Agricoltura, boom di under 35: +12,1%. Parlano Gambi (Coldiretti) e Francia (Cia): «Innovatori»

Romagna | 10 Febbraio 2017 Economia
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Linea sempre più verde per l’agricoltura ravennate. Il ritorno nei campi dei ragazzi, mentre sul territorio la nascita di imprese condotte da under 35 rallentava, ha infatti subito nell’ultimo anno una decisa accelerata. Al 30 settembre 2016, sulla base di un’analisi condotta da Coldiretti su dati del Registro delle imprese della Camera di Commercio bizantina, le aziende agricole guidate da giovani erano 195, con un aumento percentuale del 12,1% e un saldo attivo di 21 imprese - il più elevato tra tutti i comparti economici - rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Il settore agricolo, dunque, in un panorama economico locale che nei primi 9 mesi del 2016 ha visto ridursi dello 0,5% le imprese under 35 (2.637 in totale), continua nel suo positivo processo di ringiovanimento. «La forte crescita - commenta Massimiliano Pederzoli, presidente Coldiretti Ravenna - è sintomo di un rinnovo generazionale trainato anche dal richiamo che l’agricoltura esercita sui giovani come attività che consente di realizzare la voglia di essere imprenditori di se stessi, auspicio che spicca tra le nuove generazioni».
Credere sul «ritorno alla terra» trova ulteriore conferma nelle tante domande di adesione ai bandi per il primo insediamento dei giovani in agricoltura promossi dalla Regione nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale (Psr) 2014-2020. Quello dell’annualità 2015 ha favorito la nascita in provincia di 56 nuove imprese guidate da under 40, con il 50% circa delle domande finanziate seguite e presentate da Coldiretti, a queste se ne aggiungono un’altra trentina aderenti all’organizzazione che stanno partecipando al bando emesso nel 2016.
 

Marco Gambi, Coldiretti: «I giovani favoriscono il miglioramento tecnologico»

«Molto probabilmente ci sono molteplici fattori che incidono su questi dati che sono assolutamente positivi. Innanzitutto è vero che il mercato dell’agricoltura continua a dare lavoro a un numero importante di persone, ma sicuramente non basta, perché serve molta passione. Oltre ai giovanissimi, assistiamo ad un ritorno alla terra, con l’obiettivo di una vita più sana, anche di molte persone tra i 35 e 45 anni che si sono stancati di altri lavori e optano per un lavoro più pesante a livello fisico, ma meno stressante o comunque meno sedentario. Generalmente si aprono o si rilevano e si riqualificano piccole/medie imprese; c’è una grande propensione a coltivare produzioni di nicchia e assistiamo anche a qualche realtà nell’allevamento. Questa crescita è coerente con il boom di iscrizioni negli istituti superiori e nella facoltà di Agraria. Sicuramente l’innovazione più diretta portata dai giovani riguarda l’approccio al mercato, con tante realtà che vendono con successo su internet e alcune riescono anche ad esportare. In altre imprese, più grandi e strutturate, le innovazioni sono più sull’azienda, ad esempio con la guida satellitare che permette un’agricoltura di precisione con un risparmio ambientale importante visto che si parte da una riduzione di prodotti e acqua minima del 12/15%. Altre novità riguardano l’aspetto varietale. In generale i giovani favoriscono l’arrivo di nuove tecnologie in azienda». (c.f.)

Stefano Francia, Cia: «Sono imprese molto innovative nella produzione e nella vendita»

«E’ un dato molto interessante, che è da prendere anche al netto delle crisi che ci sono per le imprese Under 35 negli altri settori. C’è una ripresa dell’agricoltura che viene vista come un’opportunità di lavoro da sempre un numero maggiore di giovani. Merito anche dell’innovazione del settore che è cambiato nell’utilizzo dei trattori e delle macchine di conduzione terreno, grazie all’avvento di nuovi sensori, nei rilevamenti per i parassiti, nell’irrigazione di precisione grazie all’utilizzo sempre maggiore di elettronica e domotica sia nelle aziende più dedicate alla frutticoltura che alle produzioni estensive. Abbiamo però visto che dopo un primo anno dove c’è un importante aiuto, la burocrazia oppressiva affatica il percorso di crescita: uno snellimento ne aiuterebbe lo sviluppo. Sicuramente ci aspettiamo molto anche da quella norma prevista in legge di stabilità che favorisce gli insediamenti dei giovani in campo agricolo con una decontribuzione totale nei primi tre anni: pensiamo che possa dare gambe e fiato a questo trend positivo. Abbiamo notato che le aziende ‘giovani’ sono generalmente molto più innovative rispetto alla media delle imprese agricole. Quando un giovane proviene da un altro settore ha sicuramente meno esperienza in campo, ma compensa con una maggiore propensione all’innovazione in tutta l’azienda: dai processi produttivi alla vendita. Le imprese che vendono tramite l’e-commerce, ad esempio, sono gestite quasi tutte da giovani». (c.f.)

 
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