Credito, parla il ravennate Patuelli, da 10 anni a capo dell'Abi: «E’ giusto abbassare i tassi a livello europeo, non servono imposte sugli utili delle banche»

Emilia Romagna | 09 Gennaio 2024 Economia
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Manuel Poletti - «Nel 2024 sarebbe utile che la Bce iniziasse ad abbassare i tassi d’interesse per sostenere ripresa e occupazione. Non esistono extraprofitti per le banche da tassare con gravose imposte, ma gli utili servono per rafforzarle a livello patrimoniale, come richiedono le nuove regole di “Basilea 3+” che andranno in vigore da gennaio 2025. L’alluvione in Romagna? Banche ed assicuraizoni, insieme alle Fondazioni, sono state tempestive ad intervenire a favore di famiglie e imprese colpite». Antonio Patuelli, ravennate, da oltre 10 anni alla guida dell’Abi (Associazione banche italiana), presidente del aGruppo Cassa di Ravenna, analizza così questi ultimi dodici mesi e guarda al futuro, denso ancora di incognite a livello economico e sociale, anche per l’Italia.
Presidente Patuelli, è stato un 2023 molto impegnativo per famiglie e imprese. Aumento dei tassi e inflazione elevata per il secondo anno consecutivo hanno pesato nelle tasche degli italiani, dopo gli anni pandemici. Dal suo osservatorio qual è la situazione? Nel 2024 migliorerà?
«L’inflazione già cresceva subito dopo i terribili anni della pandemia ed è fortemente accelerata in Europa e in Italia dall’inizio della guerra russo-ucraina, soprattutto per gli incrementi dei costi dell’energia. La terapia più tradizionale per combattere l’inflazione da parte delle banche centrali è quella delle “strette monetarie” che consistono innanzitutto negli aumenti dei tassi ufficiali di sconto e nelle restrizioni della liquidità variamente immessa sempre dalle Banche centrali nei mercati finanziari anche tramite le banche. Queste misure delle Banche centrali, non solo certamente della Bce, hanno innestato una fase molto diversa dal decennio dei tassi a zero che nella storia d’Italia, dal 1861 in poi, è stata una solitaria eccezione. Ora i dati del recentissimo mese di novembre indicano la riduzione dell’inflazione nell’area dell’euro al 2,40%, una misura molto vicina all’obiettivo del 2% che la Bce aveva fissato come equilibrato per l’inflazione. Conseguentemente mi pare necessario che la Bce non si limiti a non crescere ancora i tassi, ma inizi ad orientarsi senza ritardi per costruire una nuova fase di riduzione dei tassi e di sostegno alla ripresa dello sviluppo e dell’occupazione».
In Romagna quanto ha inciso «l’effetto alluvione»? Le banche stanno facendo tutto il possibile per sostenere chi è stato colpito da questa tragedia? E il Governo nazionale? Confindustria, Legacoop e le altre associazioni economiche locali sono molto critiche...…
«Le banche ed anche le assicurazioni, con le quali le banche realizzano molto spesso circuiti virtuosi, e le Fondazioni di origine bancaria hanno fatto da subito, e continuano, tutto il possibile per sostenere chi è stato colpito dall’alluvione. L’Associazione Bancaria Italiana è molto impegnata nei casi di calamità naturali, terremoti o alluvioni: in proposito ha stipulato un accordo con la Protezione Civile che diventa operativo ogni qualvolta si determini un evento del genere che sia riconosciuto tale da una apposita delibera del Consiglio dei Ministri e dall’ordinanza della Protezione Civile, a seguito delle quali l’Abi sollecita le banche a sospendere immediatamente gli oneri per coloro che ne abbiano i requisiti e che siano stati colpiti da terremoti o alluvioni. Anche in questi casi nel 2023 è stata evidente la tempestività delle banche operanti in Italia. Per il resto l’Abi non entra mai nella polemica politica e, quindi, non si esprime sulle responsabilità di ogni livello delle istituzioni della Repubblica».
«Banche, 2023 anno d’oro: 43 miliardi d’euro di utili», titolava il Sole24Ore a metà novembre scorso. A fronte di questo dato una tassa sugli «extraprofitti» degli istituti di credito può essere giusta o no? Perché?
«Dal 2008 le banche in Italia hanno compiuto forti sacrifici, insieme ai loro azionisti, lavoratori e rappresentanze sindacali; le crisi bancarie si sono susseguite in tutto il mondo a seguito di vari eventi e hanno determinato in Italia forti ristrutturazioni e riorganizzazioni nelle banche, ingentissimi aumenti di capitale e accantonamenti a riserve con impegni e sacrifici degli azionisti. Inoltre, per quasi 10 anni, i tassi in Europa e in Italia sono stati a zero per decisioni della Bce, con tassi molto vantaggiosi per coloro che sottoscrivevano prestiti. Il 2023 ha visto i risultati di tante riorganizzazioni e di tanti sacrifici, con tassi che non sono più a zero e che non sono determinati dalle banche, ma dalla Bce che, peraltro, in Occidente non è la Banca centrale che li tiene più elevati: in Usa e in Gran Bretagna, per esempio, i tassi sono più elevati. Gli extraprofitti non esistono, perché se esistessero, si dovrebbe parlare anche di extraperdite quando si sono determinate come, per molte, non per tutte, le banche negli anni passati. Ora la legge italiana dispone un’alternativa fra il pagamento di una gravosa imposta patrimoniale e la spinta all’ulteriore solidità patrimoniale delle banche che è indispensabile per sostenere la ripresa in tempi difficili e per preparare le banche che, dal primo gennaio 2025, dovranno avere requisiti patrimoniali più rilevanti in applicazione delle nuove regole di “Basilea 3+”».
La società italiana, e anche quella romagnola a sentire Caritas ed altri enti, appare sempre più caratterizzata da disuguaglianze sociali. La classe media è sempre povera e le differenze con i ricchi aumentano. Come si fa ad invertire questo trend? Basta il salario minimo?
«La Costituzione della Repubblica indica, nella sua prima parte, quella di natura programmatica, gli obiettivi e i metodi per le tutele e le garanzie sociali a cui occorre siano destinate maggiori attenzioni. Nello specifico il mondo bancario non interviene nelle polemiche politiche ma opera direttamente e indirettamente (tramite anche le benemerite Fondazioni di origine bancaria) a sostegno delle esigenze sociali dei territori di operatività».
Il 2024 si prefigura a crescita bassa, fattori internazionali come la crisi della Germania e le guerre in Ucraina e Medioriente, stanno frenando l’economia. Lei a Roma in occasione della Giornata del Risparmio ha sottolineato: «Chiediamo alla Bce di combattere l’inflazione evitando una nuova recessione: bisogna soprattutto incentivare lo sviluppo». Come?
«Dopo un decennio di tassi a zero le crisi hanno indotto le banche centrali sostanzialmente di tutto il mondo ad aumentare i tassi ufficiali di loro competenza. Ora si vedono diffusi sintomi di riduzione dell’inflazione: per evitare una nuova recessione e incentivare lo sviluppo e l’occupazione occorre che le Banche centrali siano tempestive nel cogliere le novità della riduzione dell’inflazione e accompagnarne il calo con un progressivo allentamento della “stretta monetaria” da esse impressa e, quindi, con una riduzione dei tassi che il mercato, con i propri indici, sta iniziando già ad anticipare».
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