Polo di Tebano, il ritorno del ministro Poletti: "Aiuteremo i giovani"

Faenza | 01 Giugno 2014 Cronaca
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E’ tornato nel luogo dove aveva lavorato come Presidente dell’ex Esave (Ente per gli Studi e l'Assistenza Viticola ed Enologica dell'Emilia Romagna) per una dozzina d’anni, fra il 1978 ed il 1990, dispensando saluti e sorrisi a tutti. E’ stato come tornare a casa, stamane, per il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, che ha partecipato all’Open Day del Polo di Tebano, il centro per l’innovazione, la formazione e la valorizzazione in agricoltura che sorge sulle colline faentine .
L’intento dell’Open Day era quello di presentare ai vari soggetti del settore agricolo ed alla cittadinanza le strutture e gli enti che operano presso il Polo di Tebano: Astra, Cav, Crpv, Consorzio Vini di Romagna, Terre Naldi - Università di Bologna, Valoritalia, Associazione Miva, Tribunato di Romagna ed Assoenologi Sezione Romagna (info: www.polotebano.it).
Evento centrale della giornata è stato il convegno "Tipicità e innovazione: motori di sviluppo e opportunità di occupazione nell’agroindustria", moderato da Antonio Venturi, dirigente del settore politiche agricole della Provincia di Ravenna. Sono intervenuti Roberto Savini, assessore alle politiche agricole del Comune di Faenza; Tiberio Rabboni, assessore all’agricoltura della Regione Emilia Romagna; Giampiero Reggidori, presidente di CRPV, una delle aziende che operano all’interno del Polo di Tebano; Giulio Sarchielli, prorettore dell’Università di Bologna nelle sedi di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini; Filiberto Mazzanti, direttore del Consorzio Vini di Romagna; Ruenza Santandrea, commercialista esperta di Start Up. Al termine, il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti è intervenuto sul tema “Le politiche del Ministero a favore dell’occupazione giovanile”, non prima di aver espresso la propria solidarietà alle popolazioni di Faenza e comprensorio colpite ieri notte dalla “bomba d’acqua” che ha devastato le campagne locali. «Faremo tutto ciò che è possibile fare, per dare una mano a coloro che sfortuntamente sono stati colpiti da questa calamità naturale», ha detto il Ministro.
Dopodiché, in un appassionato amarcord, Poletti ha rammentato gli anni in cui lavorava presso l’attuale Polo di Tebano: «La cosa bella dell’avventura dell’allora Esave è stata la capacità di inventarci le soluzioni. Ci inventavamo perfino le parole, perché non sapevamo come chiamare le cose che stavamo facendo. Così nacque, per esempio, il “mosto concentrato rettificato”. Abbiamo sempre applicato la logica del “cosa serve”, anziché ragionare sulla regola, allora imperante, del “chi si prende la responsabilità”».
Poi l’attualità. Il Governo di cui fa parte: «L’italia oggi è un Paese troppo complicato. Qualsiasi cosa si voglia fare, occorre un’autorizzazione. Ma il mondo è sempre andato avanti senza troppe norme. Per esempio, nella ricerca non si può regolare ciò che ancora non è noto. Altrimenti la ricerca si ferma ancor prima di iniziare. Perciò questo Governo ha deciso di procedere nella direzione della semplificazione del Paese, piantato dalle troppe regole».
«Stiamo cercando di fare in modo che si inneschino dei meccanismi a favore dei giovani – ha poi aggiunto - L’Italia ha bisogno di diventare il Paese delle opportunità, anche se non è una cosa semplice, perché bisogna spostare delle risorse dalle tutele e dalle rendite, alla produzione di nuove opportunità. In Italia, se si perde il lavoro, giustamente si ha la cassa integrazione ordinaria, poi quella straordinaria, la mobilità ordinaria e infine anche la mobilità in deroga. Quindi, se un lavoratore si trova in quella condizione, è tutelato per sei/sette anni, in qualche pezzo d’Italia perfino fino ad undici. Se invece suo figlio di vent’anni si diploma e cerca un lavoro ma non lo trova, l’Italia gli offre zero euro. E per sempre. Domanda: ma è giusto che un padre abbia undici anni di tutela ed il figlio non abbia nemmeno un giorno? Quale colpa ha questo figlio? Purtroppo viviamo in un Paese in cui chi è arrivato prima ha preso tutto, e per chi arriva ora non c’è rimasto niente. Bisogna cambiare. Perciò noi andremo ad intervenire su alcuni dei cosiddetti “diritti acquisiti”, che sono in realtà dei privilegi».
Al termine del convegno il Ministro Poletti ha partecipato alla cerimonia di intitolazione del Laboratorio di analisi microbiologiche alla memoria del professore Carlo Zambonelli, che è stato fra i massimi esperti della microbiologia applicata all’enologia.
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