ECONOMIA | Neppure i saldi invogliano gli acquisti
A picco i settori delle automobili, mobili e abbigliamento che riducono il fatturato 2012 abbondantemente in doppia cifra rispetto al 2011, saldi che partono bene solo per la metà dei commercianti e prospettive di vendita grigie almeno fino a settembre 2013. Dunque, non sono certamente previsioni rosee quelle del commercio in provincia di Ravenna.
L'analisi è impietosa. Secondo uno studio fatto da Unioncamere sul
secondo trimestre dell'anno il 61% delle imprese ha notato una flessione
dei fatturati e dei margini rispetto allo stesso periodo dell'anno
precedente, mentre il 23% ha mostrato una crescita e il restante 16%
fondamentalmente un andamento simile. I trimestri 2012 si presentano
tutti peggiorativi rispetto a quelli del 2011. Non fa eccezione
luglio-settembre che mostra una flessione delle vendite per il 52% delle
imprese, un miglioramento per il 21% e una situazione immutata per il
restante 27%.
La situazione non migliora per tutti neppure con
l'inizio dei saldi, secondo una veloce indagine fatta nei primi giorni
di svendita da Confcommercio. Infatti se circa la metà sottolinea «un
inizio soddisfacente rispetto alle bassissime aspettative della vigilia -
sottolinea Graziano Parenti, presidente provinciale dell'associazione
-, le cose vanno anche peggio del previsto per un buon 50% degli
esercenti».
A soffrire «sono soprattutto i negozi di periferia -
continua Parenti -, mentre i saldi hanno un po' più di spinta nei centri
storici».
«Soffrono i settori delle automobili, dei mobili e
dell'abbigliamento - analizza Roberto Manzoni, presidente regionale e
provinciale di Confesercenti -. Anche i saldi mostrano un andamento
coerente con l'anno 2012, caratterizzato da pochi soldi, grande paura di
spendere e tanta preoccupazione per il futuro».
E quest'ultimo
aspetto è l'elemento che in prospettiva 2013 «è più preoccupante per i
commercianti - commenta Manzoni -. Ad aggravare la questione sono i
tempi della politica distanti dai problemi reali delle persone. E' vero
che Monti ha salvato l'Italia dal baratro, ma ha fatto anche grandi
manovre inique. Da novembre 2012 siamo senza un governo che decida e lo
saremo per 7-8 mesi. Ci aspettiamo il perdurare della crisi fino a fine
2013, aggravando tutti gli andamenti dei vari settori produttivi».
Di
ripresa non se ne parla fino a dopo l'estate «sempre che il prossimo
governo metta in campo azioni di tutela del lavoro e non della finanza
com'è stato fatto finora, insieme a una più equa ridistribuzione del
reddito».
«La situazione è molto pesante - conclude Parenti - e ci
aspettiamo un brutto 2013 perché siamo arrivati a una serie di aggravi
per le imprese che supera abbondantemente il 70% fra tasse e oneri. Con
il calo delle vendite questa situazione è insostenibile. D'altronde con
questa situazione di crisi economica le esigenze sono aumentate da parte
di tutti, quindi è anche difficile per le amministrazioni locali
gestire gli interventi e per quella centrale calare le imposte. Sia però
chiaro un concetto: una città senza attività commerciale è destinata a
peggiorare come qualità della vita. E' proprio a livello di qualità che
oggi ci stiamo indebolendo maggiormente: oggi la maggior parte delle
attività che aprono durano solo pochi mesi e non decenni come accadeva
una volta».