Greco (Sert): "Alcolisti ultrasettantenni, il problema è sociale"
Cresce il numero di persone che si rivolgono al Ser.T. e, contemporaneamente, cresce anche l’età. A sorpresa, a dimostrare una maggiore facilità di accesso al servizio di distretto dell’Ausl che si occupa di dipendenze patologiche sono le persone anziane. A fornire un identikit dell’utente medio che si rivolge allo sportello che offre aiuto ad alcolisti, giocatori, dipendenti da sostanze e da farmaci è il responsabile Giovanni Greco. «Dopo alcuni anni di trend decrescente, l’anno scorso gli utenti sono saliti a 1900 - illustra Greco -. Di questi, quelli presi in carico stabilmente sono stati 980 e l’età media è alta». Se, infatti, la fascia di utenti più rappresentativa si aggira sui 45 anni, il trend è in crescita. «Negli ultimi due o tre anni stiamo assistendo ad un innalzamento dell’età degli alcolisti - la maggior parte è sulla soglia dei 50 - e quella dei tossicodipendenti si attesta sui 39. Nell’ultimo periodo le richieste sono arrivate anche da ultrasettantenni, fenomeno che si deve alla minore tenuta del tessuto sociale. I fattori cambiano e il dato è una conseguenza della crisi: non ci sono più le condizioni all’interno delle famiglie per continuare a tollerare il carico economico causato dalla dipendenza di un anziano. Nell’ultimo anno ci è capitato di fornire molte consulenze per ultrasettantenni anche in ospedale. Le famiglie, oggi, hanno maggiori livelli di disgregazione e fanno fatica a supportare il parente malato perchè, a differenza di un tempo, devono essere supportate a loro volta». Se la maggior parte dell’utenza è adulta, esiste comunque un 9% di pazienti che hanno meno di 24 anni. In questi casi, le problematiche maggiori sono legate all’uso di stupefacenti. «Se si analizzano queste dipendenze - prosegue Greco - si nota un leggero aumento di eroina, ma si continuano a consumare anche cocaina e cannabis. Anche per quanto riguarda i giocatori si registra un lieve incremento di utenza, ma qui la rete è più forte anche grazie all’esistenza dei gruppi di auto-aiuto». Da un quadro generale emerge quindi la necessità di una implementazione dei servizi di cura, assistenza che le famiglie non riescono più a garantire. «Quando si alza l’età emerge ancora più chiaramente la necessità di integrazione con i servizi del territorio - analizza Greco -. Di conseguenza diventa fondamentale creare una rete con i medici di medicina generale, con cui ci confrontiamo su ogni singolo caso. In particolare, lavoriamo a stretto contatto con la Casa della Salute di Russi, progetto sperimentale che rappresenta un punto di riferimento per l’accesso dei cittadini alle cure primarie. La Casa della Salute è un luogo per l’accoglienza e l’orientamento ai servizi e nasce sia per il completamento di percorsi diagnostici che non richiedono l’accesso all’ospedale, sia per la gestione di quelle patologie croniche che necessitano di continuità assistenziale. A questa collaborazione si aggiunge quella con il Servizio di psichiatria per patologie associate all’uso di droghe o alcol, perchè sono sempre di più le persone che uniscono l’assunzione di sostanze a disturbi di personalità».