Ravenna, nuovi problemi per l’ex colonia di Marina: cambio di destinazione d’uso, ancora tante criticità da risolvere

Emilia Romagna | 08 Marzo 2024 Cronaca
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Elena Nencini - L’ex colonia di Marina di Ravenna fa ancora discutere: ennesima puntata per la questione del Residence Villa Marina, che dal 2002 quando è diventata residenza turistico-alberghiera (Rta) vede contrapposti il gestore Colonia srl, il Comune di Ravenna e i proprietari. 
L’imprenditore modenese Giancarlo Giacobazzi trasformò l’ex colonia in 157 abitazioni civili, 26 magazzini e locali di deposito, oltre a 7 unità accessorie, la destinazione di uso era di ‘residenza turistico-alberghiera’: i proprietari dei vari appartamenti possono usufruire solo per un mese l’anno del proprio alloggio, non possono tenere oggetti privati che li qualifichino come seconda casa e non come albergo, devono pagare la tari e la gestione deve essere unitaria e perciò affidata a Colonia srl. 
Lamentele, diffide, proteste, multe sono all’ordine del giorno, in una vicenda che scontenta tutti in particolare i proprietari che hanno pagato spesso a caro prezzo gli alloggi. La soluzione che chiedono in molti, ma non tutti, è il cambio di destinazione d’uso della struttura.

LE CRITICHE DI ANCISI
Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, ha dichiarato in una nota alla stampa: «La faccenda si avvia ad una svolta radicale... Compiuta positivamente l’istruttoria, il dirigente del Suap ha adottato il 1° marzo, la determinazione con cui esprime parere preventivo favorevole alla rimozione del vincolo alberghiero, condizionato alla valutazione positiva della dichiarazione dei redditi per il 2023, ancora da presentare. Avvenuto il parere definitivo favorevole, che avrà valore per un anno, l’attività alberghiera dovrà cessare, ponendo alla proprietà l’obbligo di presentare allo Sportello Unico per l’Edilizia (Sue) del Comune di Ravenna, ottenendone l’approvazione, il progetto edilizio per il cambio della destinazione d’uso dell’immobile». In attesa di una nota, l’amministrazione comunale comunque fa sapere che quanto dichiarato da Ancisi non è corretto.

LA NASCITA DELLE COLONIE
Sono una quarantina le colonie estive per l’infanzia che si trovano tra Ravenna, Milano Marittime e Cervia, una storia nata già nell’800 con finalità terapeutiche per i bambini con malattie tubercolotiche, poi in epoca fascista diventano strumento di propaganda, con funzioni educative e sanitarie. Dopo la seconda Guerra mondiale rimangono legate alla funzione sanitaria e ricreativa. Pian piano, con il boom economico, a partire dagli anni ‘70 e dalla voglia delle famiglie di organizzare liberamente le proprie vacanze, le colonie decadono. Se negli anni novanta alcune resistono ancora, come la Monopoli di Stato di Milano Marittima, la maggior parte viene inesorabilmente lasciata andare alle intemperie delle stagioni e al degrado. Sulla sola costa adriatica dell’Emilia-Romagna, nel 1986 erano presenti 252 colonie per l’infanzia: quasi la metà di tale patrimonio era ancora adibito a colonia estiva, recita una pubblicazione del 1986 dell’Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna 1986. 
La maggior parte sono di proprietà privata, per la maggior parte abbandonate, mentre 4 colonie risultano sottoposte a vincolo dalla Soprintendenza dei beni architettonici ed ambientali in quanto di interesse storico-testimoniale di complessivo pregio architettonico: Colonia Varese, Monopoli di Stato ex Montecatini, Centro climatico marino a Milano Marittima; la Colonia Croce Rossa a Ravenna.
I diversi vincoli che permangono su queste strutture e gli alti costi di ristrutturazione non invogliano gli investitori, in particolare il vincolo di non trasformarle in appartamenti o case.

LE COLONIE VINCOLATE
Colonia Varese
Fu costruita, in stile razionalista, tra il 1937 e il 1939 come una piccola città e poteva 29 ospitare circa 800 bambini, suddivisi tra maschi e femmine in camerate e refettori. Negli anni della guerra la colonia fu utilizzata come prigione e poi ospedale di guerra per l’esercito tedesco. Alla fine del conflitto, fu utilizzata come rimessa per gli aerei degli alleati. La Colonia Varese divenne il set cinematografico di due film: nel 1970 Marcello Aliprandi girò «La ragazza di latta» ed in seguito, nel 1983, Pupi Avanti la scelse come scenografia del film horror «Zeder», sceneggiato insieme al fratello e a Maurizio Costanzo.
Colonia Montecatini
Edificata tra il 1938 e il 1939 e poteva ospitare 1500 bambini e 300 persone di servizio; occupava 68.040 mq e aveva alcune caratteristiche architettoniche di rilievo, tra cui una torre alta 50 metri, che fu distrutta dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale. Durante la guerra la colonia divenne parte dell’aeroporto che gli alleati avevano allestito all’interno della pineta. Divenne poi proprietà del Monopolio di Stato che la ristrutturò nel 1952. Rimase in funzione fino al 1998. 
Il Centro Climatico Marino
E’ in pieno centro a Milano Marittima, fu costruita nel 1927 dalla Società Orchestrali di Milano per ospitare i propri membri, ma dai primi anni Trenta e fino alla metà degli anni Novanta del Novecento fu gestita dai Frati Camilliani. Tra il 1946 e 1949, e tra il 1981 e 1982, ospitò le scuole elementari Mazzini. Ha svolto la sua funzione di colonia estiva fino a metà degli anni ’90, cadendo poi in disuso fino ai primi del 2000, quando fu ristrutturata per ospitare nel 2004 e 2006 il reality «Campioni, il sogno». Anche per questa struttura si è parlato di trasformarla in un albergo a 5 stelle, la proprietà attualmente è della società Technogym di Cesena che voleva cambiare la destinazione d’uso per farla diventare una struttura ricettiva 5 stelle all’avanguardia con 180 parcheggi di cui 60 sotterranei, 94 stanze di lusso.
Colonia Croce Rossa
L’ex colonia Croce Rossa Italiana, creata dalla Federazione dei Fasci di Combattimenti di Ravenna nel 1934, pensata per 650 bambini più il personale; usata dalla Croce Rossa dopo il 1945 sempre come colonia estiva. Oggi è diventata il «Residence Villa Marina» (vedi sopra le ultime notizie).
Colonia Onfa 
La colonia dell’Opera nazionale figli aviatori (Onfa) a Punta Marina risale al 1950, con 100 posti letto. Di proprietà dell’Agenzia del Demanio che nel 2018 ha indetto un bando di valorizzazione per la concessione a privati intenzionati a riqualificare l’immobile. Tre offerte erano arrivate per la struttura di Punta Marina che doveva diventare un albergo. Ma non se ne è fatto più nulla.
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