"Roma e Ravenna, capitali del mosaico" a Tamo

Ravenna | 07 Giugno 2014 Cultura
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Sabato 7 giugno, a TAMO, presentazione del progetto di collaborazione tra la Fondazione RavennAntica e i Musei Vaticani
Conversazione con Antonio Paolucci e Carlo Bertelli sul tema “Roma e Ravenna, le capitali del mosaico”
Sabato 7 giugno, alle ore 10.30 presso il Museo TAMO, verrà presentato alla città un importante progetto di collaborazione tra la Fondazione RavennAntica ed i Musei Vaticani.
Al centro di questo progetto comune un percorso di valorizzazione di prestigiose opere dei Musei Vaticani, la collezione dei calchi di mosaici antichi, che saranno oggetto dapprima di un compiuto intervento di restauro e, successivamente, di un’importante mostra temporanea che sarà accolta nel 2015 negli spazi di TAMO, con un corredo di iniziative congiunte di studio e ricerca sui temi del restauro e della conservazione.
Ne discutono il professor Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani e il professor Carlo Bertelli, curatore di TAMO, con una conversazione sul tema “Roma e Ravenna, le capitali del mosaico”.
Aprono l'incontro Elsa Signorino, presidente Fondazione RavennAntica, Fabrizio Matteucci, sindaco di Ravenna e Alberto Cassani, coordinatore Ravenna 2019.
“Giorgio Vasari scriveva nel 1550 e ripeteva nel 1568: “il musaico per la sua lunghissima vita si può chiamare eterno” - spiega il professor Carlo Bertelli.
“Purtroppo ciò è vero per i materiali che lo compongono, non per l’ intonaco e il muro, quando si tratta di mosaici parietali, né per l’ usura e i danni nel caso dei pavimenti. Dall’età della Controriforma si sono eseguiti restauri e copie degli antichi mosaici, ma è stato soprattutto a Ravenna, per impulso iniziale di Corrado Ricci, che è cresciuta una scuola di documentazione obiettiva dei mosaici. La raccolta di TAMO presenta esempi importanti di copie - documento. Un’iniziativa del tutto originale nella documentazione dei mosaici fu quella del restauratore Biagetti dei Musei Vaticani, il quale, operando negli anni 30 del XX secolo a Santa Maria Maggiore, a San Venanzio e nel Battistero Lateranense, eseguì calchi in gesso, successivamente colorati, che documentano in maniera perfetta quei mosaici. Grazie alla collaborazione con i Musei Vaticani, un numero di quei calchi è depositato a TAMO e rende possibile l’osservazione da vicino di mosaici posti a notevole altezza. In particolare abbiamo una documentazione eccezionale dei mosaici di Santa Maria Maggiore, quasi coevi a quelli di Galla Placidia, insieme a quelli, nella stessa basilica, di uno dei maggiori maestri romani contemporaneo di Cimabue, Jacopo Torriti”.
“Oltre alla documentazione di mosaici romani – prosegue il professor Bertelli - TAMO ospita ora il pavimento di una domus ravennate del I secolo, “Il genio delle acque”. Il suo trasporto perfetto permette di constatare i danni prodotti da un incendio e l’avvallamento del suolo, in breve il passaggio del tempo. La domus completa così la documentazione delle tecniche musive, contribuendo a fare di TAMO un centro unico di documentazione del mosaico”.
Nella fotografia inviata via mail: Calco da mosaico del VII secolo, la città di Gerusalemme nell’Oratorio di San Venanzio, Musei Vaticani, Città del Vaticano, esposto presso TAMO
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