Dalle «ciocie» al rilancio del calzaturiero di Bagnacavallo-Fusignano
Nel distretto Bagnacavallo e Fusignano sono attive circa 20 imprese calzaturiere, dove sono impiegati oltre 500 addetti, il 90% dei quali sono donne. Nel primo semestre dell’anno, confrontando i dati con lo stesso periodo del 2012, si ha avuto un importante incremento dell’export, seppure si stia parlando di numeri ancora piccoli. Sono queste le premesse con cui Fusignano vuole proporre una riflessione storico culturale che funge da ponte tra territori di grande tradizione manifatturiera. Fusignano e Bassa Romagna, antica culla imprenditoriale del calzaturiero e San Mauro, la realtà romagnola affermata nel mondo, dimostrazione del connubio tra produzione e creatività.
Il settore del calzaturiero della provincia di Ravenna si identifica con il comprensorio territoriale di Lugo e, in particolare, con gli insediamenti produttivi di Fusignano e Bagnacavallo. La nascita delle attività legate alla manifattura calzaturiera risale alla metà degli anni ‘50, con il progressivo spostamento delle attività agricole verso questo settore. La base di competenze risale alla tradizionale produzione di calzature povere da lavoro, come sandali di cuoio, ciabatte di stoffa e zoccoli di legno e le «ciocie», come venivano chiamate le pantofole prodotte a Fusignano negli anni ‘60. I materiali usati erano di media qualità e l’intervento manuale dei piccoli artigiani era preponderante in tutte le fasi della lavorazione.
«Fra la fine degli anni ‘60 e la prima metà degli anni ‘70 - aggiunge Giordano Tabanelli, assessore al Bilancio del Comune di Fusignano e vicepresidente di Cna Federmoda Ravenna - si è avuto il massimo sviluppo del comparto a livello locale; Fusignano era definita ‘il regno della pantofola’, a ciò è seguita, nel corso degli anni, una fase di declino, sia in termini di riduzione del numero di imprese sia di occupati totali: la mancata evoluzione verso una produzione di alta qualità ha progressivamente esposto le aziende di Fusignano alla forte concorrenza asiatica e spagnola. Attualmente, il sistema locale soffre della mancanza di competitività sul fronte dei costi della manodopera, un fenomeno a cui alcuni imprenditori della zona hanno risposto, già da alcuni anni, ricorrendo a processi di delocalizzazione produttiva verso alcuni Paesi europei, come Romania e Polonia, mentre altre piccole aziende hanno scelto di continuare ad investire a Fusignano, lavorando in qualità e realizzando nuovi siti produttivi. Nel sistema locale oggi sono attive circa 20 imprese, dove sono impiegati oltre 500 addetti, circa 200 dei quali operano a Fusignano e in tutto il distretto il 90% sono donne».
Il recente studio del Gruppo Intesa San Paolo relativo al monitoraggio delle esportazioni dei distretti dell’Emilia Romagna evidenzia un incremento dell’export dei settori tradizionali della nostra regione del 70.9% per il distretto calzaturiero di Fusignano e Bagnacavallo. «L’incremento c’è stato, ma stiamo ragionando su numeri molto piccoli, siamo passati da 2,8 a 4 milioni di fatturato e questo fa si che una variazione di poche paia faccia alzare di molto la percentuale. Inoltre gioca un ruolo determinante la stagionalità, noi produciamo soprattutto per la stagione estiva e questo influenza molto lo studio - spiega Giordano Tabanelli -. Le esportazioni principali delle due maggiori aziende che operano a Fusignano, la Goldstar e la Eiffel, sono proiettate verso la Germania e l’Inghilterra».
A questo settore Cna e Fusignano hanno dedicato la mostra (presso il Museo San Rocco in via Monti 5), che è stata inaugurata sabato 14 dicembre scorso; e che vuole essere uno spunto per un rilancio del mondo locale delle calzature e per far si che anche i giovani si avvicinino a questo mondo, sono stati organizzati incontri con le scuole del paese. «Voglio sottolineare l’importanza del concetto di collaborazione fra imprese e istituzioni - evidenzia Simonetta Zalambani, componente della presidenza provinciale della Cna -. Quando si attua questa sinergia, e il comune di Fusignano con il sindaco Mirco Bagnari ha sempre sostenuto i progetti della Cna, si creano le condizioni ideali per un reale sviluppo del territorio».
La mostra è aperta tutti i sabati dalle 15 alle 18, la domenica e i festivi dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.
Lorenza Pirazzoli