PORTO | Mauro Samaritani (pres. Gruppo Ormeggiatori): «I lavori ai fondali da soli non bastano»

Ravenna | 17 Giugno 2013 Cronaca
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«Nel 2009 abbiamo visto subito il de profundis delle attività economiche. Basti pensare che da due navi al giorno portate ad un'importante impresa del territorio, siamo passati a due a settimana dall'oggi al domani. La crisi si è manifestata subito pesante per tutti i settori. Oggi, usando una metafora marinara, si galleggia: rispetto al 2012 c'è un po' di crescita nel traffico marittimo. Questa è un'ottima notizia, ma parlare di ripresa è presto». Così Mauro Samaritani, presidente del Gruppo Ormeggiatori di Ravenna racconta il cambiamento dei traffici in questi anni di crisi da un punto di vista privilegiato, in quanto la cooperativa rimorchia tutte le navi che entrano in porto.



Attivo da sempre, il gruppo è diventato una cooperativa nel 1992 e oggi i 29 dipendenti (28 ormeggiatori e un'amministrativa) sono tutti soci. La coop. ha chiuso il 2012 in attivo, con un fatturato di circa 3 milioni di euro. «Abbiamo scelto la forma cooperativa perché il nostro lavoro ci mette sempre di fronte a responsabilità elevatissime ed essere tutti soci aiuta - continua Samaritani - anche a cementare il lavoro in gruppo».
Come cooperativa è un po' atipica, visto che la qualifica di ormeggiatore «è stabilita da un bando di concorso del Ministero e della Capitaneria di Porto».
Il servizio di ormeggio è un servizio alla navigazione che comprende il pilotaggio, il rimorchio, assicura il transito, la manovra e la sosta in porto in condizioni di sicurezza. L'ormeggiatore ha infatti grandi responsabilità visto che fa attaccare correttamente la nave in arrivo alle banchine, ai pontili o alle boe, assicura la nave all'ormeggio, vigila sulla sicurezza durante la sosta, e aiutando il disormeggio della nave in partenza.
Oltre alla gestione del traffico marittimo dello scalo bizantino, la cooperativa gestisce il traffico del rigassificatore veneto di Porto Levante («a Ravenna si è persa una grande occasione», commenta Sammaritani) e vanta una collaborazione con gli ormeggiatori di Rotterdam, che è un po' come parlare di una collaborazione con il Brasile nel calcio. «Gli olandesi sono un riferimento per questa professione, collaborare con loro in vari appalti in giro per il mondo perché riconoscono le nostre competenze è un fatto che ci inorgoglisce e una grande occasione di crescita professionale».
Ne va di conseguenza che gli ormeggiatori conoscono fin nei minimi dettagli tutto il porto e le sue potenzialità, come illustra il presidente Sammaritani: «I lavori al nuovo terminal container? Sono doverosi, è bene puntare almeno a un raddoppio dei traffici, pur restando consapevoli delle potenzialità strutturali di Ravenna che non potrà mai competere con i numeri dei grandi hub del container. In fondo, la fisionomia di questo scalo ci impone dei vincoli fisici non rimediabili col solo escavo dei fondali: possiamo ospitare mercantili da massimo 250 metri, quelli da 350-400 metri ce le possiamo dimenticare. Le rinfuse e i liquidi? Lì possiamo continuare a fare grandi numeri e tornare ad essere il porto italiano di riferimento: un grande porto europeo. Cosa manca per fare il salto di qualità? Ovviamente i fondali, poi le infrastrutture: E45 e ferrovia sono le priorità».
Infine il Gruppo Ormeggiatori è impegnato nello sviluppare la cultura nautica in città, «fondamentale per sviluppare il porto in futuro - conclude il presidente -. Per questo abbiamo in essere varie collaborazioni con varie scuole».

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