Ravenna, un anno cominciato male per il nostro hub, il parere dei principali operatori: «Inizio 2024 duro, ora si recupera»

Emilia Romagna | 27 Aprile 2024 Economia
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Elena Nencini
Gennaio 2024 per i traffici del porto di Ravenna è stato un mese decisamente disastroso, con un -19,3% (oltre 421 mila tonnellate in meno) rispetto allo stesso mese del 2023. Secondo una nota dell’Autorità di sistema portuale di Ravenna «Il calo nei traffici del porto di Ravenna nel primo mese del 2024 riflette la situazione economica globale e del Paese, che sconta il permanere di politiche monetarie restrittive, la contrazione del mercato del credito, il peggioramento della fiducia di consumatori e imprese e il rallentamento dell’industria primaria, come conferma l’ultimo Bollettino economico di Bankitalia. La persistente debolezza del ciclo manifatturiero, delle costruzioni e degli altri settori altamente energivori si sarebbe estesa, inoltre, anche ai servizi».
Le tensioni politiche internazionali, in particolare in Medio Oriente e quelle tra Russia e Ucraina, pesano in parte sull’andamento del porto bizantino: i pareri di alcuni operatori sono ottimisti.

PEPOLI (SAPIR): 
«SPERIAMO IN MAGGIO»
Mauro Pepoli, amministratore delegato di Sapir, lo storico gruppo ravennate tra i principali terminal in grado di primeggiare nelle più disparate categorie merceologiche, dai liquidi alle rinfuse, agli acciai, con un’ormai vasta esperienza nel movimentare trasporti eccezionali, commenta così: «E’ inutile fare previsioni perché è difficilissimo, ci si salva con la diversificazione dei materiali. Più diversifichi più salvagenti hai: ci siamo salvati così finora. Ci vuole il mago Otelma oggi per fare delle previsioni, tra eventi esogeni e geo-politici: ma per fortuna cominciano ad esserci segnali positivi, speriamo in maggio. Non è facile diversificare: bisogna avere i magazini adatti per i differenti tipi di merci, le persone e i macchinari. Va programmato nel tempo, grazie all’automotive abbiamo diversificato con un orizzonte decennale, anche perché bisogna avere i piazzali, non puoi lavorare alla cieca. Inoltre è importante conoscere i mercati per non ribassare a casaccio, la diversificazione deve essere innovativa e di medio periodo. Contiamo sulla ripresa nel secondo trimestre dell’anno, intanto aspettiamo maggio».

MINGOZZI (TCR): 
«APRILE IN RECUPERO»
Giannantonio Mingozzi, presidente di Tcr, è ottimista: «Adesso, con aprile, stiamo recuperando il mese più triste che è stato gennaio 2024. Come container siamo vicini a migliorare quel -4% che abbiamo registrato nel 2023 sul primo trimestre e ad aprile si chiuderà con pari risultato del 2023 ma ci avviciniamo sempre di piùa dei risultati in pareggio. Il tema vero è che non è un problema solo del porto di Ravenna ma un problema dell’economia mondiale, il costo dei container è salito, così come il costo delle attività in mare, l’affitto delle linee è uno degli aspetti che più incide su questa difficoltà di arrivi e partenze. Io sono ottimista se aprile riesce a raggiungere il dato del 2023 vuol dire che siamo sulla buona strada . E’ chiaro che nel suo insieme i porti italiani hanno bisogno di avere un tema infrastrutturale che è ancora da completare, per esempio ricordo che nonostante l’impegno della Regione e dell’assessore Andrea Corsini la via Romea è in difficoltà. I rapporti con il nord Europa passano attraverso la gomma e di conseguenza bisogna fare qualcosa non solo per quanto concerne l’interno del porto o l’ambito portuale, come si sta facendo con la Classicana. Bisogna pensare al futuro che può essere solo un incremento dei traffici con il Nord Europa. Il Governo e la Regione devono per forza valutare un miglioramento della Romea, spero prima che poi». Alla domanda su quanto incide il conflitto tra israeliani e palestinesi sui traffici del porto di Ravenna, Mingozzi risponde: «Il mar Rosso influisce sui container: si è quasi dimezzato il numero di navi che passano attraverso il Mar Rosso però di contro il mercato del Mediterraneo continua ad essere buono, come per esempio per i reefer, contenitori refrigerati che portano quella merce fuori stagione o che riempie i buchi della realtà italiana. I reefer continuano a essere sostenuti negli arrivi. Il fatto che la frutta fresca, la verdura, continuano a ad avere il loro mercato è un fatto positivo che indica che non stiamo subendo in maniera drammatica il conflitto in Medio oriente. Lo stiamo invece subendo nel guerra in Ucraina, perché terre, sabbie, materiali sfusi che servono alle ceramiche sono più in difficoltà e non si trova una pari qualità rispetto al materiale che garantiva l’Ucraina».

VITIELLO (DOCKS CEREALI): 
«-40% A GENNAIO 2024»
L’amministratore delegato di Docks Cereali, Riccardo Vitiello traccia il quadro del traffico dall’inizio dell’anno: «I primi tre mesi per quanto riguarda il nostro terminal sono stati impegnativi: abbiamo avuto una riduzione nelle merci sbarcate importante, in percentuale importantissima. Bisogna anche considerare il momento contingente: l’anno scorso abbiamo lavorato tanto, abbiamo molta merce nei magazzini. Il calo rispetto allo stesso trimestre del 2023 è del -40%, con 150mila tonnellate in meno; ma quel periodo fu una partenza assolutamente fuori media, molto molto alta e che provocò anche una serie di problemi. Dicembre 2022 e gennaio e febbraio 2023 sono stati esplosivi, si tratta di un paragone con dati mai fatti nella storia. Non sono troppo preoccupato perché dovremmo recuperare nei prossimi mesi». Secondo Vitiello ad influire non sono le guerre in corso, conclude infatti: «A causa della guerra tra Russia e Ucraina i traffici sono stati molto altalenanti a causa della chiusura dei corridoi, che in questo momento però sono di nuovo aperti. Per quanto riguarda i cereali il conflitto tra Israele e Palestina non ci riguarda perché dal canale di Suez passano prevalentemente traffici petroliferi e container. Le nostre importazioni vengono dal Mar Nero, dal Sud America, in piccola parte anche da Nord America e Nord Europa. Un altro discorso invece riguarda invece l’aumento dei prezzi».
 
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