L’attrice Elena Bucci ha ricevuto il prestigioso Premio Duse a Milano

RUSSI | L’attrice Elena Bucci ha ricevuto il prestigioso riconoscimento a Milano
«La Duse non mi molla più»
Elena Nencini
Lavora da anni sulle figure femminili con passione e proprio una di queste donne «l’ha inseguita e non la lascia andare»: Elena Bucci, l’attrice russiana che insieme a Marco Sgrosso ha fondato la compagnia Le Belle Bandiere, ha ricevuto lunedì, al Piccolo di Milano, il premio Eleonora Duse riservato «all’attrice di teatro che si è distinta particolarmente nel corso della stagione di prosa in uno o più spettacoli in Italia o all’estero» .
Bucci, com’è andata lunedì?
«E’ stato molto bello. Ho scoperto che si tratta di un premio autentico, prestigioso, con una giuria autentica, tutti con una vera passione. Sono persone che ancora credono nel ruolo dell’arte nel mondo, l’unico rito laico che possediamo ancora. E questo si sente anche da parte di chi sostiene il premio. Ero preoccupata per la serata perchè temevo di apparire presuntuosa, ma è diventato un gioioso appuntamento quando  ho deciso di fare quello che ho sempre fatto, buttandomi a corpo morto, rischiando. Ho creato un nuovo pezzo su Eleonora per la serata; una storia, quella con la Duse cominciata nel 2000 a palazzo San Giacomo, quando era ancora un luogo sconosciuto..  Ed è andata benissimo».
La insegue la Duse?
«Non mi molla. E’ una è cosa che mi disse un caro amico che non c’è più, Maurizio Ghiaini, quando mi faceva le luci a palazzo San Giacomo: “Madame (ci davamo del lei per gioco) voi dovete essere al massimo, se non siete al massimo vi tolgo le luci. La Duse sarà qualcosa che più passerà il tempo più vi seguirà. Più passerà il tempo più la comprenderete”».
Che cosa le lascia questa esperienza?
«Mi ha fatto sentire la rete, fitta di rapporti veri, autentici, rapporti importanti in questo momento così difficile (l’intervista risale alla mattina in cui Trump è diventato presidente Usa, nda).
E’ importante sentire questa forza, sentire chi lavora con tenacia, senza paura. La libertà passa all’opposizione, credevamo a libertà che in realtà non abbiamo raggiunto. Dobbiamo portare alla luce gli incubi, perché la giornata di oggi ci mostra che esiste un popolo che è dominato dalla paura. Pur di non vedere la realtà ci si affida alla prima cosa che avanza. Al di la delle parole ci sono le azioni che sono un problema. È l’agire che ha bisogno di supporto. Bisogna rimboccarsi le maniche perché è facile diventare connivente con queste situazioni, è una piccola battaglia nel quotidiano fatta di piccole rivoluzioni, senza spargimenti di sangue».