Processo Cagnoni, il fratello di Giulia in aula:" Era angosciata perche' il marito la perseguitava"

Ravenna | 03 Novembre 2017 Cronaca nera
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Marianna Carnoli - Il 3 novembre, alla prima udienza dibattimentale del processo che vede alla sbarra Matteo Cagnoni con l'accusa di aver ucciso la moglie Giulia Ballestri il 16 settembre 2016 è stato sentito il primo testimone, il fratello della vittima, Guido. Ha ricostruito i due giorni di ricerche  che hanno preceduto il ritrovamento del cadavere della sorella avvenuto nella notte del 19 settembre nella villa di via Padre Genocchi, quella che Matteo e Giulia chiamavano "casa dei morti" perchè disabitata da tempo e che Matteo da un lato amava e avrebbe voluto viverci e dall'altro temeva perchè snetiva delle "presenze" ed aveva paura ad andare da solo. Aveva già chiesto varie volte a Giulia di accompagnarlo per fotografare quadri per i quali, diceva, aveva già un acquirente. Ma Guido ha parlato anche delle confidenze che gli aveva fatto Giulia nel maggio del 2016. La donna si era confidata prima con la madre poi con lui sfogandosi, spiegando di voler divorziare perche il matrimonio era al capolinea già da un paio di anni. "Prima di allora, non avevo avuto sospetti che avesse problemi con Matteo: da fuori sembravano una coppia ed una famiglia tranquilla per questo, dopo quel pomeriggio di maggio passato assieme io non mi preoccupai, ma la tranquillizzai quando mi disse che Matteo l'aveva minacciata di distruggerla e non farle più vedere i bambini nel caso si fossero separati, le dissi che la sua famiglia l'avrebbe sempre aiutata. Giulia mi disse che le cose non andavano già dal 2014 e che era molto in ansia perchè, nell'ultimo periodo, erano peggiorate: veniva controllata quotidianamente dal marito che era andato fuori di testa, non andava nemmeno piu a lavorare per tenerla sott'occhio. Le strappava di mano il cellulare, era ossessivo ed opprimente, non voleva che uscisse nemmeno per andare a prendersi un caffè con un'amica e la chiamava in continuazione al telefono. Solo ad agosto scoprii che aveva una relazione perchè Matteo venne a dirlo ai miei. Io ne parlai con Giulia che mi disse che non c'entrava nulla con i problemi che aveva con il marito da cui si voleva separare a prescindere dal fatto che avesse una storia. Non mi ha mai detto, però, di temere per la sua incolumità. Era preoccupata anche perche la loro situazione economica non era delle migliori: lei che non lavorava piu dal 2006 per seguire la famiglia e anche perchè il marito non poteva concepire che la "signora Cagnoni" lavorasse, voleva riprendere per rendersi indipendente. Utimamente, poi,  Matteo era sempre piu assente dal lavoro, continuava ad annullare gli appuntamenti per tenerla sotto controllo dunque vivevano con quanto ogni mese gli passava il suocero, circa 10 mila euro. Giulia ci frequentava poco perche Matteo non voleva, invece andava spesso dai suoceri a Firenze con marito e figli anche perche si sentiva in obbligo nei loro confronti visto che, di fatto, li mantenevano. Mi disse che aveva parlato chiaramente con Matteo dei loro problemi, ma che lui, in risposta le aveva detto che erano sue fantasie, che il matrimonio filava liscio e l'aveva portata da uno psicologo perchè, secondo lui, era solo una crisi depressiva di mezza età. Lo stesso psicologo le aveva invece detto che stava benissimo e che era solo arrivata al capolinea quella relazione. Quindi Matteo volle che andassero anche in terapia di coppia e lei acconsentì, come faceva sempre per non trovare da dire. Pian piano l'aveva fatta prigioniera impedendole di frequentare chiunque, anche la sua famiglia: per vederci ci scambiavamo messaggi in codice perchè sapevo che le controllava il cellulare". Il fratello di Giulia ha anche raccontato il momento in cui ha dovuto rivelare ai genitori che la sorella era stata trovata morta. "Sono andato da loro alle 7 del 19 settembre, dopo aver passato la notte in Questura. Ho svegliato mio padre per dirgli che l'avevamo trovata e lui mi ha guardato e ha detto "me l'ha ammazzata quel maledetto" mentre mia madre ha pensato subito ai bambini quindi abbiamo chiamato i Cagnoni e siamo partiti per Firenze. Ci ha accolti il suocero di Giulia in giardino dicendo "è una tragedia immane per tutti, cerchiamo di starci vicino ed andare d'accordo", poi tutti e 4 i nonni si sono seduti in salotto mentre io giocavo con i bambini e, nel viaggio di ritorno mia madre mi ha detto che i nonni paterni avevano già pianificato il futuro dei nipoti che, secondo loro, sarebbero dovuti rimanere a Firenze per vivere con loro. Poi, dopo essersi consultati con il loro legale hanno lasciato che, il giorno successivo, li portassimo a Ravenna". Guido ha anche parlato di uno scritto realizzato dalla figlia maggiore di Cagnoni dal titolo "tutto quello che ricordo" che la piccola ha voluto scrivere per "aiutare la polizia" dopo che lo zio Guido le aveva detto che il padre stava aiutando gli agenti per far luce sull'omicidio della madre. Una sorta di tema dove la bambina racconta del viaggio per andare a Firenze "perche la nonna sta male" e invece di averla trovata in salute, del padre che l'aveva accompagnata a scuola al mattino con la madre con un abito e che ne indossava un altro quando era tornato da solo a prenderli all'ora di pranzo. Del telefono della madre che ha continuato a suonare fino al sabato mattina mentre la figlia cercava di contattarla poi è risultato spento e del padre e del nonno che erano andati ad un appuntamento di lavoro a Bologna nel pomeriggio di domenica.
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