POLITICA | Stefano Collina (Pd): «Vorrei fosse Romano Prodi il Presidente della Repubblica»
La doppia partita che si sta giocando in questi giorni a Roma per l'elezione del prossimo Presidente della Repubblica da una parte e per la creazione di un nuovo Governo dall'altra, non lascia tranquillo e sereno il neo eletto senatore del Pd Stefano Collina. «La situazione che stiamo vivendo e attraversando è sotto gli occhi di tutti». Un contesto «complicato e difficile».
Difficoltà che per Collina «sono date dal fatto che ancora nessuno, tra Bersani, Berlusconi e Grillo, abbia intenzione di rinunciare alle proprie guerre di trincea - sottolinea il senatore -. Da una parte abbiamo Bersani che ambisce affinché il nuovo Presidente possa dare il mandato, dall'altro vediamo Berlusconi puntare e legare il nuovo inquilino del Quirinale ad un possibile governo di larghe intese. Infine c'è Grillo che, eventualmente, potrebbe avvicinarsi alla candidatura promossa dal Partito democratico solo dopo la terza votazione. E il nome della Gabanelli uscito in questi giorni lo dimostra chiaramente».
Stando alle possibili scelte per una figura che possa permettere il superamento di questo momento di impasse Collina non ha dubbi. «Per rispetto al percorso politico intrapreso dal Pd in questi anni credo che il nome giusto da giocare possa e debba essere quello di Romano Prodi - si sbilancia il senatore faentino -. Personalità stimata e riconosciuta che potrebbe trovare anche un accordo dell'area grillina».
L'altra questione è quello sul tema Governo. Anche qui gli scenari ipotizzati da Collina non sono più sereni. «Come detto sopra - conferma - penso sia chiaro che la formazione del nuovo governo sia intrinsecamente connessa con l'elezione del nuovo presidente della Repubblica».
Comunque «l'ipotesi è quella che si possa materializzare un governo del presidente che permetta di accompagnare il ritorno alle urne con una prospettiva votata alla governabilità. Penso - conclude Collina - che sia necessario questo passaggio per permettere la revisione della legge elettorale per poi tornare alle urne».