Padre Ivo Laurentini, direttore del Centro Dantesco, racconta le iniziative per il Centenario del Sommo Poeta

Ravenna | 25 Ottobre 2020 Cultura
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Elena Nencini
Padre Ivo Laurentini ha cominciato a lavorare al Centro Dantesco nel 2009 fino al 2013, per poi sospendere e ritornare dal 2017 ad oggi come direttore: l’occasione per affrontare un grande evento come quello del Settimo Centenario delle celebrazioni della morte del Sommo Poeta.
Un’istituzione, il Centro Dantesco, gestita dai Frati minori conventuali di Ravenna, nata in occasione del settimo centenario della nascita di Dante, nel 1965, che vuole promuovere lo studio, la ricerca e la divulgazione sul Sommo Poeta, grazie anche a una ricca biblioteca creata ad hoc. I Frati minori conventuali, sono così custodi e cultori di Dante e della sua opera.  Padre Severino Ragazzini che ha fondato la biblioteca del Centro dichiarò:  «Accanto alla tomba di Dante, che mette a contatto con Dante morto, volevo creare un centro dantesco che mettesse a contatto con Dante vivo. Insomma, volevo unire Sepolcro glorioso (con i resti mortali dell’Alighieri) e Centro Dantesco con gli scritti del Poeta che ancora lanciano messaggi all’umanità. Così il Centro Dantesco avrebbe dato voce ad un sepolcro».
Padre Ivo quali sono le iniziative che avete organizzato in vista del Settimo Centenario della morte di Dante?
«In proporzione alle risorse che abbiamo, e che non sono tante, e all’emergenza Covid19 ci siamo impegnati per continuare le letture dantesche. Con le tre serate tenute a settembre di “Oltre Dante. Tutta la Commedia sul palco di Ravenna“ abbiamo proposto una lettura integrale ad opera dei cittadini. Poi per 4 anni, a cominciare dal 2018, stiamo procedendo con Incanto Dante, con il coordinamento di Chiara Lagani, gli intermezzi musicali della Cappella Musicale di San Francesco e la proiezione di immagini conservate presso la Biblioteca del Centro Dantesco nella basilica di San Francesco».
Avete pensato a qualcosa di particolare per il 2021?
«Si, un oratorio musicale che unisce le figure di San Francesco e di Dante, sempre a cura della Cappella musicale di San Francesco: entrambi si sono smarriti in una selva oscura e hanno intrapreso un cammino spirituale che li ha portato a Dio. Attraverso la musica vogliamo comunicare questo viaggio per ritrovare la via che ci porta verso Dio. E poi, sempre il prossimo anno, a novembre, abbiamo organizzato un convegno sul messaggio cristiano di Dante, a cui teniamo molto».
Ci sono delle iniziative che a causa del Covid non realizzerete?
«Purtroppo si. Avevamo tante iniziative per le scuole, ma per il momento sono ferme. Vedremo cosa riusciremo a fare».
Avete una bellissima biblioteca dedicata unicamente a Dante, di quanti volumi è composta?
«E’ il nostro fiore all’occhiello. E’ nata nel 1965 per iniziativa di padre Ragazzini che si è dato tanto da fare per realizzarla. Oggi abbiamo 11 incunaboli, tante cinquecentine, e un totale di circa 20mila volumi. Tutti su Dante. Solitamente siamo aperti 4 giorni a settimana, ma con l’emergenza Covid abbiamo deciso di ricevere solo su prenotazione».
Qual è il messaggio cristiano di Dante?
«Oltre ad essere stato cristiano per tutta la vita, Dante si è avvicinato fortemente al pensiero di San Tommaso D’Aquino: tutta la Commedia, infatti, non ha altro fine che glorificare la giustizia e la provvidenza di Dio.
Dante è stato un profeta della collaborazione tra i popoli, era favorevole a un’Europa unita, già in tempi così lontani.
Del resto Dante pensa di essere il profeta mandato da Dio per riformare la società sulla strade del bene. Sarebbe proprio il messaggio adatto oggi.
Il papa si lamenta del vuoto pauroso dei valori, mentre Dante aveva un forte legame con i francescani. Oggi, dopo l’emergenza Coronavirus, siamo troppo concentrati sul presente e si pensa poco alla vita futura. Dante ci ha dato una prospettiva diversa, da non dimenticare».
Riproporrete anche il concorso nazionale «Dante in musica»?
«Si. L’ultimo a vincerlo è stato Paolo Pandolfo, un compositore di Padova, che ha scritto la composizione originale Il volo di Gerione. Ogni anno partecipano una decina di musicisti. Noi diamo un tema specifico, o anche libero come quest’anno. Per queste celebrazioni poi abbiamo fatto realizzare un videomapping, grazie anche al contributo economico della parrocchia di San Francesco e del Comune di Ravenna, di circa 10 minuti che viene proiettato sull’abside della nostra basilica. Sono immagini che raccontano il Paradiso, l’ultima parte del viaggio di Dante dove incontra i Santi e Dio. E’ un modo per raccontare ai turisti il pensiero di Dante, ma anche una catechesi per immagini. Sarà visibile per tutto l’anno dantesco, negli orari di apertura della Basilica».
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