Testo unico, brinda il mondo del vino
Semplificazione, controlli, innovazione e tutela. Sono questi i principi che hanno guidato il Testo unico del vino, approvato nei giorni scorsi dal Parlamento. Una legge attesa da molto tempo e che arriva dopo due anni di lavori.
La legge prevede una semplificazione con un’unica legge di riferimento per il settore con un impianto chiaro e uno snellimento burocratico importante. Sul capitolo controlli prevede più certezza del diritto, meno contenziosi grazie a un registro unico a prescindere che siano o meno imprese agricole. Interessanti le innovazioni visto che introduce in etichetta sistemi di informazione al consumatore che sfruttino le nuove tecnologie, contribuendo ad aumentare la trasparenza. Per quanto riguarda la tutela prevede la salvaguardia dei vigneti storici e di quelli in aree a rischio di dissesto idrogeologico o di particolare pregio paesaggistico. Interessante l’articolo uno, che riconosce il vino come patrimonio culturale nazionale.
«Accogliamo con grande positività il Testo unico, dopo anni di attesa e di contributi da tutte le associazioni di tutta la filiera: agricoltori, enologi, professionisti del settore, imprese private e cooperative - commenta la faentina Ruenza Santandrea, presidente nazionale del settore vitivinicolo dell’Alleanza delle Cooperative Italiane agroalimentari -. Tenuto conto delle diversità e delle diverse esigenze, penso che il risultato sia il miglior testo possibile. L’aspetto più positivo è aver messo insieme una materia complessa, riuscendo a semplificarla. Questo mantenendo controlli molto incisivi ed accurati, ma con minori costi per le imprese».
«E’ un documento importante che fa chiarezza per un comparto e un’economia che da anni ne chiedeva l’attuazione - fa eco Giordano Zinzani, presidente del Consorzio Vini di Romagna -. Ci si è mossi forse con un po’ troppa lentezza nella sua approvazione, ma almeno oggi possiamo salutare un traguardo raggiunto. E’ vero che ci sono alcune importanti risposte alle esigenze produttive sia in ambito dei controlli sia sulle sanzioni, si fa chiarezza sul tema, si danno riferimenti certi su temi della semplificazione procedurale, produzione, etichettatura, commercializzazione, denominazioni e molto altro ancora abbia rilevanza enologica produttiva. Però ci sono ancora troppi rimandi a decreti di supporto dei quali ancora non abbiamo notizia e non sappiamo come e quando verranno definiti. Non è completissimo in definitiva, ma un passo avanti lo si è fatto».
Brindano anche gli imprenditori agricoli. «Ravenna, prima provincia in regione per superficie vitata (circa 16mila ettari, un 25% dei quali utilizzati per produrre vini Doc/Docg), non può che brindare all’indomani del via libera del Parlamento alla legge sulla semplificazione del settore vitivinicolo, approvata a distanza di oltre due anni dall’avvio dei lavori parlamentari - commenta il presidente di Coldiretti Ravenna, Massimiliano Pederzoli -. Si tratta di un provvedimento fondamentale per tagliare quella burocrazia in eccesso che per i produttori agricoli significa sperpero di tempo e denaro. In una provincia che è tra le più produttive d’Italia, con una resa media per ettaro che nel 2015 ha toccato i 270 quintali, il Testo unico è una vera e propria benedizione perché consente di abbattere del 50% le ore-lavoro dedicate a quel surplus di pratiche e scartoffie che rallentavano l’attività dei viticoltori. Dal vigneto alla bottiglia l’attuale normativa richiedeva 100 giornate di lavoro per soddisfare 4.000 pagine di norme e rendeva necessario adempiere a più di 70 pratiche che coinvolgevano 20 diversi soggetti che frenavano il dinamismo imprenditoriale dei produttori di vino». (c.f., r.iso.)