RAVENNA | Nuova moschea, musulmani divisi, ritarda l'apertura

Ravenna | 12 Gennaio 2013 Cronaca
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Inaugurazione con polemica, nei prossimi mesi, del nuovo centro islamico. Se inaugurazione alla fine sarà. Perché il presidente del Centro di Cultura e Studi islami-ci Ahmed Basel ancora non si pronuncia sulla data di fine lavo-ri: «Siamo a buon punto, baste-rebbero pochi mesi», spiega, ma poi cita non meglio precisati «problemi progettuali» che ne impedirebbero il completamento.

Oltre ad essi, nelle ultime setti-mane è emersa una profonda spaccatura all'interno della co-munità islamica ravennate. A inizio gennaio un gruppo fedeli ravennati ha dato vita al comi-tato «Una moschea per la città», raccogliendo un centinaio di firme in 48 ore, che chiede più trasparenza nella gestione del centro. Alla base di tutto, la de-nuncia dell'associazione di don-ne islamiche Life e della sua pre-sidente Marisa Iannucci della «scarsa democrazia» che vige all'interno dell'attuale centro di cultura. «Il mandato dei suoi vertici è scaduto già da un anno - racconta Iannucci -. Perciò il 22 dicembre una parte dell'assemblea dei soci si è auto-convocata per eleggerne di nuovi ma la riunione si è dovuta tenere nei locali della Life perché nes-suno li ha fatti entrare in mo-schea». La Iannucci e i compo-nenti del neo-comitato temono un'ingerenza dell'Ucoii, la po-tente Unione delle comunità islamiche d'Italia (che pare abbia fatto una cospicua donazione agli islamici ravennati proprio per la moschea) e la politicizzazione del centro. «A noi piacerebbe invece che la nuova struttura fosse ge-stita dalla comunità che l'ha co-struita, in dialogo con la città». Il comitato chiede quindi «il rin-novo delle cariche, la trasparenza dei bilanci e il coinvolgimento nelle decisioni del direttivo». Iannucci denuncia poi discrimi-nazioni ed intimidazioni nei confronti delle donne di Life, oggetto di una denuncia. «In queste condizioni - avverte - non si può entrare nella nuova mo-schea. Altrimenti davvero po-trebbero esserci problemi di or-dine pubblico». Dal canto suo, il presidente Basel replica, bollan-do le accuse di Iannucci come «pettegolezzi, basata su bugie, calunnie e diffamazioni», ma senza dare ulteriori spiegazioni: «Tutto questo - aggiunge in una nota stringata - ci distrae dall'obiettivo principale che è la costruzione della nuova mo-schea». Mentre il sindaco di Ra-venna Fabrizio Matteucci nei giorni scorsi ha avuto un collo-quio con il Questore su quel che accade al centro islamico: «In queste ore il Comune è venuto a conoscenza di fatti illegali e gra-vissimi, comprese la minacce di morte. Non c'è luogo della nostra città dove possa essere tollerato il non rispetto della Costituzione e della leggi Italiane, moschea compresa. Agiremo di conse-guenza». La prima autorizzazione alla co-struzione della moschea di via Guido Rossa era arrivata, dagli uffici tecnici del Comune, a ini-zio 2010. Poi, le difficoltà eco-nomiche dei membri della co-munità hanno rallentato fino quasi a fermare per certi periodi i lavori. A primavera 2012 sono ripartiti e ora sono in dirittura d'arrivo. Ma senza le opportune garanzie dal punto di vista dell'ordine pubblico ora l'apertura della tanto discussa moschea potrebbe non arrivare mai. Oltre alla sala di preghiera prin-cipale (in grado di contenere 250 persone, divisi tra uomini e don-ne), il progetto prevede varie altre sale riunioni e di servizio, una biblioteca, una sala lettura e l'appartamento dell'Imam (con-tenuti in un edificio che affian-cherà la moschea). All'esterno della moschea, sono già visibili due alti minareti ed è previsto un parcheggio scoperto di 1460 metri, una piazzetta di 750 metri e un ingresso con fontanelle per le abluzioni.
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