Beach Tennis, Colbucci: «Movimento in crescita, ma Ravenna ha perso il treno»»

Ravenna | 14 Giugno 2015 Sport
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Appena il sole primaverile si fa tiepido, il «must» dei ravennati è correre in spiaggia. Ma da una ventina d’anni, nella borsa, fra il telo e gli occhiali, per moltissimi non può mancare il racchettone. Dall’arnese di legno dei primordi agli attuali strumenti in grafite, carbonio e kevlar che arrivano a costare 200 euro.
Ravenna ha forgiato due generazioni di campioni e conserva il primato mondiale, con una «cupola» di atleti invincibili che respinge gli attacchi concentrici di altri italiani, di brasiliani, russi, francesi, spagnoli, statunitensi e venezuelani.
Alessandro Calbucci domina il circuito mondiale da diverse stagioni: nelle ultime due, con Marco Garavini, ha costituito un binomio che ha centrato due slam consecutivi - aggiudicandosi i titoli mondiali, europei e italiani – e che punta ad una terza stagione con massimi obiettivi.
«Mantenere alte le motivazioni – dice ‘Calbu’ - sarà uno dei compiti più difficili. Non si può cedere un millimetro da questo punto di vista, perché gli avversari sono pronti ad approfittarne».
Chi temete quest’anno?
«I tornei di Cagliari e Castiglion del Lago hanno messo in evidenza Cappelletti-Marighella e Carli-Meliconi. Penso che gli avversari principali saranno loro. Poi rientrerà dall’infortunio Mingozzi, che giocherà con Font…».
Cinque ravennati su otto…
«Sì, comandiamo ancora noi. Ma questa città ha ormai perso la possibilità di valorizzare questo sport nato qui e che all’estero ha sviluppi clamorosi. Anche quest’anno non ci sarà nessun torneo a Ravenna. E presto noi top player saremo probabilmente costretti ad andarcene dove ci saranno le possibilità di proseguire la nostra attività. Qualcuno lo ha già fatto. All’estero ministeri ed enti locali aiutano gli atleti. A noi qui non ci considera nessuno».
Cosa ci sarà di nuovo nel 2015? «Il numero aumentato di giocatori competitivi. Questo renderà interessanti i tornei sin dai sedicesimi di finale, che andranno approcciati con la concentrazione al massimo. Non ci sarà tregua. Ogni partita sarà decisiva e alla fine il fattore fisico avrà un aspetto decisivo».
Il beach tennis è in espansione ovunque, cosa manca per un lancio in grande stile?
«Prima di tutto media e comunicazione, soprattutto la Tv. Noi però dobbiamo offrire uno spettacolo più televisivo…». Hai delle idee?
«Innanzitutto usare una palla più grande e leggera. E poi impedire di rispondere nei primi due metri di campo. Si garantirebbe uno scambio più lungo e meno frenetico».
Sei il più riconosciuto ambasciatore di questo sport nel mondo. Come vanno le cose fuori confine?
«Ci sono progressi interessanti in Brasile e Russia. Ma non c’è un coordinamento. Siamo una micro-sezione della federazione tennis che non investe e non crede in noi, anche se portiamo risultati interessanti. Il gioco progredisce solo per la forza autonoma che ha, perché appassiona e coinvolge in modo totale».
Ad Aruba sei ormai di casa…
«E’ il luogo dove si svolge il torneo più bello e famoso. Ma la Federazione ha negato l’autorizzazione al main sponsor ‘Sexy’ perché ha ritenuto quel marchio lesivo della morale, anche se commercializzava occhiali, costumi e racchette. Così Aruba è uscita dalla Itf. Incredibile!  Chissà se avrebbero fatto così anche con la Virgin…».
Una parola sul movimento femminile…
«Più vario, perché le straniere sono più aiutate e le italiane hanno meno vantaggi. C’è meno professionismo e i tornei sono più imprevedibili».
Sui giovani invece?
«Crescita fantastica, soprattutto qui in Romagna, grazie a grandi istruttori fra cui vorrei nominare Nicola Gambi».
In Romagna il beach tennis è ancora al top?
«Ci saranno i Mondiali a Cervia fra il 31 luglio e il 2 agosto. E due week-end consecutivi di tornei importanti a Riccione a fine giugno». (Marco Ortolani)
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