Giovedì 16 giugno 20 coupon omaggio per il concerto di Sollima all'antico porto

Ravenna | 16 Giugno 2016 Cultura
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Elena Nencini

Sarà una settimana intensa quella che partirà domenica 12 giugno al chiostro della biblioteca Classense con i Violoncellisti della Scala e che vedrà Ravenna per tutta la settimana «invasa» dai 100cellos, sotto la direzione del musicista e compositore Giovanni Sollima. 100 musicisti che suonano insieme partiture a volte conosciute solo poco tempo prima, e che raccoglie grandi maestri, giovani promesse, ex professionisti.

Chiediamo a Giovanni Sollima di raccontarci questo progetto nato nel 2012.

Sono passati 4 anni da quando ha dato vita insieme a Melozzi al progetto dei 100 violoncelli. Cosa è cambiato in questo periodo?

«Io spero che continui ad essere un'esperienza piena di energie, informale, con le scalette fatte all'ultimo minuto. Nel corso di questi anni abbiamo aggiustato il tiro sull'organizzazione e poi il fatto che tra i musicisti ci sia uno zoccolo duro di 20, 30 persone, gente che ormai si riconosce, si possono fare programmazioni più intense. Diventa un'officina aperta, con lavori in corso fino all'ultimo a porte aperte. L'improvvisazione, l'incontrollabilità delle energie e l'aspetto umano così vivace, dagli 80enni fino ai bambini , sono i motivi per cui porto avanti questo progetto. Rappresenta la vita del violoncello fuori dagli spazi programmati».

Una storia per tutti?

«Ce ne sono tante: da quello che mi disse “io sono violoncellista, l'ho comprato l'altro giorno”, era pieno di entusiasmo anche se era un batterista. E poi l'immagine di una bambina piccola, un violoncellista e un metallaro svedese, tre generazioni insieme, tre mondi diversi uniti dal violoncello. Tutte le forme di passione, di generazioni e di generi. Due immagini che mi hanno suggerito di continuare questa storia»

Come mai ha scelto, tra i tanti strumenti, il violoncello?

«Venendo da una famiglia di musicisti era uno strumento molto presente in casa. Non mi ricordo nemmeno quando ho imparato a leggere la musica,

ma mi ricordo che pensavo che fosse una lingua la musica. Mia madre mi raccontava che il suono doveva esserci sempre in casa, se si interrompeva piangevo. Era la casa il violoncello, suono, corpo, custodia. Nessuno mi ha forzato nella scelta di questo strumento, io ero ancora piccolino fisicamente aggrappato a questa sorta di zatterone. Mi sembrava un giocattolone».

Lei è un musicista molto trasversale, passa dalla notte della Taranta a collaborazioni con direttori del calibro di Antonio Pappano, come si definerebbe?

«Faccio musica antica, barocca, jazz. Non credo che sia necessario specializzarsi, ci sono cose che ami più o meno, ci sono cose che ti perseguiaino piacevolmente. Io suono, scrivo, faccio incursioni. Per me sono essenziali le improvvisazioni a 360 gradi, è un toccasana praticare l'improvvisazione, serve a scoprire te stesso e il violoncello. E' la voglia conversare con ogni genere di musica».

Dall'archeologia industriale del Tirassegno in darsena all'archeologia dell'antico porto di Classe. Cosa la colpisce di Ravenna?

«Ravenna è una città a misura di uomo, con i violoncelli è a misura di suono. Ho fatto diversi sopralluoghi per scoprire luoghi diversi, luoghi belli acusticamente dove rimane traccia delle memoria acustica. Ha spazi intimi e aperti la trovo ideale per Cellolandia. Ci sono posti dove sono passato e mi sono chiesto”Chissà come suona questo posto”. Ci sarà tanto da scoprire. Ravenna è elegante, la trovo sinuosa e morbida. Penso che possa legare con le forme del violoncello».

Il concerto all'antico porto di Classe gratuito con «setteserequi»

Sarà il parco archeologico di Classe giovedì 16 giugno, ore 19, ad essere lo scenario emozionante di Onyricon (vedi coupon in basso), in cui Giovanni Sollima presenterà il suo nuovo lavoro Concerto rotondo for cello solo ispirato a rituali sacri e profani, metropolitani e rurali di area mediterranea. È anche il frutto di una serie di improvvisazioni avvenute a Lascari nell'estate del ’98, quando Giovanni Sollima si è confrontato con il pittore Pupino Samonà (1925-2007) e con la circolarità delle sue opere. Il secondo brano in programma vedrà il musicista e compositore siciliano farsi affiancare da Monica Leskovar, e dai violoncellisti Ludovico Armellini, Leila Shirvani, Alessio Pianelli, Valerio Cassano in La sostanza dei sogni per 6 violoncelli, dedicato a Gianmaria Buccellati. E' una suite concepita per l’amico gioielliere Gianmaria Buccellati, ultimo grande signore della gioielleria internazionale e illuminato mecenate, per l’inaugurazione di una mostra a lui dedicata a Palazzo Pitti. Alcune influenze arrivano dalla cultura primordiale degli aborigeni.

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