Bagnacavallo, arriva il maxi risarcimento Vulxcaflex

Bassa Romagna | 13 Settembre 2015 Cronaca
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Con un cospicuo risarcimento di oltre 2 milioni di euro a favore del Comune di Bagnacavallo, l’azienda cotignolese Vulcaflex andrà a chiudere una partita iniziata quasi trent’anni fa con la discarica abusiva di via Rossetta.
Mancano solo poche firme sull’accordo, che dovrebbe arrivare in queste ore, per ratificare la transazione. Soldi che andranno a rimpinguare le casse dell’ente in un periodo difficile per tutti e che verranno impiegati per progetti sul territorio a favore dell’ambiente: non è scritto nero su bianco, ma la mente corre all’attesissimo sottopasso di via Bagnoli.
Dopo le vicende contestate in sede penale (vedi box), si aprì il processo civile per quantificare il risarcimento del danno dopo le condanne a carico di Paolo Rondinelli, Tommaso e Alessandro Vecchi, oltre a Mario Bozzi, patron della Vulcaflex.
Nel 2003 il Tribunale di Ravenna stabilisce in 1 miliardo e 197milioni di lire il risarcimento del danno a favore del Comune di Bagnacavallo e in 384 milioni di lire il danno ambientale verso lo Stato. Cifre che gli imputati avrebbero dovuto pagare in solido: in altre parole, il singolo condannato poteva essere chiamato a rispondere dell’intera cifra, salva la possibilità di rifarsi, in un secondo momento, sui colleghi di sventura
Nel 2012 il giudice d’appello (civile) riconobbe che il danno ambientale, prima riconosciuto allo Stato, andava liquidato al Comune di Bagnacavallo. Nel frattempo, è passata molta acqua sotto i ponti e, visti i fallimenti aziendali e il tempo che non ha pietà dell’anagrafe, sulla scena è rimasto solo Bozzi alla guida di Vulcaflex, realtà industriale fondamentale per la cittadina di Cotignola che, proprio grazie all’imprenditore milanese e all’arrivo della Vulcaflex, favorito dalle agevolazioni economiche destinate alle aziende che decidevano di investire nelle zone più colpite dalla Seconda guerra mondiale, conobbe un periodo di sviluppo. Oggi sono più di 300 i lavoratori della spa.
 «Si può sostenere – spiega l’avvocato Lorenzo Bucchi, decano degli avvocati lughesi e legale di Mario Bozzi – che il Comune di Bagnacavallo venga pagato due volte. Da una parte, la discarica venne bonificata a suo tempo grazie a un cospicuo finanziamento statale destinato proprio alla bonifica dei territori. Dall’altra, il risarcimento che viene riconosciuto da tribunale, in questi giorni oggetto della transazione. I principi giuridici a base del nostro ordinamento prevedono infatti che il danno venga comunque risarcito e la somma rivalutata tenendo conto del tasso di interesse legale  che allora si aggirava attorno al 10%». Così la cifra è lievitata fino a superare i 2,4 milioni di euro. Dura lex, sed lex.
L’azienda di Cotignola in questi anni ha fatto diverse proposte per arrivare a patti col Comune di Bagnacavallo e chiudere la partita con una transazione: un accordo bonario tra le parti, basato su cifre inferiori. Il Comune di Bagnacavallo, non soddisfatto dalle proposte, aveva dato il via a due procedimenti di esecuzione: uno di questi venne interrotto lo stesso giorno in cui gli ufficiali giudiziari erano pronti a varcare i cancelli dell’azienda per iniziare il pignoramento.
Il Comune di Bagnacavallo, che prima aveva più volte rinunciato alle proposte di Vulcaflex, a pochi giorni dall’udienza di Cassazione, prevista il prossimo 16 settembre, ha poi cambiato rotta. Da una parte l’azienda: un esborso del genere avrebbe messo a rischio il futuro degli oltre 300 dipendenti dell’azienda cotignolese, una eventualità da scongiurare nell’interesse di tutti. Dall’altra il Comune: occorreva mettere fine a una situazione di incertezza e rimpinguare le casse dell’ente, senza mettere a repentaglio tanti lavoratori.
Così  è partita la trattativa ed è arrivato, in questi giorni, l’accordo di massima che, con la firma dei prossimi giorni, andrà a chiudere la vicenda. La prima bozza di transazione prevedeva la liquidazione di 2,4 milioni di euro (cifra stabilita dal giudice nel 2012 e rivalutata secondo parametri di legge) in 12 rate annuali da 200mila euro Ora l’accordo, a cui mancano solo le firme, dovrebbe ruotare attorno a una cifra inferiore (2,1 milioni di euro) da saldare in tempi più stretti. «Complice il buon periodo che attraversa l’azienda e lo spessore dell’imprenditore – spiega Bucchi -, Bozzi è pronto alla transazione per porre fine a una situazione di incertezza. Vulcaflex è una grande azienda, che ha superato brillantemente la crisi per conquistare importanti fette di mercato e clienti prestigiosi, dalla General Motors alla Bmw, assicurando al tempo stesso molti posti di lavoro sul territorio. E’ giusto che gli imprenditori spendano energie per far crescere l’impresa e non perdano tempo alla soluzione di queste controversie che si trascinano da tempo». (samuele staffa)
 
 
LA DISCARICA DI ROSSETTA
Tutto nasce da fatti risalenti agli anni ottanta, quando iniziava a maturare una nuova coscienza ambientalista: nuove leggi che la stessa pubblica amministrazione faticava ad applicare al 100%.
Fu il vigile urbano Roberto Borghini a segnalare che in via Rossetta, nel terreno di proprietà di Rondinelli, si stavano interrando con una ruspa  fusti metallici da 200 litri mediante una ruspa. Così il fatto venne segnalato all’autorità giudiziaria e il pretore di Lugo Roberto Riverso ordinava la perquisizione dell’area di circa 250x20 metri. Nel corso di diversi sopralluoghi vennero a galla rifiuti classificati per la maggior parte come «speciali», con zone interessate da rifiuti «tossici e nocivi» che avevano rilasciato metalli pesanti in concentrazioni superiori a quelli previsti dalla legge. Anche la falda acquifera venne intaccata dalle sostanze inquinanti, tanto che il 14 agosto del 1986 il sindaco di Bagnacavallo ordinò a Rondinelli di eliminare la discarica, attivata senza le dovute autorizzazioni, e dissodare il terreno circostante. Nel 1987 il primo cittadino di Bagnacavallo dispose, con ordinanza, il divieto di approvvigionamento idrico dai pozzi artesiani circostanti. La questione fece discutere e allarmò la popolazione.
Fatti ripresi dalla prima sentenza sulla questione del 4 maggio del 1989 emessa dal giudice Roberto Riverso, allora Pretore di Lugo, che vedeva come imputati nella causa penale il cotignolese Paolo Rondinelli, i fusignanesi Tommaso e Alessandro Vecchi e Mario Bozzi, milanese e patron della Vulcaflex spa di Cotignola.
Rondinelli venne ritenuto responsabile dal giudice Riverso di cinque fattispecie di reato: smaltimento rifiuti speciali senza autorizzazione, smaltimento di rifiuti tossico nocivi senza autorizzazione, realizzazione di una discarica di rifiuti speciali in mancanza della prescritta autorizzazione, danneggiamento dovuto all’inquinamento della falda acquifera e inosservanza del provvedimento legalmente dato dal sindaco di eliminare la discarica abusiva. In tutto 22 mesi di arresto e 8 milioni e 850mila lire del vecchio conio. E vennero condannati anche Mario Bozzi, amministratore unico della Vulcaflex spa e, dal maggio ’86, anche della Cotex, quest’ultima subentrata nella conduzione della azienda Vigotex, che fino al marzo 1986 vide Tommaso Vecchi in qualità di amministratore unico e il figlio Tommaso in qualità di dirigente e procuratore.
Bozzi venne ritenuto responsabile in concorso con gli altri imputati dei reati, due, di smaltimento rifiuti speciali senza autorizzazione e discarica di rifiuti speciali senza autorizzazione: sei mesi di arresto e 3 milioni e 700mila lire di ammenda (attenuanti generiche e pena sospesa). Alessandro e Tommaso Vecchi, vennero condannati per gli stessi reati contestati a Bozzi, a cui si aggiunse lo smaltimento di rifiuti tossico nocivi senza autorizzazione (attenuanti e pene sospese). Ai soccombenti spettò coprire anche le spese del processo.
Vulcaflex, Vigotex e poi Cotex si avvalevano di Rondinelli, proprietario della discarica di via Rossetta e titolare dell’azienda di autotrasporti, per lo smaltimento dei rifiuti derivanti dalle lavorazioni. E per il giudice Riverso, tutti, anche se da prospettive diverse, avevano concorso in diversi reati.
Il giudice riconobbe anche il risarcimento del danno morale, materiale a favore di Comune di Bagnacavallo, Regione e Provincia, rimandando la quantificazione a separato giudizio civile, assieme al danno ambientale, ad appannaggio esclusivo dello Stato. Così sono partiti la vicenda giudiziaria in sede penale, oggi chiusa, e il giudizio civile sul risarcimento, prossima all’epilogo. (s.sta.)
 
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