COTIGNOLA | Via ai lavori per rimuovere i tronchi, la Chiusaccia è salva
Sono iniziati martedì 15 i lavori di pulizia nel torrente Senio, all'altezza della Chiusaccia, a Cotignola. Il Servizio tecnico bacino Reno ha predisposto il piano dei lavori per quel tratto di fiume in seguito alle segnalazioni di cittadini e amministrazione comunale relative a un anomalo accumulo di legname, già dalla seconda metà di dicembre.
«I lavori consistono nella formazione di piste per l'avvicinamento in sicurezza alle zone interessate dal problema - spiega Ferdinando Petri, responsabile del Servizio tecnico di bacino -; è stato effettuato un taglio della vegetazione interferente, dopodiché è stato rimosso e smaltito in discarica il materiale presente nell'alveo che interferiva con il deflusso dell'acqua. In seguito, sono stati ripristinati i profili golenali e ripresi i cedimenti spondali».
L'intervento è stato qualificato di «somma urgenza»: «Vanno considerati due elementi sostanziali - spiega Petri -. Il primo riguarda l'alveo del torrente Senio, che è stretto e ripido: la situazione dal punto di vista idraulico è abbastanza negativa, le esigenze di officiosità idraulica e scorrimento in passato sono state sottovalutate; ci si è preoccupati più del circostante, per avere più spazio per le coltivazioni, ed è stata messa in secondo piano la necessità di agire in via prudenziale per evitare rischi di esondazione. Il secondo elemento è la presenza lungo il corso d'acqua di ponti ad arco con le pile in alveo; si tratta di infrastrutture realizzate con una certa povertà di risorse, che oggi non verrebbero autorizzate. Alla luce di questi due fattori, la presenza di un certo quantitativo di ramaglie come quello individuato all'altezza della Chiusaccia può assumere un significato negativo in periodo invernale, tale da generare pericolo. E in questo caso, come si suole dire, prevenire è sempre meglio che curare, dato che il rapporto di costi è di uno a cento; la prevenzione, però, non è sempre percepita correttamente dalla popolazione».
E' qui, infatti, che si aprono due fronti contrapposti di cittadini, con i quali il Servizio tecnico di bacino è abituato a interloquire: «Da una parte abbiamo cittadini che sollecitano periodicamente il taglio di alberi, anche quando non necessario; dall'altra, coloro che denunciano interventi troppo drastici che compromettono il paesaggio e l'habitat fluviale. Bisogna però ricordare alcuni aspetti: la vegetazione all'interno di un alveo come quello del Senio, fino a una certa dimensione, è utile per la stabilità degli argini. Quando però gli alberi crescono troppo, incombono problemi quali il crollo di rami o, peggio, un crollo rotazionale del ceppo, che può creare buche nell'argine anche di due metri di diametro. I tronchi poi, in caso di piena, andranno a fare diga al ponte con le pile in alveo. Detto questo, quando interveniamo per pulire l'alveo di un torrente, non estirpiamo mai gli apparati radicali delle piante; i boschi fluviali sono principalmente composti da pioppi e salici, alberi che ricrescono in fretta e in poche stagioni tornano a creare l'habitat che si era perso. Inoltre, non interveniamo mai nei mesi primaverili, ovvero nel periodo di riproduzione dell'avifauna, proprio per rispettare l'ecosistema, e i lavori sono effettuati a zona, ciclicamente, mai sull'intero corridoio ecologico».
Non chiamatelo disboscamento, dunque: «Un fiume non viene mai disboscato - conclude Petri -. Questo problema esiste solo quando un'area del nostro territorio diventa edificabile».