Riorganizzazione Ausl, ecco il piano: Lugo e Faenza ospedali «neutri»

Ravenna | 23 Novembre 2013 Cronaca
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Chirurgia senologica a Lugo e del colon rettale e intestinale a Faenza? Non c’è più traccia delle specializzazioni ipotizzate a luglio nel piano operativo di riorganizzazione che l’Ausl sta presentando alle conferenze socio-sanitarie e ai sindacati in queste settimane.
Quello che doveva essere un «ospedale unico, con funzioni distribuite su tre territori diversi» si sta concretizzando, nei piani dell’Ausl, in un presidio, quello di Ravenna, molto specializzato nella cura delle malattie cardiache e vascolari, e in altri due presidi, Faenza e Lugo, che manten-gono le funzioni di primo livello (cura delle urgenze, chirurgia di base e ortopedia) ma rimangono per così dire «neutri», senza particolari specializzazioni. C’è chi dice che la bozza iniziale di riorganizzazione si sia dovuta poi scontrare con alcune situazioni concrete venutesi a creare negli ospedali di Faenza e Lugo (il primario di chirurgia faentino è assente per malattia da alcuni mesi, mentre quello che si occu-pava di Chirurgia della Mammella a Lugo potrebbe  lasciare l’Ausl a gennaio), ma il dubbio è ora se presidi così congeniati possano sopravvivere all’«impatto» con l’Ausl unica o se rischino piuttosto di perdere efficacia nel ripensamento delle cure sanitarie a livello romagnolo. Certamente la riorganizzazio-ne, che i vertici dell’Ausl contano di varare entro il 2013, si baserà, come già più volte annunciato, sulla razionalizzazione dei servizi (e dei posti letto) negli ospedali che dovrebbe liberare risorse per le cure primarie sul territorio. A gestire un miglior utilizzo di po-sti letto, ci sarà una nuova figura, quella del «bed manager» incaricata di governare i flussi di pazienti all’interno dell’ospedale. La riorganizzazione per piattaforme a diverse intensità di cura permetterà quindi di «risparmiare» letti e anche infermieri (69, a livello di Ausl e 17 oss) che saranno reimpiegati nelle case della Salute.
RAVENNA. Tre le piattaforme  che potrebbero essere attivate nel giro di qualche mese: quella medica, il «polo chirurgico» (diviso in multidisciplinare e specialistico, con una nuova piattaforma operatoria e la recovery room che sorgerà ai piani alti del Dea) e la Medicina d’Urgenza (che oltre all’attuale Pronto soccorso comprenderà anche la Stoke Unit), per un risparmio comples-sivo di una trentina di posto let-to. L’Ausl punta molto sul nuovo hospice e sulla rete di cure pal-liative e di assistenza domiciliare per malati oncologici. Basti pen-sare che le proiezioni dell’azienda sono di ospitare nei 10 posti letto attualmente disponibili a Borgo Montone, qualcosa come 200 pazienti.

LUGO
La divisione in piattaforme è la medesima anche a lugo, ma qui l’area medica ospiterà (e in parte già ospita) solo la medicina, la pneumologia e cardiologia mentre quella chirurgica la ginecologia e l’urologia da un lato e l’ortopedia e la neurochirurgia dall’altro. Occorrerà far a meno di 43 posti letto, che però saranno occupati, secondo le stime dell’Ausl al 90% e per far questo, le raccomandazioni, sono di ri-durre i tempi medi di degenza nell’Area Critica da 3,2 a 2,4 giorni (mentre nelle altre due aree si può arrivare a 8 giorni).

FAENZA
Nell’area medica, oltre alla geriatria e alla cardiologia troverà posto  anche la nuova area assistenza intermedia per il trattamento della Sla e delle malattie degenerative (l’unico accenno alla specializzazione in questo presidio). In totale si dovrà fare a meno di 41 posti letto (17 nell’area chirurgica che comprenderà l’ortopedia). A Faenza come a Lugo, la guardia cardiaca sarà assicurata h24, «almeno in una prima fase».


CASE  DELLA SALUTE
Già attivate, quelle di Russi e Brisighella (almeno per alcuni servizi), sono a buon punto an-che quella di Alfonsine-Fusignano e Cervia (al San Giorgio). Nei primi mesi del 2014, dovrebbero esser completate anche quelle di Conselice-Massa, della Valle Senio (che servirà con varie strutture Castel Bolognese, Solarolo, Riolo e Casola), quella di Faenza (con sede in via Golferi) e di Ravenna, al Cmp. Non tutti i servizi saranno attivati da subito e il tema sarà quando effettivamente queste case della Salute potranno anche solo in parte sostituire alcune delle prestazioni attualmente offerte dagli ospedali.
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