Sport e disabilità, la storia di Luca Chiarini: "Il tennistavolo mi ha cambiato la vita dopo l’incidente: ora aspetto i tornei internazionali e sogno le Paralimpiadi"
Luca Alberto Montanari
Per festeggiare la vittoria del suo amato Cesena contro il Santarcangelo ha scelto di affidarsi a Facebook: «Grazie ragazzi, ma grazie davvero. Per un Cesena così mi alzo in piedi». Luca Chiarini ha 39 anni e dal 19 gennaio 2002 ha perso l’uso delle gambe per colpa di un tremendo incidente stradale, che lo ha obbligato a vivere su una sedia a rotelle, ma che evidentemente non ha cancellato lo spirito coinvolgente e travolgente di questo ragazzo nato a Solarolo e oggi residente a Bagnacavallo. «Sono diventato tetraplegico, ma io amo la mia vita e mi diverto tantissimo. Ho solo dovuto abbandonare la mia grande passione, cioè il calcio: facevo il portiere, ho indossato le maglie di Solarolo, Bagnara, San Rocco, ho giocato tanti anni in Seconda categoria, poi ho chiuso a 21 anni. Ho chiuso con il calcio, ma non ho chiuso con lo sport».
Da un anno e mezzo, infatti, Chiarini è diventato un asso del tennistavolo paralimpico, partecipando ad alcuni stage con la Nazionale azzurra, in attesa della prima partecipazione al torneo internazionale Open in programma a marzo a Lignano Sabbiadoro. Ed è stato proprio il tennistavolo a regalare tanti sorrisi e tantissime soddisfazioni sportive a Luca: «Ho cominciato un anno e mezzo fa, grazie a Davide Scazzieri, presidente di Lo sport è vita Onlus. Assieme a me c’erano già Carlotta Ragazzini, giovanissima atleta di Faenza, nel giro della Nazionale, e l’altra atleta Giada Rossi, friulana, seconda nel ranking, bronzo a Rio e agli ultimi Mondiali e seconda nel ranking classe 2. Con il tennistavolo è stato amore a prima vista. Quando ho incrociato Davide a Montecatone, ci siamo raccontati le nostre storie di sport e di disabilità. Lui mi ha subito consigliato di provare con il tennistavolo e io ho accettato il consiglio. A quel punto ero a un bivio: considerare il tennistavolo un divertimento o uno sport da praticare a livello agonistico. Ho scelto di provarci e ora sono qua, con una medaglia d’oro vinta nel mio primo campionato paralimpico regionale a Modena. Gioco nella classe 1, che è la più grave: abbiamo la racchetta legata, avendo handicap importanti, ma ci divertiamo tantissimo. Non vedo l’ora di cimentarmi con i tornei internazionali, poi proverò a coronare il mio sogno più grande: le Paralimpiadi. Per il 2020 è impossibile, ma Parigi 2024 non è un traguardo irraggiungibile e io darò il massimo per andare ai Giochi».
Il tennistavolo, al di là delle vittorie e dei sogni, ha aiutato tantissimo Chiarini anche nella vita quotidiana: «Ha riacceso il mio spirito competitivo - spiega - e soprattutto ha cambiato e migliorato la mia postura. Dal 2004 lavoro in una associazione a Bagnacavallo e fino a due anni fa mi sono sempre dedicato a questo, ma ora c’è anche il tennistavolo, che mi regala tantissime soddisfazioni. Quest’anno, a dire il vero, le soddisfazioni non me le sta regalando solo lo sport che pratico, ma anche quello che seguo da tifoso: il calcio».
E qui si apre un altro capitolo della vita di Chiarini, da sempre tifosissimo del Cesena: «Con il fallimento non è cambiato nulla, io tutte le domeniche vado allo stadio. Purtroppo l’incidente ha cambiato le mie abitudini e mi ha obbligato a ridurre drasticamente le trasferte, ma al Manuzzi non manco mai. In questi anni ho stretto amicizia con tanti calciatori e oggi c’è un bellissimo legame con Federico Agliardi, Danilo Alessandro e Gianni Ricciardo, ma anche con Emmanuel Cascione. Con Danilo e Gianni ci siamo scambiati le maglie, poi loro sono venuti alla Casa Accoglienza Anna Guglielmi a Montecatone, per trascorrere un pomeriggio meraviglioso insieme a noi e per cimentarsi ovviamente con il tennistavolo. All’inizio dell’anno siamo stati anche premiati a bordocampo dal Cesena: è stata un’emozione davvero fortissima».