Processo Cagnoni, il commissario Bandini ricostruisce il weekend in cui Giulia morì

Ravenna | 17 Novembre 2017 Cronaca nera
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Marianna Carnoli - Alla quinta udienza dibattimentale del processo che vede Matteo Cagnoni imputato dell'omicidio della moglie Giulia Ballestri che, proprio oggi, avrebbe compiuto 41 anni, il pm Cristina D'Aniello ha continuato a sentire il teste Stefano Bandini, sostituto commissario della Squadra Mobile ravennate che ha coordinato l'indagine e che ha iniziato a testimoniare nella scorsa udienza. In aula il pm  ha mostrato alla corte il pezzo di tronco, il bastone utilizzato per uccidere Giulia. Bandini ha spiegato che, dagli esami effettuati dalla Forestale, il legno era di pino ed era stato tagliato di fresco ed ha aggiunto che sia nel garage dell'abitazione della coppia in via Giordano Bruno che nella villa a Marina Romea, la polizia aveva trovato due cataste di legna di pino, verosimilmente proveniente dai 4 pini che i Cagnoni avevano fatto abbattere dal giardino della casa al mare nell'aprile 2016.

Bandini ha, poi, ricordato, che fu la Colas ad aprire alla polizia la porta della villa disabitata in via Padre Genocchi avendo le chiavi grazie al contratto di vigilanza siglato nel 1998 da Cagnoni. I vigilantes, come da protocollo in casi di emergenza ed attivazione dell'allarme, avevano una lista di numeri da chiamare: per primo il telefono fisso di via Genocchi, poi il cellulare di Giulia, un'utenza mobile in uso a Matteo Cagnoni, ma intestata a don Giovanni Desio, ex parroco di Casalborsetti, in carcere da tre anni  per atti sessuali con minorenni  (l'utenza risultava disattivata dal 2015), due utenze intestate al padre di Cagnoni, Mario e la custode.  

In aula sono stati mostrati una cinquantina di filmati della durata di alcuni secondi, acquisiti dai vari sistemi di videosorveglianza di diverse telecamere ubicate in strada a Ravenna, in una pasticceria, nella scuola dei figli della coppia e nella villa fiorentina dei Cagnoni. Questi sono stati utilizzati dagli inquirenti per ricostruire il weekend del 16 settembre 2016 in cui Giulia morì e Cagnoni si recò a Firenze dai propri genitori con i tre figli. Bandini ha spiegato come siano state prese in esame tutte le piste per trovare l'assassino di Giulia, anche un possibile coinvolgimento del nuovo compagno della donna, Stefano Bezzi che, però, il 16 settembre si era recato a Rovereto a prendere il fratello. Giornata documentata dalle celle telefoniche agganciate dal cellulare dell'uomo, dai passaggi ai caselli autostradali e dai rifornimenti effettuati con la carta aziendale. Ha anche sottolineato come la polizia abbia ascoltato più di 100 testimoni vicini a Giulia per chiedere se qualcuno poteva avere dell'astio nei suoi confronti e di aver sempre avuto risposta negativa. Dai filmati  gli inquirenti hanno ricostruito in questo modo il weekend.

Mercoledì 14 settembre Cagnoni avvisa la clinica di Bologna dove lavorava al venerdì che quella settimana non sarebbe potuto andare e fa annllare gli appuntamenti. Alle 15,40 del giorno prima dell'omicidio di Giulia, il 15 settembre, la Chrysler Gran Voyager di proprietà della coppia viene inquadrata dalle telecamere della guardia di Finanza all'angolo con via Alberoni mentre imbocca via Padre Genocchi, arriva difronte alla casa dove Giulia Ballestri verrà trovata morta e vi rimane per circa 7 minuti. Alle 7,55 del 16 settembre la coppia è ripresa dalle telecamere dell'istituto Tavelli mentre accompagna i figli a scuola, poi alle 8,21 entrano nella pasticceria Le Plaisir di viale Newton dove parlano mentre fanno colazione ed escono alle 9,07. Un'auto compatibile con la Mercedes classe C, in uso alla coppia assieme alla Chrysler, viene ripresa dalla stessa telecamera della Guardia di Finanza alle 9,13 mentre svolta in via padre Genocchi, arriva infondo, due persone scendono e l'auto resta in sosta per un'ora e cinquanta. Poi l'auto riparte e l'immagine, nonostante non sia molto nitida perchè a distanza, inquadra una sola persona salire. Alle 12,32 Cagnoni entra nel suo studio medico di via Cattaneo a Ravenna ed esce dopo un paio di minuti, dopo aver prelevato qualcosa da un cassetto. Qui il pm D'Aniello fa notare alla corte come Cagnoni indossi una giacca ed una camicia chiara su un paio di jeans ed abbia scarpe nere. In pasticceria, qualche ora prima, aveva una giacca blu scuro su una camicia azzurra, pantaloni chiari e scarpe Hogan grigio chiaro. Nè gli abiti di Giulia nè quelli che il marito indossava in pasticceria sono mai stati trovati. Alle 12,57 Cagnoni viene immortalato di nuovo dalle telecamere delle Tavelli mentre riprende i bambini da scuola ed arriva nella casa dei genitori a Firenze alle 16,06 dove viene ripreso dal sistema di videosorveglianza dei genitori. Poco dopo l'arrivo, si vede Cagnoni scaricare due cuscini ed un borsone che porta dietro una siepe nel giardino dei genitori. I due cuscini saranno poi trovati dalla Scientifica nella cantina della casa: le analisi diranno che provengono da due poltroncine della villa in via Genocchi dove è stata uccisa Giulia e che sono macchiati del suo sangue. Nei due giorni successivi, sabato e domenica, la telecamera della villa fiorentina riprende Cagnoni mentre scarica dalla sua Mercedes classe C diverse cose che mette in alcuni sacchetti della nettezza urbana poi ripone dietro la siepe e dalla siepe in casa. Scarica anche un oggetto bianco che, secondo l'analisi effettuata dalla Scientifica di Roma, è compatibile con la borsa bianca che Giulia indossava nella pasticceria di Ravenna. Poco prima delle 11 del 17 settembre, Cagnoni si allontana sulla sua Mercedes classe C e quello stesso giorno, alle 13,43 e alle 15,49 dall'utenza fissa di via Giordano Bruno a Ravenna partono due chiamate verso l'utenza fissa dei Cagnoni a Firenze. Nel pomeriggio del 17 settembre, Mario Cagnoni viene immortalato più volte mentre esce in giardino; l'auto del figlio Matteo, invece, viene ripresa nuovamente mentre entra nella villa dei genitori alle 18,50 e, una volta sceso, riprende a scaricare diverso materiale che porta dietro la siepe. Domenica 18 settembre, sulle 15,40 parte in auto con il padre. Rientreranno alle 0,19 e lo si vedrà scaricare nuovamente i cuscini e portarli dietro la casa. Il cadavere di Giulia viene trovato nella notte tra il 18 e il 19 settembre, alle 0,48. Cinque minuti prima, alle 0,43 Cagnoni scrive un messaggio alla sua segreteria: "Ciao Giorgia, annulla tutti gli appuntamenti di domani perchè è successa una tragedia". All'1,15 la telecamera della villa fiorentina riprende Cagnoni che fugge da una finestra al primo piano mentre all'1,21 la polizia suona alla porta in cerca del marito di Giulia. Cagnoni ritornerà poco prima delle 5 e verrà fermato.
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