Terminal Traghetti&Crociere in crescita

Ravenna | 01 Aprile 2016 Economia
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«Sbarchiamo e imbarchiamo quasi esclusivamente rotabili, in prevalenza semirimorchi, anche perché è uno dei vincoli dettati dalla tipologia delle navi che arrivano - che sono Ro-Ro, quindi cargo - che possono accogliere al massimo 12 autisti al seguito di uno stesso numero di veicoli a motore. Siamo un’eccellenza dell’intermodalità strada/mare e protagonisti delle Autostrade del Mare in Adriatico: il veicolo è quindi una sorta “imballaggio con le ruote” e, nel rapporto strada/mare al vettore marittimo è affidato il trasporto del solo veicolo, mentre alla strada è affidata la tratta iniziale e finale. Il 2016 è iniziato bene: nel bimestre gennaio/febbraio abbiamo segnato un deciso +30%. L’anno scorso abbiamo movimentato circa 68mila unità viaggianti, principalmente da e verso la Sicilia, con un enorme beneficio ambientale per tutto lo Stivale. Per dare un’idea della dimensione numerica dei veicoli che hanno viaggiato sulle navi, se li mettessimo tutti in fila non basterebbe la distanza stradale intercorrente da Trieste a Palermo». Alberto Bissi, Amministratore Delegato del Terminal T.&C. - Traghetti e Crociere, fotografa così l’andamento della società interamente controllata dall’Autorità Portuale di Ravenna.
Il Terminal Traghetti occupa un’area di oltre 125.000 mq e dispone di due ormeggi con un fondale di 11,5 metri. Al Terminal fanno capo attualmente i traghetti della linea Ravenna-Brindisi-Catania (Cin-Tirrenia), linea leader in Adriatico sulle rotte delle Autostrade del Mare, e quelli della linea Ravenna-Bari-Patrasso-Venezia (Grimaldi Group) con 3 partenze settimanali ciascuna. Il fatturato 2015 ha sfiorato i 3,4 milioni di euro e, dopo l’approvazione del bilancio cambierà Presidente (che oggi è, senza compenso, l’Ing. Galliano Di Marco, l’ex numero uno dell’Autorità Portuale di Ravenna). «Ci tengo a precisare che da qualche anno chiudiamo in attivo il bilancio di esercizio della società - continua Bissi – e da sempre poniamo attenzione ad avere la massima sicurezza possibile e anche per questo stiamo montando un impianto che potrà leggere automaticamente le targhe in entrata e uscita di tutti i veicoli; inoltre l’impianto portuale di T.&C. dispone già di un sistema di telecamere per la videosorveglianza h24».
Bissi arrivò nel 2006 dopo una carriera nella Cna (prima locale, poi regionale e nazionale, principalmente spesa nella rappresentanza degli autotrasportatori aderenti alla Fita) e «il momento più difficile è stato nel corso del 2010 quando siamo stati coinvolti nel fallimento di Tirrenia che era il nostro unico vettore marittimo nella linea per la Sicilia. Oggi forniamo servizi a due Compagnie di Navigazione, la rinnovata Cin-Tirrenia e Grimaldi Group che ha noleggiato alla prima 2 navi capaci di contenere ben 250 semirimorchi, navi che hanno sostituito i precedenti 4 traghetti. Spesso i traghetti vanno in overbooking, ma per la tipologia di traffico, ossia merci non deperibili, non è un grosso problema. Questo però testimonia che T.&C. ha ancora margini di crescita. In un periodo difficile per l’occupazione come questo, siamo cresciuti molto e siamo passati in questi 2 anni e mezzo da 20 a 87 addetti tra interni ed esterni».
Le prospettive «sono dettate dalla tipologia di banchina pubblica che abbiamo a disposizione a forma di L rovesciata con un angolo di radice con 70 metri verso la foce e 435 metri in parallelo alla foce (vedi foto), proprio davanti al raggio di evoluzione Trattaroli - conclude Bissi -: se fossimo lontani da questo specchio d’acqua i traghetti potrebbero ormeggiare in andana, con cime a poppa e ancore a prua e sfruttare meglio tutta la banchina, ma questa è la situazione e dobbiamo prenderne atto. Pertanto, allo stato attuale, è difficile pensare all’arrivo, sbarco e imbarco di più di due navi al giorno. Le prospettive rimangono comunque di crescita».

 
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