RIOLO | Alberghiero, parlano dirigente e insegnanti: «Disagio sotto il livello di guardia»
Sballo e adolescenza. Un binomio che non sembra mai in crisi. A testimoniare il legame stretto che corre tra i ragazzi e l'uso di sostanze, per lo più hashish e marijuana, ma non solo quelle, c'è la continua attenzione ai controlli a sorpresa che le forze dell'ordine attuano a scopo preventivo e di contrasto. L'ultimo esempio è andato in scena il 3 giugno scorso quando la Guardia di Finanza, con unità cinofile al seguito, ha effettuato un controllo tra la stazione delle corriere di Imola e quella di Riolo Terme. Un'ispezione che, secondo testimoni, avrebbe portato alla scoperta di qualche grammo di «fumo» tra gli studenti che frequentano l'istituto alberghiero di Riolo.
Quello effettuato alcuni giorni fa non è un caso isolato. Da tempo le forze dell'ordine monitorano il possibile traffico di stupefacenti che dalla vicina Imola si sposta fino ad arrivare nei banchi di scuola riolesi. Un viaggio in collina che però la preside della scuola Iole Matassoni intende smorzare nella portata. «Da quanto ne sappiamo noi questi controlli, che salutiamo positivamente, si sono verificati fuori dalle mura dell'istituto - spiega -. Noi monitoriamo la situazione e per quanto riguarda l'istituto alberghiero che presiedo allo stato attuale non abbiamo mai riscontrato presenza di sostanze nell'istituto. Da sempre - prosegue la dirigente - invito i bidelli al controllo dei bagni e dai sopralluoghi fatti non è mai emerso nulla di strano».
Ma non c'è solo il possibile spaccio o uso di sostanze a preoccupare genitori e forze dell'ordine. Anche episodi di bullismo e violenza, piccoli furti di telefonini e portafogli sembra interessino l'alberghiero. «Un fatto che confermo esserci stato, - ci tiene a sottolineare la Matassoni - ma che non credo debba creare allarmismo nei confronti della scuola. Credo che certi fenomeni siano comunque ascrivibili all'interno di un'ottica di "normalità" della fase adolescenziale, condannabili e puniti se verificati, ma comuni un po' a tutti gli istituti superiori».
A ridimensionare l'atmosfera ci pensa Mauro Salvatori, storico professore dell'istituto. «Dal 1981, anno in cui ho preso servizio, ad oggi di studenti ne ho visti molti. Posso dire di aver contribuito a realizzare 2.200 posti di lavoro sparsi in tutto il mondo. Di fenomeni come bullismo o violenza, però, non ne ho ricordo. Nel settore in cui insegno, quello legato all'aspetto laboratoriale della cucina e della sala - conclude Salvatori - i ragazzi assumono un atteggiamento che esce da quello prettamente scolastico per diventare già professionale. È quindi difficile, se non impossibile, che possano verificarsi situazioni particolari o violente».