Partito democratico, la mappa "degli scissionisti": da Errani a Fiammenghi, da Missiroli a Bandini

Ravenna | 02 Marzo 2017 Politica
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RAVENNA e BASSA ROMAGNA
«C'è bisogno di un nuovo campo del centrosinistra». Con queste parole Vasco Errani, a Ravenna, ha annunciato il suo addio al Partito democratico. «Non voglio fare un nuovo partito e non lo farò», ha detto l'ex presidente della Regione Emilia-Romagna e commissario straordinario per il terremoto in Centro Italia. «Vado dentro a nuova avventura ma sono sicuro che non si tratta di un addio. Si tratta invece di provare a dare contributo per ritrovarci in un nuovo progetto diverso da Ulivo e Pd ma con quella ispirazione. Perché io ho solo quella ispirazione», ha concluso Errani davanti a centinaia di «compagni» alla sala Strocchi sabato 25.
Lunedì 27, come da copione, è stato Miro Fiammenghi ad annunciare tramite una lettera al suo circolo cervese che non avrebbe rinnovato la tessera del Pd e che lascerà il partito del quale è stato uno dei principali dirigenti sul territorio, oltre che consigliere regionale quando Errani era presidente.
Chi sta ancora riflettendo su cosa fare è «Giangi» Baroncini, attuale segretario comunale del Pd e assessore della giunta De Pascale: «Non sono insensibile a quello che sta avvenendo all’interno ed all’esterno del Partito democratico, in particolare a Ravenna. Entro una settimana deciderò, insieme ad altri che stanno facendo analoghe riflessioni». Un altro esponente del Pd che sta riflettendo è Linda Errani (nipote di Vasco), ex sindaco di Massa Lombarda, che oggi ricopre il ruolo di coordinatrice Pd della Bassa Romagna. «Penso che sia giunto il momento di riflettere su tutto quello che è accaduto e su questa situazione particolarmente complessa. E non mi appassiona la rincorsa ai nomi, tra i personaggi che stanno dentro o vanno fuori. Ognuno farà le scelte che ritiene più opportune, ma occorre prima di tutto ragionare sui contenuti».
 
FAENZA E COMUNI LIMITROFI
Anche a Faenza soffia l'aria scissionista interna al Partito democratico. E dovrebbe toccare anche una parte della giunta. La pattuglia degli uscenti che oggi ricoprono ruoli istituzionali dovrebbe essere composta da quattro persone. Tre consiglieri comunali ed un assessore. Per quanto concerne i consiglieri questi sono Federica Degli Esposti, Luca Ortolani e Ilaria Visani. In ambito esecutivo la figura che «con grande sofferenza» dovrebbe decidere di dare avvio al progetto «che ho contribuito a far nascere ormai dieci anni fa a Faenza» è Antonio Bandini. «Questa fase - ammette - è sicuramente una lacerazione personale ed ideale molto importante, la prima della mia vita. Le decisioni, come queste, si prendono comunque insieme. A livello locale, come Officina democratica, stiamo ragionando. Se scissione sarà è importante sottolineare - prosegue Bandini - c c'è nulla di personale. E' una battaglia politica, sugli ideali e le direzioni che la sinistra democratica italiana deve intraprendere. Per me serve un'architettura politica nuova che ora, purtroppo, non intravedo più in questo Pd». Altro uscente è Alex Mirandola, candidato ma non eletto nel 2015 per il consiglio comunale tra le fila dei democratici. Più delicata è invece la questione e la posizione di Federica Degli Esposti. La consigliera comunale, nonché responsabile del Pd a livello dell'Unione dei Comuni della Romagna faentina e dipendente del gruppo regionale Pd si trova a dover fare una scelta di non poco conto. Anche il sindaco di Brisighella Davide Missiroli lascia il Partito democratico. «Mi sono allontanato dalle logiche di partito, più attente alle posizioni dei fedelissimi – sottolinea Missiroli -, ben prima della cosiddetta ‘scissione’. Mi dedicherò al 200% ad amministrare Brisighella e alla ampia maggioranza, che va dal centro alla sinistra, alla guida della città. Ma, nonostante abbia votato Sì al referendum, ho preferito non rinnovare la tessera del Pd ad inizio anno. Diversi consiglieri comunali hanno preferito rinunciare alla tessera come me. Stimo molte persone sia tra chi si è allontanato, sia tra chi è rimasto. Ma la politica deve lavorare su un progetto e non rincorrere gli slogan. Lo faccio a malincuore e spero che la frattura, un domani, possa ricomporsi. Ma ora serve a tutti un momento di riflessione per ripensare al futuro del Paese».
 
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