PORTO | Tavola rotonda Aci: «Servono regole nazionali e un salto culturale pro-legalità»

Ravenna | 18 Novembre 2013 Cronaca
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Servono regole nazionali in ambito portuale che salvaguardino le imprese e il lavoro legale, oltre a un salto culturale pro-legalità, in primis dai committenti.E' questo in estrema sintesi quanto emerso dalla tavola rotonda organizzata dall'Aci (Alleanza cooperative italiana) di Ravenna questa mattina all'Autorità portuale.



La cooperazione nel porto
Il settore della logistica (facchinaggio e autotrasporto) in ambito portuale che afferisce al mondo cooperativo  aderente alle 3 centrali cooperative è una realtà economica di primo piano.
Nel biennio 2010-2011 erano 39 le imprese presenti nel comparte, scese a 36 a seguito di accorpamenti e aggregazioni. Il numero di soci al 31-12-2012 erano 2.518, 51 in più rispetto all'anno precedente, mentre gli addetti totali 2.693 (-207 rispetto al 2011, anno che aveva visto un incremento di 117 rispetto a quello precedente).
Il valore della produzione è in aumento a 426 milioni di euro (contro 420 dell'anno precedente e i 391 del 2010). I margini  sono passati dai 3 milioni di euro, ai 4 del 2011, fino ai 5 del 2012 con un'incidenza percentuale bassa sul valore della produzione (rispettivamente 0,8%, 1% e 1,2%). Al netto, l'utile risulta di 1,3 milioni di euro nel 2012, 0,5 nel 2011 e 0,4 nel 2010, ossia un sostanziale pareggio di bilancio nel mondo della cooperazione.
Significativa, nel 2012, la crescita dell'utilizzo di ammortizzatori sociali per un totale di 238 lavoratori (+88 unità).


I controlli
Il provincia sono state 1.360 le imprese ispezionate nel corso del 2012 e in 73 sono state riscontrate violazioni, in particolare modo nei settori della logistica, agricoltura e meccanica. Nel porto sono state controllate 125 delle 600 che vi lavorano e 14 sono state sanzionate (sulle 73 totali di tutti i settori, quindi pari al 19,2% delle violazioni). Queste 14 imprese hanno coinvolto complessivamente 160 lavoratori, il 25,6% del totale delle unità che lavoravano nelle aziende dove la direzione territoriale del lavoro di Ravenna ha riscontrato irregolarità. In provincia sono state comminate sanzioni complessive per 508mila euro di cui di cui 205mila nel porto. «Anche per il 2014 - ha sottolineato il direttore Andrea Fiordelmondo -, porremo grande attenzione sul porto nella nostra attività ispettiva in modo tale che la professionalità degli onesti non venga scacciata dalla spregiudicatezza di chi insegue il basso costo a tutti i costi».


Ulteriori approfondimenti nel numero di setteserequi in edicola il 22 novembre prossimo.


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