Pesca, oggi manifestazioni nelle marinerie dell’Emilia Romagna. I pescatori: «Multe insensate, a rischio il settore ittico»
Continuano le agitazioni del mondo della pesca, fortemente preoccupato per l’introduzione, con la legge 154/2016, di sanzioni fino a 150mila euro, con l’ulteriore rischio di non poter più accedere ai contributi dei finanziamenti comunitari. Per questo venerdì 17 febbraio, nei porti dell’Emilia Romagna, le marinerie della regione, manifesteranno il loro disagio da Goro a Cattolica. «Da dicembre le flotte sono in stato di agitazione per le difficoltà che affronta il comparto ittico, ma dal Governo non è arrivata alcuna risposta concreta, nonostante l’apprezzabile impegno dell’assessore regionale Simona Caselli e di alcuni parlamentari locali - spiega il responsabile pesca regionale di Legacoop, Sergio Caselli, in una nota -. Le multe sono solo la punta dell’iceberg delle tante questioni irrisolte».
Dagli operatori e dai rappresentanti del settore arrivano richieste di chiarimenti rispetto «alle vigenti disposizioni legislative, ritenute irragionevoli e da modificare - spiega l’Alleanza delle cooperative in una nota -; ad una ormai cronica mancanza di dialogo fra le istituzioni e il mondo della pesca; alla gestione di una risorsa naturale, come lo sono le specie ittiche, che tende a favorire la concentrazione dell’attività, in poche imprese di pesca, possedute da pochi soggetti, andando così a distruggere quella straordinaria rete di imprese diffuse, su cui si è retta la pesca in Italia, dal secondo dopoguerra ad oggi, assicurando lavoro e reddito agli addetti del settore ed in genere alle comunità e ai territori in cui operavano. Inoltre chiediamo una revisione riguardo all’introduzione di sempre più complessi e stringenti strumenti di controllo sull’attività esercitata».
«Non è la sanzione in sé, quanto come viene verificata, addirittura nei ristoranti - commenta Filippo Domeniconi, presidente della Cooperativa Pescatori di Cervia -: noi siamo d’accordo che la pesca sia sottoposta alla legge, ma un conto è regolamentare, un conto è criminalizzare un intero settore in cui, per di più, sacrifici e sforzi sono già notevoli. Già questo periodo dell’anno è complicato per il settore, con acque fredde e quindi poco prodotto, poi se in una cassa di pesce prendi tre sogliole sotto taglia non si può arrivare ad una sanzione di migliaia di euro, è massacrare un settore. La politica deve riprendere un dialogo con il nostro comparto: presentarsi con un decreto fuori da ogni logica è insensato».
Per quanto riguarda l’andamento Domeniconi sottolinea come «lo scorso anno è stato meno peggio del previsto per quanto riguarda la pesca, mentre per le cozze si prospetta un’annata di grande qualità».
Situazione diversa a Marina di Ravenna dove «la quasi totalità dei pescatori sono cozzari: lavoriamo ai piedi delle piattaforme: sono pochissime le barche con le reti - dice Sauro Albati, presidente della cooperativa pescatori La Romagnola di Marina di Ravenna -. Anche noi abbiamo dei problemi in quanto siamo sempre appesi alle decisioni di Eni. Speriamo che le amministrazioni locali e regionali siano al nostro fianco visto che hanno rapporti diretti con l’impresa e ci possono accompagnare in un importante lavoro di continuità». (c.f.)