Martedì 10 alle 17 alla biblioteca Classense la proiezione del documentario “Il sorriso della patria"
In occasione del Giorno del Ricordo, con il quale il 10 febbraio si commemorano le vittime dei massacri delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata, è in programma per martedì 10 febbraio, alle 17 alla sala Muratori della biblioteca Classense (via Baccarini 3) la proiezione del documentario “Il sorriso della patria – L’esodo giuliano-dalmata nei cinegiornali del tempo. Immagini, schede e testimonianze sulla storia del confine orientale per gli studenti di oggi”, realizzato dall’Istituto piemontese per la storia della Resistenza.In apertura dell’incontro il Prefetto Francesco Russo conferirà la medaglia ricordo e l’attestato che il Presidente della Repubblica ha decretato in onore del caduto Livio Miserocchi (di anni 21). Ritirerà i riconoscimenti la sorella Lina Miserocchi di San Pietro in Campiano, accompagnata dal figlio Fausto Ridolfi.Dopo un saluto del Sindaco Fabrizio Matteucci, il documentario sarà presentato da Alessandro Luparini, direttore della Fondazione Casa di Oriani, e da Giuseppe Masetti, direttore dell’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia.L’appuntamento è promosso dall’Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in Ravenna e provincia e dalla Fondazione Casa di Oriani, in collaborazione con l’Istituzione biblioteca Classense, con il patrocinio del Comune e della Provincia.Soggetto, testi e ricerche sono di Enrico Miletto; regia e montaggio di Giulia Musso; il coordinamento è di Riccardo Marchis.Nel documentario, della durata di 45 minuti, sono confluiti i più noti cinegiornali della Settimana Incom proiettati nelle sale cinematografiche italiane fra il 1947 e il 1954 sul tema delle foibe e sulle numerose scene di partenza di esuli giuliano -dalmati.La città di Torino, come altre del Piemonte, fu infatti una delle principali mete dei profughi e lì è cresciuta un’importante comunità presso la quale è stato possibile raccogliere le testimonianze audio, come pure a Firenze, Barletta, Servigliano e Carbonia, tra gli eredi di questa memoria dolente.Dopo una breve premessa storica che spiega le tensioni fra le comunità di confine a partire dal 1918, i materiali audiovisivi dell’epoca, girati in bianco e nero, restaurati e mixati, arricchiti da narrazioni individuali, riportano a quei giorni drammatici unitamente a materiali di propaganda tesi a dimostrare che i governi degli Anni ‘50 avevano avuto grande attenzione per i profughi e le loro sistemazioni abitative.Da un cinegiornale del 1950 è infatti tratta la frase che dà il titolo al documentario, “Dovunque in Italia ci sarà sempre il sorriso della Patria”, malgrado i diretti interessati abbiano spesso sviluppato una memoria di segno diverso.--