ECONOMIA | Cna: «Gli artigiani i più penalizzati dalla crisi»

Ravenna | 09 Maggio 2013 Cronaca
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Nero, che più nero non si può. Con prospettive di ripresa (derivanti da proiezioni Ocse) solo per il 2014. E poi chissà. E' la fotografia scattata nel rapporto congiunturale «TrendRa» realizzato dalla Cna sull'economia provinciale nel 2012. E se in provincia soffre tutta l'economia, per le imprese artigiane la crisi è ancora più nera. Delle 421 imprese che si sono perse l'anno scorso in provincia (pari all'1% del totale, il dato deriva dal saldo tra quelle aperte e chiuse), quasi la metà fanno parte del settore seguito da Cna. E il 2013 non è certo iniziato con il piede giusto: nel primo trimestre si sono già perse 548 aziende contro le 484 del 2012 e quasi 300 si occupano di artigianato. «Se continua così - avverte Maurizio Gasperoni della divisione economica di Cna - quest'anno rischiamo di perdere più di 400 imprese».



I dati provinciali. In termini generali, rincara la dose Gasperoni, «il 2012 è stato probabilmente l'anno peggiore dall'inizio della crisi. Solo il 2009 aveva fatto segnare un calo così significativo, ma allora le imprese venivano da un periodo diverso e potevano contare su disponibilità differenti». In numeri, il Pil provinciale è calato del 2,7%. Il comparto manifatturiero ha registrato una flessione della produzione (-4,4%), del fatturato (-3,6%) e degli ordini (-2,2%). L'unico dato positivo arriva dall'export che evidenzia un incremento del 2,2% sul 2011, con un volume di vendite all'estero di 3,5 miliardi di euro. Ma non è certo il settore principale nel quale si spendono le nostre imprese.
L'occupazione. Il trend negativo si osserva su tutto il territorio provinciale con poche differenze a livello territoriale. Il fatturato delle imprese artigiane, tutto sommato tiene (+0,83% nel 2012), «ma negli ultimi 5 anni ha perso oltre il 9%», spiega Alessandro Battaglia dell'Ufficio Analisi congiunturali di Cna. Mentre è sull'occupazione che si osservano le principali differenze. Se l'artigianato l'anno scorso ha perso il 3,8% della sua forza lavoro, Ravenna segna un -4,92%, Cervia «raddoppia» con un -9, 99% e il lughese si attesta a -5,21%. Ma la vera sorpresa è il faentino che segna un sorprendente +9,88% di  occupati: «E' un dato che facciamo fatica a capire anche noi - racconta Gasperoni -. L'unica cosa che possiamo dire è che quello è un territorio che ha perso moltissimi occupati negli ultimi anni. Siamo ai livelli di 5 anni fa».   
I finanziamenti. Meno finanziamenti da parte delle banche e solo a determinate tipologie di aziende. Lo denuncia il direttore di Cna, Massimo Mazzavillani. «Il problema crediti persiste. Le banche non sono più in grado di sostenere gli investimenti come prima del 2010 - denuncia -. Ma soprattutto è stata fatta una scelta di campo: prima vengono le imprese dai 20 dipendenti in su». Nel 2012 sul territorio sono stati erogati, principalmente tramite Unifidi, il 7, 79% in meno dei finanziamenti (982 contro i 1.065 del 2011) con una diminuzione di importi del 27,7%. «Ma il dato più preoccupante - sostiene Battaglia - è che il 72% di finanziamenti sono poi utilizzati per la liquidità. Poco rimane (il 28%) per gli investimenti».
Il problema principale, poi, sul fronte finanziario, è quello dei ritardi nei pagamenti: «Se prima le imprese morivano di debiti, ora rischiano di morire di crediti», sintetizza Mazzavillani.
I settori. Per quello che riguarda i singoli settori, battuta d'arresto per l'agricoltura, soprattutto dal punto di vista dell'occupazione: con un -7, 35%.Il settore tessile-abbigliamento-calzaturiero sul fatturato non registra alcuna variazione rispetto al 2011, anche se il dato va contestualizzato nel ridimensionamento che ha caratterizzato il comparto nell'ultimo decennio (quasi il 30%). La meccanica di produzione, uno dei settori maggiormente penalizzato dalla crisi economica, perde il 4,43% delle sue imprese. L'edilizia il 2, 54%. Simile mortalità anche per quel che riguarda i trasporti (-1,92%)  soprattutto per le merci. Segnali negativi anche dal settore Servizi alla persona: le tinto-lavanderie segnano un -5,79%, mentre se la cavano ancora le imprese di acconciatura ed estetica (-0,51%).

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