Sabato 29 Nada presenta il nuovo album al Bronson

«Per fare le cose per bene ci vuole tempo, il tempo alla fine dà le sue risposte. Spesso le cose che vengono troppo spinte nell’immediato poi finisce che non lasciano tracce. E questo vale per la musica, certo, ma un po’ per tutto». Può dirlo forte Nada, una che dopo oltre quarant’anni di carriera pubblica un disco avventuroso e riuscitissimo come «Occupo poco spazio», che sarà al centro del concerto che la cantante toscana farà al Bronson di Ravenna, sabato 29 alle 22 (ingresso 12 euro). D’altra parte Nada non ha mai dato per scontata una sola scelta artistica, lanciata giovanissima nel music-business, ha attraversato l’intero arco degli anni ’70 senza speculare sul successo facile, ma anzi perseguendo con coerenza un linea di sperimentazione musicale e lirica (grazie soprattutto al contributo di Piero Ciampi,  ma ha cantato anche brani di Paolo Conte) che l’ha posta in piano tutto suo nel panorama musicale italiano. Poi il ritorno al pop negli anni ’80, le partecipazioni (sempre notevoli) a Sanremo e l’adozione del popolo dell’indie-rock italiano, che l’ha vista collaborare con gli Zen Circus e i Criminal Jokers, mentre oggi, ad arrangiare il suo nuovo album, c’è Enrico Gabrielli, deus ex machina di Mariposa, Calibro 35 e infiniti altri progetti. Il suo tocco come arrangiatore fa levitare le canzoni di «Occupo poco spazio», tra raffinati orditi classicheggianti, melodie che rivendicano la spontaneità di sempre e una capacità di squarciare il tessuto musicale che è figlia del rock. E poi, il concerto di Ravenna, è anche uno dei primissimi del nuovo tour. «Un paio d’anni fa ricordo un concerto bellissimo al Bronson, pieno di gente e d’energia – racconta la cantante -. Questa volta suonerò nuovi pezzi ma ancora tanti classici, penso che ci divertiremo».
L’album nuovo è veramente ambizioso, come si porta sul palco un disco del genere?
«Con la solita semplicità, che però non tralascerà niente dello spirito e del suono di “Occupo poco spazio”, le cui canzoni ovviamente dal vivo occuperanno tanto spazio! Sul palco sarà di nuovo insieme ai Criminal Jockers, con il loro assetto rock classico e molto robusto. Sono tutti polistrumentisti, e infatti sul palco ci saranno anche viola, trombone e fagotto. Ricreeremo il disco con pochi musicisti, senza rinunciare a tutte le sue frasi e le sue finezze, a gennaio suonammo in anteprima a Livorno proprio per fare una prova generale, con Gabrielli che era presente ed è stato soddisfatto del risultato».
Come vi siete conosciuti?
«Lo conosco da un po’ di anni e sapevo che potevamo lavorare bene insieme, era lui che non lo sapeva! Poi abbiamo provato e la cosa ha funzionato. Certo, un disco del genere ha richiesto un lavoro lungo e meticoloso: ci siamo confrontati per un anno, io ho scritto i pezzi e già immaginavo come avrebbero suonato, mandavo a Enrico un sacco di indicazioni e lui, che a dispetto del background rock è un musicista completissimo, ha dato a tutto quanto una forma definita. In studio è bastata una settimana per finire il disco».

prosegue su setteserequi in edicola da venerdì 28 marzo