Cinquanta «Lòm a Mêrz» illuminano la settimana. Tutti gli appuntamenti su setteserequi

Faenza | 26 Febbraio 2016 Cultura
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Federico Savini
«Innamorarsi… ancora» è stata l’ultima frase pronunciata da Federico Fellini in punto di morte. E «Il pane… innamorarsi ancora» è titolo, nonché filo conduttore, dei Lòm a Mêrz, una cinquantina di appuntamenti organizzati dall’associazione Il lavoro dei Contadini (ma ce ne sono altri, slegati da questo calendario) che da sabato 27 febbraio a giovedì 3 marzo riporteranno nei campi, nei poderi e negli agriturismi romagnoli l’antica usanza dei «Lumi di marzo». «La frase di Fellini scelta per l’edizione 2016 dei Lòm a Mêrz – spiega Italo Graziani de Il lavoro dei Contadini -, vuole sottolineare la nostra passione per il futuro. Troppo spesso si fraintende quando si parla di tradizione, si pensa a qualcosa di retrogrado e invece la tradizione è qualcosa che fra cent’anni ci sarà ancora, quindi è proprio affamata di futuro. E’ la fretta che uccide la tradizione, non per forza la modernità. Il fuoco dei Lòm a Mêrz ci dà la forza per andare avanti e sapere che a pochi chilometri di distanza qualcun altro ne sta appiccando uno col medesimo significato ci mette in sintonia col territorio. Come associazione siamo partiti nel 2000 con un unico evento, che ricalcava la tradizionale usanza contadina in forma di appuntamento gastronomico e culturale, oggi ne abbiamo una cinquantina. E per mantenere viva la tradizione usiamo la musica, l’artigianato di pregio con gli artisti, i ceramisti, i fabbri e gli stampatori che collaborano con noi, le letture, la poesia, il sapere legato al pane, che è il tema di quest’anno ed è un ricordo sensoriale che abbiamo tutti, e ovviamente la cucina, anche attraverso un corso, e le allieve di questo corso cucineranno nell’evento finale del 3 marzo a Palazzo Baldini, a Bagnacavallo».
Le focarine per scongiurare la malasorte si accenderanno, quindi, da sabato 27 sul far della sera, in 35 aziende agricole, palazzi e ristoranti di un territorio compreso tra Imola e Ravenna, con una forte predominanza della nostra provincia. Il programma degli eventi è dettagliatissimo, parzialmente riportato in questa pagina e consultabile su www.illavorodeicontadini.org, e prevede numerose cene a tema, laboratori sensoriali, approfondimento sulle tradizioni, letture, concerti, spettacoli, spesso dialettali, e l’intervento di artisti e artigiani. Si va dalla barca di ferro di Luigi Berardi alla Baita del Lago di Bagnacavallo alla Pnaumatica Emiliano Romagnola ai Celti Centurioni, da Giovanni Nadiani al Contadino Telamone di reda a Quizan e Mario Gurioli alla Torre di Oriolo, dalle ceramiche di Carla Lega all’Osservanza di Brisighella al ferro battuto di Giovanni Martini, che alla Bottega del Fabbro di Fusignano ospiterà anche le stampe di Egidio Miserocchi e le fotografie sul fuoco di Mirco Villa, fino alla chiusura del 3 marzo a Palazzo Baldini con lo storico Massimo Montanari.
Come autentica «Comunità del cibo» affiliata a Slow Food, le 21 aziende de Il lavoro dei Contadini saranno presenti in molti eventi sul nostro territorio (dalla fiera dell’Agricoltura faentina in marzo a La Musica nelle Aie, dalla Festa Artusiana di Forlimpopoli a Giovinbacco a Ravenna) e non solo locali, vedi l’importante partecipazione a Terramadre, a Torino a fine settembre.
 
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