Scor cum ut à insigné tu mé! il 9 aprile al circolo I Fiori di Faenza

Faenza | 08 Aprile 2019 Cultura
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Federico Savini
Che si cambia lochescion lo dicevamo anche la scorsa settimana, ma visto che cambiamo anche giorno della settimana eccoci a ribadirlo: «Scor cum ut à insigné tu mé!», il reading in dialetto romagnolo con poeti, cantanti, attori e scrittori che il nostro settimanale organizza insieme a La Musica delle Aie, si terrà quest’anno non più il giovedì bensì martedì 9 aprile, alle 21, sempre a Faenza ma presso il Circolo I Fiori, in via Di Sopra 34, nel Borgo Durbecco.  
Sarà come sempre un’occasione per riscoprire la semplice, profonda ed esplosiva bellezza comunicativa del nostro dialetto in un contesto comunitario, quello di una lingua letteralmente nata, cresciuta ed evoluta fra la gente, nelle aie, nelle piazze e nei bar. E a fare da «medium» tra la lingua dei nostri padri e il mondo sempre più digitale e impalpabile che ci è toccato in sorte (visto che di palpabile ormai ci restano solo gli schermi dei telefonini), saranno come sempre gli artisti che abbiamo invitato a dare «rappresentanza» di una lingua di cui ogni anno scopriamo possibili e nuove declinazioni espressive.
Immancabili da alcuni anni, saranno dei nostri anche al circolo I Fiori gli attori Gianni e Paolo Parmiani, esplosivi portabandiera di un teatro dialettale che si muove ad altezze cabarettistiche inaudite, con una capacità affabulatoria e improvvisativa fuori dal comune. Ma tanto già lo sapete.
Tornerà per la terza volta nella nostra «arena» anche il professor Mario Gurioli, autentica autorità su tutto quanto è tradizione contadina in Romagna, divulgatore indefesso (ma guai ad essere nostalgici!) e autore di libri preziosi che raccontano con dovizia e senza spocchia chi siamo stati. Gurioli è peraltro un asse portante della Filodrammatica Berton, nonché la storica spalla di Giuliano Bettoli nella trasmissione radiofonica a cui abbiamo rubato il nome. A proposito, se ricordate la canzone che introduceva la trasmissione «Scor cum ut à insigné tu mé!», scritta quasi un secolo fa da Ino Savini e Ugo Piazza, beh, aspettatevi una sorpresa da parte di Pietro «Quinzan» Bandini e qualche corista da reclutare in loco, visto che la Serenata dello studente Oi burdela del 1925 verrà insignita del titolo di «sigla ufficiale» del nostro reading.  Tornando a Gurioli, il professore interverrà come fulester, con una fiaba che ci dirà molto della differenza tra uomini e donne (e relativi usi e comportamenti) nella Romagna di una volta.
Ricchissimo il  versante musicale, con il virgulto Cres, scatenato esponente dell’ultima generazione che ha rimesso mano alla musica folk ma in lingua dialettale nostrana, dapprima come principale voce dei Radìs e oggi coi suoi nuovi progetti. E saranno «prime» anche le esibizioni del cantautore rigorosamente dialettale Adriano «Cico» Cicognani e del poeta e dicitore romagnolo Lorenzo Scarponi, che per l’occasione ha in serbo un numero dantesco su cui non anticipiamo nulla.
Grande musica in lingua romagnola con la cantante soul-blues lughese Serena Bandoli, e tornerà insieme al chitarrista Gabriele Bombardini anche Luisa Cottifogli, che alla «nostra» lingua (lei è romagnola d’adozione) ha dedicato progetti che trasudano una passione rara anche per gli autoctoni.
Di ritorno da Meldola, poi, la poetessa Laura Turci, fra le più apprezzate nuove voci della nostra lirica vernacolare, sorprendente per sintesi, maturità e profondità d’indagine. E per restare sulla poesia e sui ritorni, è praticamente nostro ospite fisso l’imolese Carlo Falconi, che però imbraccerà la chitarra per regalarci alcune nuove canzoni della sua band: i Balconi.
Un altro affezionato di «Scor cum ut à insigné tu mé!» è poi Valentino Bettini, leader degli indimenticati Koppertoni e autentico «punk di campagna», che quest’anno minaccia di presentarsi insieme a un altro dei simboli della Romagna: E mutor!
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