Don Pino Montuschi saluta Fusignano
Don Pellegrino Montuschi, per tutti don Pino, arciprete di Fusignano, dalla fine di settembre lascerà dopo 14 anni di onorata carriera, la parrocchia di San Giovanni Battista per prendere possesso della Chiesa di San Lorenzo a Marradi, subentrando a don Patuelli recentemente scomparso.
Un cambio annunciato ma che, senza dubbio, lascerà tanto amaro in bocca ai fedeli di Fusignano. Don Pino infatti è stato un sacerdote molto attivo, presente nella comunità e pieno di idee innovative, come quella presa tre anni di ristrutturare il teatro Moderno, oggi attivissimo. Ultima tra tutte la decisione di installare i pannelli fotovoltaici sul tetto della parrocchia, un segnale di apertura alle nuove fonti di energia rinnovabili, anche su edifici non proprio convenzionali.
Cosa ricorda del suo arrivo a Fusignano? «Avevo paura, paura di affrontare una nuova esperienza e di vivere insieme ad altri sacerdoti, più giovani di me, una situazione che non avevo mai vissuto. Quando sono arrivato a Fusignano infatti eravamo ben tre preti, adesso invece sono solo».
Tra le grandi opere volute fortemente da Don Pino ricordiamo il Teatro Moderno, ristrutturato ed inaugurato a settembre 2011.
Perché questa scelta? «Il teatro Moderno era un pezzo storico di Fusignano, che abbiamo fatto rivivere grazie alla collaborazione di tutti. Ristrutturarlo ha permesso di creare uno spazio di aggregazione, di cultura e dibattito».
Il rapporto con i parrocchiani ha rivestito e riveste tuttora un’importanza speciale per don Pino, che è sempre stato in mezzo alla sua gente, raccogliendone gioie e dolori.
Cosa le mancherà dei suoi parrocchiani? «I parrocchiani della Bassa Romagna hanno una schiettezza nei rapporti che mi mancherà molto. Non hanno mai fatto storie nel dire con franchezza la propria opinione, c’è sempre stata una grande sincerità, nel bene e nel male, che non è facile trovare al mondo d’oggi».
Il cambio di parrocchia sarà senza dubbio un’avventura, che porterà il sacerdote a confrontarsi con un altro stile di vita, con un’altra realtà ed altre esigenze.
Ma di cosa sentirà più la mancanza? «Della scuola, senza dubbio. Ho sempre vissuto il mondo della scuola, insegnando prima in una scuola professionale a Villa San Martino, poi a Maiano Monti e Pieve Cesato. A Marradi non vi sarà una realtà scolastica e so già che ne sentirò molto la mancanza». (Maria Giulia Tarroni)