Ravenna, Gommellini (Tcr): «Nuovo terminal: mercati più ampi, saremo pronti nel 2027»

Emilia Romagna | 27 Gennaio 2024 Economia
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Elena Nencini
Le merci movimentate da Terminal Container Ravenna (T.C.R), l’azienda controllata da Sapir e partecipata da Contship Italia, hanno registrato una flessione di circa il 5%: 190.350 Teus contro i 200.334 del 2022, anno che fu tra i più rilevanti in termini di volumi per la banchina ravennate.
Il nuovo direttore generale Giovanni Gommellini fa il punto sulla situazione e sui progetti futuri.
Gommellini, un bilancio del 2023?
«Un bilancio fondamentalmente positivo, per i contenitori siamo sotto di un 5% circa, ma rispetto al 2022 che è stato un anno fuori dal normale. Il 2024 sarà una sfida avvincente. Abbiamo fatto un primo budget ma bisognerà vedere cosa succede intorno a noi. Per la guerra in Ucraina non abbiamo risentito particolarmente perché abbiamo merci provenienti da altri porti. Quello che mi preoccupa è il conflitto in Palestina e il fatto che possa estendersi. La situazione del Mar Rosso al momento non ci penalizza, forse potremmo risentirne fra uno o due mesi, ma non direttamente. I nostri traffici sono principalmente intramed (flussi di merci che hanno, sia origine sia destinazione, all’interno del Mediterraneo nda). Se il conflitto si estendesse potremmo avere dei contraccolpi. Dall’altro lato stiamo pensando a mettere in cantiere il nuovo terminal».
Nel 2023 avete cominciato a lavorare con il settore automotive di Bmw. Come è andata?
«Bmv è un traffico aggiuntivo, stiamo parlando di auto e quindi di navi car carriers, che dovrebbe consolidarsi nel 2024. Terminata la fase sperimentale in dicembre, dovrebbe attestarsi sulle 3.000 vetture mese, auto di fascia alta del marchio tedesco Bmw trasportate nel Far East, principalmente Corea, ma anche Cina».
Sono cambiate le provenienze e/o le destinazioni delle merci?
«Non ci sono stati particolari cambiamenti, il 60-70% è di origine intramed, il restante proviene dal Far East. Adesso stiamo a vedere il mercato di Israele, Libano, Egitto, in particolare il settore dell’ortofrutta, che potrebbe subire qualche contraccolpo».
Come stanno andando i lavori per il nuovo terminal container in penisola Trattaroli?
«Fa parte del progetto Hub del porto di Ravenna: i lavori di urbanizzazione sono già iniziati, i lavori di adeguamento delle banchine saranno terminati nel 2024, nel frattempo cominceremo i lavori del piazzale. Se non ci saranno particolari slittamenti nel 2027 sarà tutto pronto per inaugurare il nuovo terminal. Resta aperto invece il discorso del collegamento con la stazione ferroviaria in destra canale, che dipende da un progetto di più ampio respiro di Rfi».
Cosa significa il nuovo terminal per Tcr?
«Significa lanciare Ravenna in un mercato più vasto e più competitivo. Grazie ai fondali di 14,5 metri potremmo lavorare navi da 5.000/8.000 teus e allargare il nostro bacino di utenza a tutto il nord Italia, con collegamenti ferroviari fino alla Germania e all’Austria. Da porto di origine/destinazione diventeremo anche porto di transito, e non guarderemo più solo il Mediterraneo».
Tra i progetti c’è anche quello di Logistica 1.
«Si, abbiamo tanti progetti in campo, tra cui Logistica 1, un retroporto attrezzato a pochi chilometri da Tcr, sulla Classicana. Questo è uno dei vantaggi del porto di Ravenna. In altre città queste zone sono distanti diversi chilometri».
Quanto spenderete per il terminal?
«Abbiamo vari scenari, la componente automazione farà la differenza, sceglieremo probabilmente una soluzione semi-automatica, ma stiamo ancora valutando. Al momento è prematuro parlarne. Comunque porterà nuove assunzioni e una forte riqualificazione del personale già impiegato, con continui corsi di aggiornamento».
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