Il prossimo 5 giugno terminerà il mandato di Fabrizio Matteucci, sindaco uscente che verrà ricordato soprattutto come «sindaco sceriffo» per le sue battaglie «antisballo» a Marina di Ravenna. Matteucci verrà ricordato anche per lo scandalo rifiuti di fine mandato e per aver portato Ravenna tra le finaliste del titolo di Capitale europea della cultura nel 2019, vittoria che però, come si sa, è andata a Matera. Il suo mandato si è concentrato sulla Nuova Darsena, ancora in via di definizione, e sul centro storico, che però avrebbe già dovuto vedere la realizzazione della nuova piazza Kennedy: i lavori, invece, stanno andando a dir poco a rilento, tra il malcontento dei commercianti. A Matteucci va però dato il merito di aver lasciato un Comune senza debito pubblico e una città stabilmente nella top ten di quelle con la più alta qualità di vita. Purtroppo, però, il sindaco verrà ricordato anche per il buco nell'acqua rappresentato da Marinara e per lo scandaloso buco del Consorzio per i Servizi sociali, oltre che per la vicenda dei Galletti Abbiosi.
Il mandato terminerà anche per l'«eterno» vicesindaco Giannantonio Mingozzi, che ha sostenuto le deleghe al Porto e all'Università. Se per la prima, per anni, ha chiesto inutilmente nuovi collegamenti e l'approfondimento dei fondali, per l'Università si è invece speso molto, contribuendo al radicamento dell'Ateneo di Ravenna anche grazie all'implementazione del rapporto con il mondo dell'impresa. Tra il serio e il faceto, è sempre riuscito a far parlare di Ravenna anche oltre le sue mura. Fervente repubblicano, continua ad andare contro la corrente nazionale che lo vorrebbe schierato con il centrodestra.
«L’uomo delle deleghe» è invece stato Massimo Cameliani, che ha aggiunto quelle ricevute dal collega Andrea Corsini (Turismo e Commercio) ad inizio 2015 a quelle preesistenti (Agricoltura, piccola e media Impresa, Industria, Cooperazione, Servizi demografici, Urp e Statistica, Personale, Organizzazione dei servizi, Semplificazione amministrativa, Ravenna Digitale, Affari Istituzionali). Nonostante le difficoltà, si è sempre dimostrato puntuale e meticoloso, gestendo situazioni critiche per l'economia di Ravenna, come la questione ex Pansac (oggi Ravinplast). Con lui è stato attuato l'ampliamento della copertura Adsl nel forese, anche se la linea Ravenna wi-fi, in città, registra non pochi problemi. Molto presente nelle situazioni pubbliche, è la sorpresa della giunta Matteucci insieme a Valentina Morigi. A quest'ultima sono toccate le deleghe al Bilancio, Patrimonio, Aziende partecipate, Decentramento, Partecipazione, Politiche giovanili, Cooperazione internazionale. Dai giovani al bilancio comunale, passando per il forese e per il percorso partecipato in Darsena, ha dimostrato di essere a suo agio su più piani. Le va riconosciuto il merito di non aver tagliato il Welfare. E' stata attiva e presente, con un occhio di riguardo per i giovani.
E giovane è anche Ouidad Bakkali, (Cultura, Pubblica istruzione e infanzia, Istruzione superiore, Formazione professionale), che nella valutazione di metà mandato avevamo definita 'promettente', ma da cui ci si sarebbe aspettato di più in ambito culturale. Scommessa di Matteucci, che nominandola irritò non poco i vertici del Pd ravennate, si è impegnata molto nel campo dell'istruzione, mentre in quello culturale è stata adombrata dal suo predecessore.
Di scommessa persa si parla invece per Martina Monti, che ha dovuto sopportare tre deleghe pesanti: Polizia municipale, Sicurezza e Immigrazione, tematiche delicate che in città sono spesso in primo piano, e che forse necessitavano di un assessore con più esperienza. E' stata però apprezzabile per la disponibilità e la presenza.
Ultima donna in giunta, Giovanna Piaia (Servizi sociali, Sanità, Diritti degli animali, Casa, Volontariato, Politiche e Cultura di genere) ha trasformato la delega alle Pari opportunità in Politiche e Cultura di genere, ma non lo ha fatto solo a parole. Ha aderito alla campagna immagini amiche e si è spesa sui temi dell'emergenza e freddo e gioco d'azzardo. Sul fronte sociale, alla luce anche delle difficoltà dell’attuale congiuntura economica, l’assessore si è trasformata in un vulcano di idee e iniziative che non sempre, però, hanno raggiunto i risultati sperati.
Guido Guerrieri è stato invece l'assessore all'Ambiente e allo Sport e, come il personaggio dello scrittore Carofiglio, di cui è omonimo, non è stato «né un eroe, né un antieroe». Per quanto riguarda l'Ambiente, si è dovuto confrontare con il regolamento dei capanni, approvato dopo confronti e dure critiche. Sul fronte sportivo ha avviato un’importante opera di monitoraggio dell’attività di base, inaugurando con le società e i loro rappresentanti un proficuo dialogo. Ha inoltre creato un indotto notevole grazie all'istituzione della Maratona città di Ravenna.
Sono invece subentrati a due assessori scomparsi Libero Asioli (Urbanistica, Edilizia, Grandi infrastrutture) e Roberto Fagnani. Il primo è entrato a partita in corsa, a fine 2012, a causa della scomparsa di Gabrio Maraldi. Ex assessore all'Agricoltura in Provincia è stato «richiamato» quale assessore all'Urbanistica, all'Edilizia e alle Grandi infrastrutture. Ha ricevuto un'eredità pesante, come la Darsena e il Rue, ma ha lavorato lontano dalle luci dei riflettori. La Darsena sarà la cartina tornasole del suo operato. Il secondo, Fagnani, ha invece ereditato le deleghe ai Lavori Pubblici e alla Mobilità all'indomani della scomparsa di Enrico Liverani, buttandosi a capofitto nel lavoro e cercando il dialogo con gli operatori e gli attori della città. Non sempre c'è riuscito, ma qualora Michele De Pascale venisse eletto sindaco, pare avrà modo di continuare il lavoro e dimostrare di che pasta è fatto. (Federica Ferruzzi)