giulia sia nella casa di via Giordano Bruno che in quella di Marina Romea, la polizia, con il fratello di Giulia ed un dipendente della Colas che aveva le chiavi, entra nella villa dei Cagnoni di via Padre Genocchi, poco prima di mezzanotte del 18 settembre. All'esterno i cancelli e le finestre sono chiusi, il portoncino di ingresso ha due mandate di chiave e l'allarme è inserito. Quando entrano pare tutto a posto, ma è il dipendente della Colas che nota per primo una macchia di sangue e la segnala all'agente della Scientifica. Quest'ultimo, torcia alla mano, segue le tracce fino al seminterrato dove trova prima una scarpa sinistra di donna, poi il cadavere di Giulia massacrato. Grazie ai diversi sopralluoghi e al materiale raccolto, gli inquirenti delineano la dinamica dell'aggressione: Giulia arriva con il marito la mattina del 16 settembre per fotografare dei quadri posti sul ballatoio al primo piano e che sono stati trovati schizzati di sangue. Alle 9,19 Cagnoni manda con Whatsapp ad un antiquario al quale doveva venderli la foto di uno dei quadri; l'immagine inquadra parzialmente anche la figura di una donna che porta gli stessi jeans indossati da Giulia mentre un'ora prima fa colazione con il marito in una pasticceria e viene ripresa dal sistema di videosorveglianza interno. Sempre secondo gli inquirenti, Giulia siede su una poltroncina difronte ai dipinti e qui l'assassino la colpisce la prima volta con un bastone che la polizia troverà in una stanza al primo piano, intriso di sangue e capelli di Giulia. Lei verosimilmente si affaccia al ballatoio e sangue cade perpendicolarmente sul pavimento del soggiorno al pian terreno, poi scende le scale dove sono state trovate altre tracce di sangue alonato, maldestramente pulite. Viene colpita ancora mentre è in soggiorno e dove la Scientifica trova altro sangue. La donna prova a scappare, forse cade a terra e l'assassino la trascina per i piedi, giù per le scale fino al seminterrato dove le sbatte violentemente il viso contro lo spigolo di una parete poi la lascia esanime, nuda e con il solo reggiseno alzato al centro della stanza. Diverse le impronte rilevate dalla Scientifica nella cantina: quelle di scarpe con la suola con il carrarmato nel sangue di Giulia oltre a quelle dei piedi scalzi della donna. Due quelle palmari, una destra sulla parete ed una sinistra su un vecchio frigorifero, entrambe nel seminterrato e nel sangue di Giulia. Secondo gli investigatori, in base agli accertamenti della Scientifica, appartengono alle mani del marito della donna, Matteo Cagnoni. Il controinterrogatorio della difesa che ha già annunciato che contesterà diversi assunti di Bandini, ci sarà la prossima settimana.
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