Dalla cultura allo sport le richieste dei big ai candidati sindaco

Ravenna | 27 Maggio 2016 Cronaca
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Anche nel mondo culturale, così come è avvenuto per quello del volontariato e del sociale, una richiesta ricorrente che gli operatori rivolgono a chi, tra meno di un mese, si troverà a dover amministrare la città, è riuscire a creare una rete tra i tanti attori della scena locale. Quello che ancora manca, a detta di tutti, è una progettualità comune che metta in rete le diverse realtà, dal mondo del teatro a quello dei monumenti. Una relazionalità che travalichi la città e sia in grado di unire anche le altre realtà romagnole, senza però dimenticare la propria identità ma, anzi, valorizzandola, magari nel segno di Dante. Dal mondo sportivo, invece, è unanime la richiesta di nuove strutture e di una vera e propria «casa dello sport». Antonio De Rosa, sovrintendente del Ravenna Festival, pensa già alla ricorrenze del 2021 della morte di Dante «penso in grande come Ravenna merita, vorrei chiedere al nuovo sindaco di portare davanti alla tomba di Dante papa Francesco per unire attorno a lui i popoli del Mediterraneo, all’interno del percorso per il settimo centenario della morte di Dante». De Rosa vorrebbe anche «ricercare un terreno comune tra le istituzioni culturali della città per valorizzare la comune progettualità, nello stesso tempo approfondire il legame con il turismo, risorsa fondamentale». Senza dimenticare di «riprendere il dialogo verso Oriente, come da sempre Cristina Muti e il Ravenna Festival hanno esplorato e continueranno a praticare». Sergio Fioravanti, direttore di RavennAntica, vorrebbe che si proseguisse «quella esperienza nata con il progetto di Ravenna capitale della cultura 2019. È necessaria una sinergia con le altre realtà del territorio, di tutta la Romagna: il Comune di Ravenna dovrebbe colloquiare con i comuni limitrofi per sfruttare al meglio le eccellenze di ognuno per creare poi una sorta di programma unico. Questo permetterebbe che le risorse possano essere spese meglio e di abbassare anche i costi di promozione. Bisogna pensare in una dimensione più ampia, al contrario ognuno continuerà a coltivare il proprio orticello». Simile il parere di Marco Martinelli, attore e fondatore del Teatro delle Albe, che crede nel lavoro fatto finora dall’amministrazione, specie nel campo del teatro: «sostengo il rinnovarsi nella continuità. Per quello che vedo e che ho visto in questi 25 anni Ravenna ha saputo creare un modello esemplare a livello nazionale e quindi chiedo al prossimo sindaco di mantenere questo modello. Ma gli chiedo anche di avere una grande capacità di ascolto e di vedere insieme quante esigenze ci sono ancora, nel campo della cultura. Ravenna ha creato un modello da capitale: possiamo guardare tutti quanti insieme cosa fare per renderlo più duttile e vicino alle esigenze dei cittadini». A pensare a Dante è anche Ivan Simonini, edizioni Il Girasole, che ha presentato sul Sommo Poeta un programma corposo ai candidati sindaci, con otto proposte che vanno da un monumento alla foce del Candiano, un corso universitario, una mostra itinerante, una nuova ricognizione scientifica sulle ossa perché spiega: «manca un disegno culturale, si fanno e si faranno tante iniziative su Dante, ma c’è bisogno di iniziative innovative. Dante è una risorsa culturale di Ravenna non sfruttata». Per Marco Miccoli di Bonobolabo, animatore di Indastria e del festival della Street art, è importante «portare avanti il progetto street art. Mi piacerebbe dare un tocco di colore alle torri Hamon con writers come Ericailcane e Blu. Sarebbe un segno di contemporaneità in una zona su cui stiamo già lavorando da tempo, ai margini della città. Per il centro vorrei invece che il Comune ci desse la possibilità di realizzare su un muro il volto di Dante in chiave contemporanea». I BIG DELLO SPORT Roberto Vianello, presidente del Basket Ravenna, «I problemi dello sport li conosciamo tutti. Mi aspetterei un maggior aiuto da parte delle istituzioni, l’ho fatto presente molte volte, anche portando esempi concreti rispetto a quanto succede in altre città. Città nelle quali tra i sostenitori delle maggiori realtà sportive compaiono non soltanto istituti di credito, ma anche aziende municipalizzate. Ecco, mi aspetterei qualcosa di simile anche a Ravenna. E non parlo solo per noi del basket, ma questo discorso va esteso a tutti gli sport cittadini». Per Vianello ci si dovrebbe concentrare sugli impianti, spesso carenti. «Le strutture ravennati hanno un problema molto serio, sono poche e hanno bisogno di un restyling. Si discute da anni se restaurare il Pala de André o costruire un impianto completamente nuovo, ma non si è ancora giunti a una decisione. Ma il Pala rappresenta la punta di un iceberg. Per quanto concerne la pallacanestro, per esempio, abbiamo un bacino di oltre 400 ragazzi del settore giovanile, ma pochi impianti e piuttosto costosi nei quali farli allenare. Questo non va bene e sarebbe bene trovare una soluzione». «L’ho già detto molte altre volte - spiega Luca Casadio, presidente Robur Costa - e mi spiace dovermi ripetere, ma la prima cosa che serve a Ravenna per quanto riguarda lo sport penso che la sappiano tutti… Si tratta di un nuovo palasport fruibile da tante discipline diverse, a cominciare da volley e basket, ma con costi accessibili a tutti. Una vera e propria casa dello sport, insomma, che adesso non c’è». Per Alessandro Brunelli, presidente del Ravenna Calcio, occorre invece riqualificare lo stadio Benelli. «Questo intervento dovrà essere un punto fermo della nuova amministrazione. Esiste già uno stanziamento per sistemare la tribuna Mero, ma altri settori sono messi altrettanto male e avrebbero bisogno di un intervento. Infine anche se a Glorie ci troviamo molto bene credo che unificare tutto il movimento calcistico alla Darsena sarebbe perfetto».
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