Nuovo episodio di finto abbandono di minori. Rimpatriati padre e figlio albanesi

Faenza | 01 Marzo 2017 Cronaca nera
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Padre e figlio di nazionalità albanese sono stati accompagnati dagli agenti del commissariato di Polizia faentina e imbarcati su un traghetto in partenza da Bari per essere rimpatriati.A pochi giorni dagli importanti sviluppi delle indagini sul fenomeno dei minori stranieri in apparente stato di abbandono condotte dal locale Commissariato di Polizia sotto la guida della dirigente Silvia Gentilini, il 27 febbraio è stato rimpatriato un minore albanese accolto da qualche mese presso una comunità per minori, con oneri a carico dell'Unione della Romagna Faentina. A seguito delle indagini, il padre del minore, consapevole della gravità delle contestazioni mosse a lui e a suo figlio, ha dichiarato la propria disponibilità a riprendere con sé il minore e fare rientro in Albania già nella stessa serata. Altri minori attualmente in comunità saranno affidati a parenti nel corso dei prossimi giorni.L'operazione è la prima del genere nel territorio faentino e fa seguito alla più generale e costante attività investigativa svolta in particolare negli utimi due anni dal Commissariato di Faenza in sinergia con i Servizi Sociali dell'Unione della Romagna Faentina, che ha già portato alla denuncia all’Autorità Giudiziaria di 22 minori e 6 maggiorenni albanesi per truffa aggravata in danno dello Stato. Ulteriori indagini hanno inoltre messo in rilievo profili di carattere penale inerente l’ingresso illegale nel territorio nazionale da parte del minore, ipotesi prevista e punita dal Testo Unico delle leggi che regolano l’ingresso degli stranieri nel territorio dello Stato.Quello dell'ingresso in Italia di minori albanesi si configura nella maggioranza dei casi come un vero e proprio stratagemma di natura illecita con l'unico scopo di aggirare le normative e inserirsi nel sistema di tutela riservato ai "minori non accompagnati". Uno "status" che di fatto permette il mantenimento nel nostro paese e un elevato standard educativo fino al compimento della maggiore età, oltre che facilitazioni per ottenere il permesso di soggiorno e per l’ingresso nel mondo del lavoro. Il tutto a carico dell’Amministrazione locale.Gli accertamenti hanno dimostrato come in realtà non si tratti di minori in stato di abbandono ma di ragazzi accompagnati in Italia da parenti, da amici connazionali o dagli stessi genitori, i quali, una volta oltrepassata la frontiera italiana, solitamente quella marittima di Bari e Brindisi, fanno poi ritorno immediato in Albania.Il fenomeno, iniziato alla fine del 2011, si è intensificato nel tempo, fino a toccare nel 2014 e 2015 le punte più elevate, con un flusso rispettivamente pari a 37 e 50 minori accolti in comunità. Nel 2016 il Comune di Faenza ha notificato ai genitori in Albania una diffida legale con la quale si è intimato il pagamento delle spese sostenute per l'accoglienza in comunità. Un'azione risarcitaria che ha avuto un effetto deterrente portando ad una significativa riduzione dei casi, pari a 9 nel 2016.Tra le prime realtà territoriali ad attivarsi a livello nazionale, con questa operazione Faenza si conferma in prima linea nel contrastare un fenomeno illecito di forte impatto sociale che procura un evidente danno alle risorse economiche a disposizione dei servizi sociali per fronteggiare i veri bisogni dei cittadini.
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