Violenza, Sos Donna: "Ben 1500 colloqui nel 2015, quasi 200 le assistenze"
Si legge spesso e si sente ancora più spesso parlare di violenza sulle donne ed altrettanto spesso, quando se ne parla, ci sono di mezzo omicidi, vite spezzate, reati gravissimi e situazioni atroci. Eppure nonostante questi casi, purtroppo sempre meno rari, esistono situazioni e realtà più sottili e molto più vicine alla quotidianità di ciascuno rispetto a quelle che tragicamente vengono riportate dai media.
Stando al rapporto dell’anno 2015 di Sos Donna per esempio, a Faenza sono stati effettuati ben 1474 colloqui con donne in difficoltà ed in 177 casi è stato predisposto, in totale autonomia, un percorso o è stato attivato un servizio in base alle esigenze.
«La violenza su una donna è declinata secondo varie tipologie - spiega la dott.ssa Montuschi, psicoterapeuta e collaboratrice dal 2006 di Sos Donna – quella fisica, quella psicologica, quella economica e quella sessuale. Il fenomeno è complesso, ma spesso questo tipo di violenze sono intersecate tra loro».
Grazie ad Sos Donna, esiste dal 1994 uno sportello dedicato attraverso cui le donne trovano uno spazio che serve per prendere prima di tutto consapevolezza ed anche per valutare le possibilità per uscire da una determinata situazione.
«Lo sportello – continua la dott.ssa Montuschi - è uno spazio da donna a donna che può essere sfruttato in varie maniere. Prima di tutto, attraverso il colloquio con le operatrici, che costituiscono la risorsa principale, cerchiamo di capire le varie situazioni, poi aiutiamo le utenti a comprendere quale potrebbe essere il percorso giusto per uscire da quelle situazioni attraverso vari tipi di servizio, che non significa necessariamente fare una denuncia o ricorrere ai servizi sociali. Abbiamo diversi tipi di servizi a disposizione oltre al colloquio, c’è lo sportello legale che serve per avere una consulenza giuridica, lo sportello lavoro che può essere utile in base ai desideri lavorativi semplicemente per iscriversi al centro per l’impiego o compilare un curriculum, e poi ci sono i percorsi di sostegno psicologico o di sostegno alla genitorialità nell’eventualità in cui una donna senta la necessità di approfondire il discorso su di se o sul rapporto materno».
Sos Donna, per i casi più gravi in cui sia in pericolo l’incolumità di una donna o di una madre con figli, gestisce per conto del Comune alcune case ad indirizzo segreto che fungono da rifugio di emergenza.
Oltre a questo Sos Donna promuove attività di sensibilizzazione nelle scuole in cui vengono svolti incontri interattivi di 2 ore in cui bambini e ragazzi affrontano il tema sulla violenza di genere, nelle scuole elementari attraverso racconti che hanno come protagonisti animali, mentre nelle scuole superiori si entra nel vivo di questi temi.
«Cerchiamo prima di tutto di capire – conclude la dott.ssa Montuschi – il loro punto di vista e come vedono queste realtà che sono molto più vicine di quello che noi pensiamo. Spesso capita che dopo anni da quegli incontri le ragazze facciano richiesta di fare volontariato presso la nostra associazione». (Damiano Ventura)