Le Transmissions del Bronson, tra fisarmoniche e free-jazz, a giovedì 20
E’ l’occasione per uscire dalla cerchia degli addetti ai lavori la settima edizione del benemerito festival Transmissions, che Bronson Produzioni porterà a Ravenna da giovedì 20 a sabato 22 marzo. E ci si augura che i ravennati rispondano alla chiamata di quello che è forse l’evento musicale più avventuroso e internazionale del calendario provinciale. Per il terzo anno il timone della curatela è affidato ad artisti stranieri, nella fattispecie gli americani A Hawk And A Hacksaw, il duo della violinista Heather Trost col fisarmonicista Jeremy Barnes che rappresenta una bella anomalia nel panorama indie-rock americano. Infatti la band si dedica a una musica acustica dalla radici fortemente popolari – notare l’esigua e programmatica strumentazione – e non certo americane, dato che parliamo di sonorità rumene, turche, gitane ed est-europee, rilette in una chiave molto personale. E’ per questo che la serata di venerdì 21 all’Almagià vedrà esibirsi grandi e misconosciuti maestri bulgari, turchi, ungheresi e macedoni, alle prese con una pioggia torrenziale e inarrestabile di fisarmoniche, fanfare, percussioni, strumenti a fiato dai nomi (e dai tempi) esotici e quant'altro, in una serata che anche i frequentatori abituali del Ravenna Festival non dovrebbero perdersi.
Gli A Hawk And A Hacksaw, dal canto loro, suoneranno sabato 22 al Bronson in una serata che verrà chiusa dalla musica elettronica dei grandi Mouse on Mars, tanto per far capire quanto sia ampio lo spettro stilistico di questa edizione di Transmissions, in partenza questa settimana, precisamente giovedì 20 alle 21 al Bronson. Ad esibirsi saranno quattro formazioni che hanno il denominatore comune di non porsi steccati stilistici rigidi né scrupoli da educande. Il misconosciuto Raven Chacon si barcamena tra musica da camera e rumorismo, muovendo dalle musiche della cultura Navajo e dallo stile folk dei nativi americani. Dopo di lui toccherà al fragoroso e cupissimo noise-rock degli Ovo, ormai residenti a Ravenna e da anni realtà musicale fra le più esportabili (ed esportate) dello Stivale. C’è poi grande attesa per i Fire!, il trio free-jazz svedese guidato dal sax baritono di Matt Gustafsson: una proposta radicale, che guarda alla fire-music afroamericana come alla psichedelia più selvaggia, ma che ha saputo far breccia anche nel pubblico del rock. Chi si domanda dove stiano le avanguardie del jazz di oggi potrebbe cominciare da qui. A chiudere saranno i Deerhoof, quartetto nippo-americano attivo da vent’anni e da sempre conteso fra sperimentazioni rumoriste, decostruzioni strumentali e spiazzanti squarci di pop-music contagiosa. Eclettici è dire poco, e in particolare dal vivo non andrebbero persi. E questa non sarà, appunto, che un primo, succulento assaggio. (f.sav.)