Secondo appuntamento con la Trilogia d'autunno e Giselle

Ravenna | 05 Ottobre 2014 Cultura
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Nella sfavillante Trilogia d’autunno con la quale il Mariinskij chiude al teatro Alighieri la XXV edizione del Ravenna Festival, non poteva mancare (5 – doppia recita alle 15.30 e 20.30 e 6 ottobre alle 20.30) il classico dei classici: Giselle, il balletto che meglio ha resistito al tempo – è dal 1841 che va in scena! Quasi la stessa età della compagnia di San Pietroburgo, che però è più “giovane” di una ventina d’anni… 
Ma non c’è ruga che sfiori la romantica storia d’amore, tradimento, morte e redenzione di Giselle. Théophile Gautier ricamò con efficacia la trama dalle pagine del romanziere tedesco Heinrich Heine, affidando la coreografia a Jean Coralli e a Jules Perrot sull’efficace musica di Adolphe Adam, che pure seppe comporre dei temi semplici e memorabili insieme. 
Atto primo
In un villaggio della valle del Reno il Conte Albrecht di Slesia è preso dalla grazia contadina di Giselle e per corteggiarla si traveste da paesano facendosi passare per un certo Loys. Dopo qualche esitazione la ragazza si fa convincere – il bello sconosciuto bara persino al gioco di “m’ama e non m’ama” sfogliando per lei i petali di una margherita – ad accettare le sue profferte. Balla felice con lui e non dà retta agli ammonimenti della madre, preoccupata per la fragilità della sua salute e per la sua sorte: le ragazze ingannate possono perdere la vita e finiscono per vagare come anime in pena nei boschi ogni notte. Giselle non sente ragioni e dichiara al suo geloso promesso, il guardiacaccia Hans (Hilarion), di aver ormai donato il suo cuore a un altro uomo. Si festeggia la vendemmia con danze felici, tra cui il vivace pas de deux dei contadini, e al villaggio arriva il corteggio del Duca di Curlandia con la figlia Bathilde, fidanzata di Albrecht, che ignara di quanto sta avvenendo si incanta del garbo di Giselle, reginetta dei balli, e le regala una preziosa collana. Ma Hans, che ha scoperto la vera identità di Albrecht, trovando la spada con le insegne nobiliari che il suo servitore aveva nascosto, rivela a Giselle la dura verità. Albrecht incontra con sorpresa Bathilde e, sia pure con imbarazzo, deve mostrare aperamente di essere legato a lei. Giselle non regge alla delusione, getta via la collana e per il dispiacere impazzisce, tentando di trafiggersi con la spada di Albrecht, e morendo infine di crepacuore. Hans e Albrecht si affrontano, accusandosi reciprocamente di aver provocato la disgrazia fatale.
Atto secondo
Giselle è ormai un’ombra candida sotto la luce lunare, soggetta agli ordini di Myrtha, l’autoritaria Regina delle Villi, che presiede senza pietà alla vendetta delle ragazze morte per troppo amore, costringendo gli uomini che si trovano nel bosco di notte a danzare fino alla morte. Ed ecco comparire Hans affranto. Dopo le danze delle Villi appare Giselle, la nuova arrivata, precedendo la comparsa di Albrecht il quale porta dei gigli sulla sua tomba, ormai consapevole del male che ha provocato. Il fantasma inafferrabile della tenera fanciulla è benevolo, ma le altre Villi attaccano Hans fino a gettarlo in un precipizio; dopo di che si volgono verso Albrecht, che Myrtha ha condannato a morte senza appello. Giselle e Albrecht ballano insieme, ritrovando l’armonia del primo atto. Le danze delle Villi, un grand pas de deux, una valse e infine i rintocchi delle campane annunciano il levar del sole e la salvazione di Albrecht il quale, sostenuto da Giselle, è vivo in virtù della forza del suo amore oltre la morte. Lei potrà tornare in pace nella sua tomba diurna su cui lui riverserà eterno rimpianto e riconoscenza.
mariinsky.ru
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