Mauro Samaritani (Ormeggiatori): «Porto, mi auguro un anno di tenuta in attesa di scavi e adeguamenti»

Ravenna | 23 Gennaio 2017 Economia
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«Il 2016 è stato un anno positivo e mi auguro che il 2017 sia di tenuta in attesa degli scavi e degli adeguamenti infrastrutturali. L’approccio del nuovo presidente dell’Autorità di sistema portuale è stato positivo e concreto, speriamo che gli scavi inizino nel 2018». Mauro Samaritani, presidente della cooperativa Gruppo Ormeggiatori, riassume così lo stato di salute del porto di Ravenna.
Com’è stato il vostro 2016?
«Nonostante le difficoltà croniche che affliggono il nostro scalo, è stato un anno comunque positivo, sulla falsa riga di quello precedente che già non era da buttare. Se vogliamo è stato forse meglio: a fronte di un numero di prestazioni globali inferiori (navi commerciali, da crociera e da diporto, nda), abbiamo avuto più fatturato in quanto abbiamo intercettato vettori che hanno un maggior tonnellaggio. Si tratta di un dato positivo perché significa che questo è un porto che è capace di attrarre navi sempre più grandi, in linea con i trend attuali. I ritardi ai lavori dello scalo sono la nota stonata, ma sono fiducioso che inizino nel 2018».
Le piace l’approccio del nuovo presidente dell’Autorità, Daniele Rossi?
«Mi sembra che Rossi abbia avuto un approccio positivo, che guarda alla concretezza e quando parla lo fa a ragion veduta. Ho sposato appieno il ragionamento dei 12,5 metri costanti che ha sgombrato dagli equivoci, accontentando tutti, rispettando anche il pescaggio più veritiero: se si raggiungesse questa quota, sarebbe un passo significativo per il porto che cambierebbe molto nei traffici e nelle prospettive. Questo approfondimento va a rispettare anche le banchine attuali, realizzate più di 50 anni fa e che avrebbero bisogno di adeguamenti e rinforzi notevoli per reggere navi congrue a un pescaggio di oltre 14 metri. Inoltre è adeguato alle disponibilità economiche, i famosi 200 milioni di euro, che l’Autorità portuale aveva già reperito. Valide anche le linee guida sui materiali di risulta che verrebbero stoccate nelle aree di logistica dietro la Sapir, che sono i luoghi più idonei, e in parte smaltite tramite un impianto con una capacità di 4/500mila metri cubi l’anno. Mi sembra un miglioramento il passaggio dal Progettone con approfondimenti variabili a una strategia unica con aree più idonee per i materiali di risulta. Ma sia chiaro che gli escavi non sono la panacea di tutti i mali».
Non basteranno?
«Saranno importanti, fondamentali, ma non esaustivi. Serve un’importante opera di adeguamento di strade e ferrovie che deve essere altrettanto una priorità. Avere un porto eccellente e non riuscire a fare uscire le merci in maniera adeguata, sarebbe francamente meno utile di quanto potrebbe essere».
Quale pensa possa essere l’andamento 2017 dei traffici?
«Mi auguro possa essere sulla falsariga di quello appena terminato. Ravenna è un porto strategico d’Italia. Abbiamo imprenditori capaci e aree di stoccaggio della merce nel retro-banchine veramente invidiabili: se adeguato con fondali e reti viarie sarebbe il secondo dopo Genova, sarebbe un peccato non sfruttarne le possibilità».
Sta lavorando ad un appuntamento ambizioso per maggio.
«Il 25 e 26 maggio faremo un evento a Ravenna con tutti gli ormeggiatori d’Italia insieme a Federagenti. Sarà una due giorni (il clou sarà il 26) in cui ospiteremo convegni, assemblee e il secondo forum dedicato alla sicurezza dei porti con tutti gli ammiragli d’Italia».

Christian Fossi
 
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