Bilancio di fine estate a La Macina, dove si valuta l'apertura serale
Chiude in positivo il primo anno di attività del centro estivo sperimentale a La Macina di via Faentina, «un’esperienza straordinaria» - come la definisce il presidente di associazione Letizia e l’anima del progetto, Giovanni Santoro - che ha visto accogliere 35 bambini lungo l’arco dell’estate. «La vera notizia - prosegue il presidente - sono stati i 78 ‘no’ che abbiamo dovuto dire e l’integrazione che siamo riusciti a fare. Tante famiglie hanno chiamato non per iscrivere i figli, ma per chiedere se i propri potevano venire a dare una mano. Così ci siamo ritrovati con otto ragazzi tra i 14 e i 15 anni che ci hanno aiutato nello svolgimento dell’attività. C’è stato anche un ragazzino di 12 anni che sarebbe dovuto rimanere una settimana e che invece è stato con noi fino a settembre, aiutando in tutti i modi, dal servire in Locanda al tagliare l’erba a fornire aiuto ad un ragazzo disabile». Le attività durante l’estate sono state le più diverse, dall’hip-hop alla pasta fresca realizzata insieme alle nonne, alla presa di cura di un orto in cui tutte le mattine i ragazzi andavano ad annaffiare le piante. «In particolare questo progetto si è rivelato uno strumento educativo che ha permesso di far mangiare le verdure a pranzo ai ragazzi».
E nonostante la vicinanza del mare, il centro ha puntato allo sfruttamento di una piscina interna, che ha permesso ad alcuni bambini di familiarizzare con l’acqua e di vincerne la paura attraverso il gioco. «Un altro aspetto straordinario è stato il rapporto con le famiglie che venivano alle 16.30 a prendere i bambini e se ne andavano alle 18.30, con il risultato che si sono intrecciati rapporti risultati poi molto utili anche alla struttura. Da questa esperienza è emersa la necessità di organizzare tre pomeriggi a settimana con gruppi studio per i bambini, e ci aspettiamo non meno di trenta adesioni». A tutto questo si aggiunge l’attività quotidiana rappresentata dalla Locanda, ovvero il ristorante a piano terra che da lunedì a venerdì offre 45 posti a tavola per pranzo e lavoro a dipendenti disabili. «Le aziende della zona ci stanno chiedendo convenzioni, ma non possiamo accettare perchè così riempiremmo tutti i posti disponibili. Ogni mese, grazie a questa attività, incontriamo circa 700 persone e negli anni abbiamo tessuto un patrimonio di relazioni importante. Molti ci chiedono di rimanere aperti anche alla sera, ma questo sarà fattibile solo se riusciremo a costruire un progetto strutturato insieme al Comune e all’Ausl. Il nostro non è un ristorante, ma un progetto di impresa sociale dedicato a persone disabili uscite dal mondo della scuola. L’Amministrazione è sempre presente, ma la fase serale non può essere sorretta solo dal volontariato. L’apertura alla cena offrirebbe lavoro ad altri 8 ragazzi, ma servirebbero maggiori aiuti che non vorrebbero dire necessariamente fondi, quanto ad esempio educatori che potrebbero essere messi a disposizione gratuitamente dagli enti preposti. Per il lavoro di questi mesi il mio elogio va all’assessore Valentina Morigi, che ci ha seguiti centimetro per centimetro anche davanti alle difficoltà legislative. E’ grazie a lei se è stato istituito un tavolo di concertazione con l’Ausl per avere tutte le risposte utili per strutturare al meglio il progetto». (fe.fe)