Romagna, la dura vita degli studenti «fuorisede»: «E' necessario lavorare per pagare alloggio e uscite»

Emilia Romagna | 04 Novembre 2022 Lab 25
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Matilde Liuzzi, Anna Balducci - Prezzi alle stelle, stanze trovate solo dopo mesi e mesi di ricerca, lavori extra per contribuire alle spese. Si parla molto, ultimamente, del rincaro degli affitti di appartamenti spesso piccoli e in condizioni disagevoli. Secondo un recente rapporto di Immobiliare.it Insights, un posto letto costa in media l’11% in più rispetto al 2021 e Bologna è tra le città più care d’Italia. Qui lavoratori e studenti fuorisede spendono in media 447 euro per una stanza singola. Anche per i giovani faentini trasferirsi nel capoluogo emiliano romagnolo può essere un bisogno, sia per obbligo di frequenza alle lezioni universitarie sia per il desiderio di una maggiore indipendenza. Questo comporta, però, una ricerca lunga e non sempre facile, diversi sacrifici e la necessità di lavorare, per vivere in situazioni di compromesso tra quello che si cerca e quello che si trova. A questo proposito abbiamo raccolto le esperienze di alcuni studenti dell’Università di Bologna: Matilde Zama di Faenza, ha 21 anni e studia Ingegneria chimica e biochimica. Elena Neri, invece, frequenta il secondo anno di Medicina e Chirurgia. Martina Panzavolta, nata a Lugo, sta finendo la triennale in Filosofia, mentre Emilio Censurato, 20 anni, è al secondo anno della stessa facoltà.

1) Avete riscontrato difficoltà nella ricerca dell’alloggio?
Matilde: «Ci sono voluti diversi mesi perché io e la mia coinquilina riuscissimo a trovare una stanza che rispecchiasse le nostre esigenze rispetto a prezzo e zona. Dal momento che su Immobiliare.it non bastava il tempo di vedere un annuncio che la casa era già stata affittata, abbiamo effettuato la ricerca tramite annunci su WhatsApp, su Facebook e nella bacheca universitaria. Tra le agenzie immobiliari, alcune non sono riuscite a trovare soluzioni, mentre altre richiedevano un acconto senza garantirci un alloggio entro un certo periodo. Sarebbe stato, quindi, un salto nel vuoto. Alla fine, siamo riuscite a trovare tramite contatti e passa parola».

Elena: «Meno rispetto ad altre persone. Ho iniziato la ricerca a marzo, un periodo in cui c’è meno richiesta, e a maggio ho trovato. Ci sono voluti due mesi e non è stato semplice. Io e la mia coinquilina ci siamo rivolte a delle agenzie ma, mentre alcune chiedevano una commissione, spesso equivalente a una rata dell’affitto, solo nel momento in cui trovavano l’alloggio, altre prevedevano una caparra per usufruire del servizio di ricerca, per poi proporre le stesse alternative disponibili su internet. Per questo abbiamo deciso di muoverci in autonomia, abbiamo trovato un annuncio su un sito e due settimane dopo siamo entrate in casa».

Martina: «Sono stata fra le poche ad avere una ricerca non disastrosa. Ho deciso di trasferirmi ad agosto del 2021, a ridosso dell’inizio delle lezioni, quindi era molto probabile che non riuscissi a trovare nulla. Una mattina, comunque, mi sono messa a cercare annunci su Facebook e ho risposto a più offerte possibili. Tra queste c’era quella di una ragazza che cercava una coinquilina, l’ho contattata e ora viviamo insieme».

Emilio: «Ho trovato subito casa tramite il gruppo WhatsApp ‘Cerco affitti UniBo’ perché non avevo pretese particolari, volevo solo andare via da Faenza. Condivido una stanza doppia e la casa è tutto sommato discreta. L’unica difficoltà è stata quella di rapportarsi con l’agente immobiliare: nonostante avesse accettato la mia richiesta, non rispondeva al telefono e voleva garanzie riguardo allo stipendio dei miei genitori. Non me lo aspettavo e, soprattutto, non avevo alcuna intenzione di coinvolgerli».

2) In che condizioni è la tua abitazione?
Matilde: «Stiamo in due in un monolocale e il rapporto qualità prezzo è esageratamente alto. Da sola non me lo sarei potuta permettere e mi sono dovuta accontentare della grandezza. Nonostante ciò, mi ritengo fortunata, perché l’abitazione è ristrutturata ed è in una bella zona, vicina alla mia facoltà».

Elena: «Non ho cercato in zona universitaria, ma vicino all’ospedale Sant’Orsola. L’affitto non è basso, ma è giusto, perché io e la mia coinquilina abbiamo due camere singole ampie e tenute bene».

Martina: «Ho la fortuna di vivere in una casa carina, insieme a ragazze simpatiche e in una zona vicina all’università, seppure lontana dal centro. La casa è vecchia, ma non cade a pezzi. Inoltre, l’ho trovata poco prima del rialzo dei prezzi degli affitti a settembre, quindi la spesa non è eccessiva».

Emilio: «Vivo insieme ad altri due ragazzi e sto bene, anche se credo di essere l’unico in questa situazione. L’affitto è contenuto, ma abito nella zona della Bolognina quindi mi sono dovuto adattare a tutti gli effetti».

3) Il prezzo dell’affitto incide sulla tua vita da fuorisede?
Matilde: «Finché ho avuto la possibilità di farlo, ho lavorato di sera per riuscire a coprire alcune spese da sola, senza l’aiuto dei miei genitori. Tutto sommato, non ho mai dovuto fare grosse rinunce».  

Elena: «Lavoro da quando ho quattordici anni, quindi, nel tempo, ho messo da parte molti soldi. Per questo il prezzo dell’affitto non incide nella mia vita da fuorisede».

Martina: «Stare in affitto non è semplice. Non posso gravare sulle spalle dei miei genitori, non perché loro non vogliano, ma perché io stessa non me la sento. Quindi, lavoro fin dai primi mesi in cui mi sono trasferita a Bologna. Ovviamente è un sacrificio, ma lo faccio volentieri. Dà molta soddisfazione pagare le uscite con i propri soldi».

Emilio: «Il prezzo dell’affitto incide molto sulla mia vita, infatti lavoro per contribuire il più possibile alle spese e questo porta via tempo allo studio. Ci sono giornate che devo dedicare totalmente al lavoro e altre in cui devo concentrarmi solo sull’università. Non è molto comodo».
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