Stefano Rossi lascia la guida della Municipale: «Continuare a lavorare sulla sicurezza, le sfide sono molte»

Ravenna | 24 Dicembre 2016 Cronaca
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A fine anno Stefano Rossi lascerà la guida della Polizia Municipale di Ravenna per tornare a Pordenone, città in cui era già stato nel 2001 in qualità di dirigente della Digos. Dal 2008 era stato nominato dall’ex sindaco Fabrizio Matteucci capo della Polizia Municipale di Ravenna, fino ad allora, dal 2004, aveva diretto la squadra mobile. Sul fronte nazionale si è occupato di casi di grande rilievo, dalla strage di via D’Amelio al caso UnaBomber al delitto di Marco Biagi. Rossi, a cosa si deve questo trasferimento? «Alla luce della scadenza del mio contratto, al 31 dicembre, ho colto lo stimolo per rimettermi in discussione: dal 1990 ad 2004 ho cambiato nove sedi di servizio e la lunga esperienza su Ravenna è stata un’eccezione. Ho quindi preso in considerazione le selezioni proposte da altre sedi, quali Forlì, Rimini e Pordenone: ritengo fosse giusto rimettersi in gioco». Cosa lascia? «Il lavoro intenso appassionato per migliorare le condizioni di questa comunità, sia per quanto riguarda l’attività nella squadra mobile che nella Municipale. Si tratta di due settori che si intersecano, ma che sono diversi anche per il rapporto con i cittadini. Lascio il confronto con la gente e con i miei uomini: proprio questa mattina ho incontrato una donna che ha lavorato al Comando per un anno e che mi ha detto che quello è stato per lei il periodo professionalmente più ricco. Per me è stato come ricevere un regalo di Natale. Il mio obiettivo, infatti, è quello di ricordare che dietro la divisa c’è una persona, per non perdere di vista le singole realtà». Ci traccia un bilancio di questi anni? «Nel 2008 c’era la necessità interna di rafforzare l’immagine di donne e uomini della Pm, valorizzando la loro attività anche attraverso un progetto di educazione alla legalità nelle scuole e nel 2010 abbiamo ricevuto il riconoscimento per l’iniziativa «Open day» quale miglior progetto nazionale. In Emilia-Romagna abbiamo creato un precedente che oggi seguono tutti. Sempre nel 2008 e nell’anno successivo ricordo il lungo lavoro per riportare ordine a Marina di Ravenna e, più in generale, nei lidi. Lì, nel 2004, ci furono diverse risse e i tafferugli che crearono molti problemi di ordine pubblico. In particolare, mi è rimasto impresso un arresto importante effettuato nel giugno di quell’anno». La nuova ordinanza balneare, per alcuni, riporterà alla confusione di quegli anni: cosa ne pensa? «Ritengo che l’ordinanza emessa dall’ex sindaco Fabrizio Matteucci abbia permesso, a chi voleva andare a divertirsi, di continuare a farlo in maniera ordinata. Nel corso degli anni la vecchia giunta ha via via manifestato piccole aperture e, proprio perchè si era arrivati ad una condizione di stabilità, è stato possibile allentare i controlli. L’ordinanza di oggi credo che tenga conto di tutte le possibili problematiche. E’ una sfida importante, vedremo cosa accadrà nei prossimi mesi». Qual è stato il rapporto con il nuovo sindaco? «Il tempo è stato troppo breve per conoscerci, di sicuro lo attendono questioni importanti. Lui e la giunta si sono messi subito al lavoro e si stanno dando da fare». Quali sono stati gli interventi sul territorio? «Abbiamo effettuato una continua azione nei confronti delle criticità, sia per quanto riguarda il forese che per quello che concerne i giardini Speyer. In alcune zone permangono problemi, forse connessi ad altri fattori. Per un periodo ci furono grosse criticità nel quartiere Sant’Agata, oggi tornato alla normalità. Questo ci dice che non ci sono posti in cui si possa garantire che non accadrà nulla, l’unico segreto è ‘stare sul pezzo’ e promuovere iniziative anche in termini di carattere organizzativo e di coinvolgimento della comunità. Le quattro parole che hanno mosso i nostri progetti sono state convivenza, diversità, legalità e sicurezza». Per il 2017 aveva delineato nuovi interventi in ambito di sicurezza, a partire da telecamere «intelligenti» in centro a Ravenna...cosa rimarrà di quei progetti? «Continueranno, così come è stato garantito dal sindaco e, in particolare, dal vicesindaco Eugenio Fusignani, che dedica un’attenzione quotidiana al fronte sicurezza. L’assessore ha apprezzato ed esortato l’idea di implementare la tecnologia; le telecamere verranno posizionate in punti strategici e andranno a costruire un sistema integrato». Oggi la sicurezza a Ravenna è in seria discussione... «La sicurezza è diventata un problema per questo la sfida di oggi, che è anche quella del futuro, è di migliorare la presenza di forze dell’ordine sul territorio. Da parte dell’Amministrazione c’è stato un segno chiaro in questo senso e l’obiettivo è di arrivare, entro i prossimi anni, ad un organico di 220 unità. Un aumento è previsto già dalla prossima estate. Per pervenire reati e comportamenti trasgressivi è necessario aumentare la presenza di agenti, aspetto che accresce anche la percezione della sicurezza». Un intervento che ricorda in particolare di questi anni? «Più che un intervento, ricordo due momenti professionali di grande emozione umana, vissuti intensamente sia come padre che come figlio: si tratta dell’incidente di via Canale Molinetto in cui perse la vita Alessio Lunardini, e quello in cui venne investito Gionatan La Sorsa. Inoltre, dopo 12 anni di collaborazione con Linea Rosa, ricordo tutte le donne vittime di violenza che mi è capitato di conoscere e che, in alcuni casi, non ce l’hanno fatta: due per tutte, Kadra e Sandra». Cosa porterà con sé di Ravenna? «Gli incontri. Decine e decine di incontri, di rapporti, molti formali e istituzionali, tantissimi privati e personali. La settimana scorsa una signora oggi in pensione che gestiva una rivendita di giornali è venuta a farmi gli auguri, aveva saputo che stavo per lasciare il comando ed è venuta a dirmi grazie a distanza di 4 anni. Sono dimostrazioni di riconoscenza che mi mancheranno, spero di continuare ‘a seminare’ per raccogliere dimostrazioni come queste». Chi verrà al suo posto? «E’ stata bandita la selezione la cui scadenza era prevista per il 22: non so chi verrà, di sicuro non sarò io perchè non mi sono ripresentato». (Federica Ferruzzi)
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