Imprenditori U40: Giorgio Tassinari di Riolo Terme: «Le nuove tecnologie cruciali in agricoltura»

Faenza | 15 Maggio 2016 Economia
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Un’azienda moderna dove tecnologie all’avanguardia vengono in aiuto dei saperi più antichi e la parola d’ordine è mettersi in rete. E’ questa la ricetta per l’agricoltura del futuro che propone Giorgio Tassinari, 25 anni appena e già titolare di un’azienda vitivinicola di circa trenta ettari a Riolo Terme, oltre ad essere Presidente Anga, i giovani imprenditiori agricoli di Confagricoltura Ravenna. Giorgio Tassinari è agronomo, molto sportivo, adora leggere nel tempo libero, e produce direttamente insieme allo zio Sangiovese, Pignoletto e uno spumante con metodo classico «con una robusta rete di esportazioni all’estero» precisa. Un’azienda dinamica e aperta insomma, dove vengono usate tecnologie modernissime come ad esempio i sistemi Gps per l’impianto delle viti.
Che tipo di agricoltura proponete?
«Cerchiamo prima di tutto un’agricoltura responsabile, equilibrando le tecniche del futuro con la saggezza del passato. Recentemente ci stiamo anche convertendo al biologico».
Come funzionano i sistemi Gps per le viti?
«Il loro scopo è innanzitutto quello di evitare che i filari della vite vengano piantati male. Per ottenere la Denominazione di Origine Controllata i controlli partono già dal campo: ciò significa nel caso del Pignoletto ad esempio, che il minimo spazio tra una pianta e l’altra deve essere di 1,2 metri. Queste limitazioni sono difficilmente sopportabili se vengono eseguite dall’uomo. Un tempo il piantamento era duro e difficile, ma ora con queste tecniche di triangolamento e i sistemi orbitali è tutto molto più facile, economico e soprattutto preciso».
Di fronte alla crescita degli espianti che sta interessando la nostra provincia, che spazio effettivo c’è (se c’è) per un giovane che decide di buttarsi nel settore agricolo?
«Lo spazio c’è sicuramente, ma i giovani a mio parere devono cercare la cooperazione e la rete: non ci si può più permettere una cultura isolazionista come in passato. Credo che le aziende simili debbano collaborare in maniera profonda se vogliono superare indenni i gravi problemi che affliggono la nostra agricoltura».
Quali opportunità offre l’agricoltura di oggi e quali sono invece i problemi specie nella nostra provincia?
«Le opportunità per un giovane che vuole promuovere un prodotto agricolo italiano all’estero sono potenzialmente infinite ed è oltretutto più facile di quanto sembri. Dall’altro canto, quasi per ironia, sembra che il Made in Italy non sia apprezzato in maniera abbastanza rilevante dal mercato interno, fermo ormai da troppi anni».
Cosa dovrebbe cambiare nella nostra provincia?
«Si dovrebbe collaborare, ma in maniera sincera e profonda, credendo nel prodotto che si sta facendo».
Quale aiuto possono offrire le nuove tecnologie a chi lavora nel settore più antico dell’economia?
«Nonostante la maggior parte degli imprenditori agricoli non abbia il diploma, sono convinto che internet sia una validissima banca dati che può essere visitata con facilità anche dai meno giovani, mentre i social network possono aiutare l’azienda da un punto di vista di marketing. E’ diventato oggi uno strumento molto raffinato che permette a chiunque di scegliere il proprio target».
Lei è anche presidente dei giovani di Confagricoltura Ravenna: quali iniziative mettete in campo?
«Ci occupiamo soprattutto di formare e istruire gli imprenditori del domani, favorendo la loro entrata nel mercato e creando aziende di successo: tutto questo secondo un rigoroso sguardo all’ambiente».
Qual è il ruolo che possono avere oggi le organizzazioni agricole per sostenere i giovani in agricoltura?
«Favorire l’innovazione, aumentare la sinergia tra territorio e imprese, condividere conoscenze e pratiche verso i mercati interni e internazionali».

Barbara Fichera
 
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