Di Martino, direttore Coop. portuale di Ravenna: «Materie prime e ricambi sono il primo problema»

Emilia Romagna | 20 Maggio 2022 Economia
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Elena Nencini
Elemento fondamentale per la logistica dell’hub di Ravenna è la Cooperativa portuale, coinvolta nella quasi totalità delle operazioni di imbarco/sbarco e movimentazione delle merci, inoltre collabora e mette a disposizione il proprio know-how per sbarchi eccezionali ai vari terminalisti.
Denis Di Martino, da 2 anni direttore di Cooperativa portuale, fa il punto della situazione: «Usciamo da un periodo difficile, nel 2020 i lavoratori portuali hanno fatto anche 7-8 giornate di Ima (indennità di mancato avviamento nda), gli interinali - che sono una parte importante della Cooperativa portuale - sono stati i primi a risentire del calo di lavoro. È stato un periodo bello tosto, parte di questi lavoratori sono andati a lavorare per altre aziende, ma alla fine sono tornati da noi quando è ripreso il lavoro».
Come è andato il bilancio 2021?
«Lo chiuderemo a giugno. Il 2021 è stato un anno positivo, in generale, ma un anno complesso, articolato e strano. I primi tre mesi del 2021 sono stati difficili, nei successivi 9 siamo andati a gonfie vele ed abbiamo recuperato alla grande. Ma gennaio 2021 è stato uno dei mesi più brutti degli ultimi dieci anni del porto di Ravenna,poi, per fortuna, è aumentato il lavoro. Si sono raggiunti dei buoni obiettivi, ma ci sono stati aumenti dei prezzi del carburante, dei mezzi, dei pezzi di ricambio e i problemi per la reperibilità di qualsiasi cosa. Abbiamo dovuto affrontare diverse sfaccettature, adesso sarà un anno di ripresa e di speranza».
Come sta andando il 2022?
«Ad aprile si è verificata una leggera flessione, che però dopo 12 mesi di super lavoro è normale e fisiologica, adesso in questi primi 15 giorni di maggio stiamo lavorando. C’è chiaramente una fase di incertezza e preoccupazione in ambito portuale per la guerra, ma gli operatori si sono mossi per recuperare alcuni di questi traffici - come grano e argilla - e hanno trovato altri mercati come come la Turchia per l’argilla».
La mancanza di personale specializzato è  un problema per voi? 
«Per quanto ci riguarda non abbiamo questo problema, possiamo dire che risentiamo della mancanza di autotrasportatori, ma adesso siamo a 370 soci, il 1 gennaio 2022 abbiamo fatto 27 nuovi soci che rappresentano un bel traguardo sia dal punto di vista economico-finanziario che da quello operativo. Nel 2021 abbiamo assunto e formato 60 nuovi lavoratori interinali, globalmente in quest’ultimo anno abbiamo aumentato il numero dei lavoratori almeno di una cinquantina. Oltre ai soci usiamo 80 interinali, adesso stanno facendo il corso di formazione altri 14 ragazzi e poi cominceranno i vari affiancamenti».
Di quanti mezzi è composto il vostro parco macchine?
«Di circa 300 mezzi meccanici per lo sbarco, imbarco e movimentazione delle merci, tra muletti di varie dimensioni, autogru, trattori portuali, escavatori, pale gommate, rimorchi».
L’aumento dei costi dei carburanti e dei materiali ha influito sul vostro lavoro?
«Ha influito tanto sul nostro lavoro, perché oltre ad offrire manodopera ai terminalisti offriamo anche mezzi, mezzi che vanno a nafta e quindi hanno un impatto importante. Ma soprattutto ha avuto un impatto importante l’aumento del ferro e dell’acciaio che ha inciso sulle attrezzature e sul costo dei mezzi. Nel giro di un anno per acquistare alcuni mezzi c’è stato un aumento del 30-40%, stessa cosa per i pezzi di ricambi. Abbiamo acquistato tre trattori portuali per il carrellamento all’interno dei terminal che ci verranno consegnati tra un anno, oltre 6 mesi fa abbiamo ordinato un muletto che doveva essere pronta consegna e lo stiamo ancora aspettando, così come siamo in attesa di pezzi di ricambio da due-tre mesi. La reperibilità delle materie prime e dei pezzi di ricambio è il primo dei problemi per la nostra attività»
A breve partiranno i lavori dell’hub portuale chene pensa?
«Una parte dei lavori sono già partiti: l’approfondimento del canale lo aspettiamo da almeno 25 anni, la realizzazione dei 12.50 e poi dei 14.50 m. aprirà il porto di Ravenna al mondo, avremo l’opportunità di avere tipologie di traffico diverso. Sarà un cantiere enorme, il porto di Ravenna non dovrà ragionare per comparti, ma in maniera unitaria perchè sarà un’opportunità per tutti. Il nostro hub è a un bivio, la strada è quella giusta perchè ci sono tutte le potenzialità per essere proiettati tra i grandi porti di Europa».
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