Terremerse chiude un 2014 in crescita. Altra alleanza con Apofruit sulle orticole da industria

Bassa Romagna | 04 Gennaio 2015 Economia
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Anche quest’anno si chiude un altro anno molto difficile per l’agricoltura. Nonostante le tante congiunture negative, per la cooperativa Terremerse si prospetta un incremento complessivo di fatturato del bilancio consolidato - comprendente anche le società controllate Terre da Frutta, Semìa e Borgobuono - che raggiungerà i 171 milioni di euro, con un aumento di 11 milioni rispetto al 2013 (pur in presenza della pesante flessione dei prezzi per ortofrutta, cereali e carni), corrispondente circa al 6,8 % di crescita, facendo così registrare un incremento di fatturato di ben 40 milioni di euro negli ultimi quattro anni. Il prestito da soci, in costante aumento, raggiunge i 14 milioni di euro. Il margine prevedibile, superiore al mezzo milione di euro, ricavato dalle attività con clienti non soci che la Cooperativa gestisce nei vari settori delle carni, cereali e agroforniture, verrà destinato ad accantonamenti, che sommati a quelli già effettuati negli anni precedenti, andranno a raggiungere la ragguardevole somma di 2 milioni di euro.
Il comparto ortofrutta realizza un importante recupero di volumi di conferimento (+90.000 quintali rispetto al 2013: +23%). La crescita dei volumi dovrà essere accompagnata da un ulteriore impegno di sostegno da parte della Cooperativa, in attesa di realizzare compiutamente il riposizionamento verso nuovi prodotti, intercettando imprese e territori in grado di generare redditi aggiuntivi, così da abbassare ancora i costi dei servizi per gli associati. Le produzioni classiche della Romagna, come le nettarine, hanno bisogno di essere integrate con importanti innovazioni di prodotto. Terremerse sosterrà, con risorse del Piano Operativo, nuovi investimenti per varietà di kiwi rosso e giallo, nuove varietà di mele come la Fujion, ecc. e opererà per dare massima diffusione alle innovazioni tecnologiche e agronomiche, quali reti avvolgenti, diradamento meccanico, ecc. finalizzate a realizzare economie di costo.
Il settore delle agroforniture (commercializzazione prodotti agronomici e zoomangimistici, macchine e attrezzature agricole, impiantistica, irrigazione e drenaggio) mette a segno un ulteriore incremento del fatturato dell’11%, conservando la propria marginalità e configurando la presenza di Terremerse nel settore come uno dei maggiori player di livello nazionale, pronto a compiere nuovi balzi in avanti, attraverso nuove e vantaggiose acquisizioni d’impresa, già allo studio per il budget dell’anno nuovo.
Nel settore carni prosegue con buone potenzialità e primi significativi successi la società controllata Borgobuono, per acquisire nuovi mercati in Italia e all’estero, mentre continua ancora la flessione delle vendite sui canali tradizionali.
Il settore dei cerealproteici mette a segno una raccolta di 143.500 tonnellate, uno dei migliori risultati di sempre, con una forte incidenza di cerealproteici primaverili, nonostante la produzione a regime dei biodigestori che sottrae alla parte alimentare quantitativi importanti. Il pessimo andamento dei mercati, vista l’abbondanza dei raccolti e delle scorte a livello mondiale, ha recuperato soltanto per il grano duro.

Terremerse e Apofruit, gestione congiunta di pomodoro e orticole da industria

L’accordo d’integrazione strategica tra Apofruit e Terremerse, siglato nel novembre dello scorso anno, continua a produrre effetti positivi. Si è infatti realizzata ora l’integrazione della gestione e della commercializzazione nell’Op (Organizzazione produttore) Pempacorer di tutta la produzione di pomodoro e orticole da industria dei soci di Apofruit e di Terremerse. Nel 2014 l’Op Pempacorer ha commercializzato complessivamente la produzione di 158 aziende produttrici, con 2.600 ettari di coltivazioni di pomodoro e 200.000 tonnellate di contrattato con l’industria, 18 industrie clienti finali per le regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. A questi si aggiungono 8.258 tonnellate di altre orticole da industria (delle quali 1.478 bio), ottenuti da circa 750 ettari di coltivazione. Per i prossimi anni, l’integrazione punterà a sviluppare le coltivazioni per raggiungere i 3.000 ettari coltivati a pomodoro da industria, potenziare massimamente la produzione bio certificata e controllata, raddoppiando la superficie impegnata a colture di altre orticole (escluse patate e cipolle che verranno ancora gestite singolarmente da ciascuna cooperativa) per raggiungere i 1.500 ettari coltivati, con una significativa estensione di gamma e l’acquisizione di nuovi clienti finali.

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